Una sentenza pionieristica

Diritti umani, Strasburgo apre la porta alla giustizia climatica

La Corte ha stabilito un legame giuridico tra clima e diritti umani, riconoscendo l’azionabilità del diritto al clima e aprendo ad un’ondata di ricorsi

Diritti umani, Strasburgo apre la porta alla giustizia climatica

In un’epoca in cui il cambiamento climatico minaccia la vita sulla Terra, arriva a sorpresa una decisione storica dalla Corte di Strasburgo. Una sentenza pionieristica stabilisce un precedente giuridico, riconoscendo il diritto al clima come un diritto umano fondamentale. Con implicazioni che vanno oltre i confini nazionali, questa decisione segna un punto di svolta nella lotta per la salvaguardia del nostro pianeta.

 

Corte di Strasburgo, una sentenza rivoluzionaria 

La recente sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo rappresenta un passo avanti significativo nella tutela ambientale. Per la prima volta, la Corte ha dichiarato che il diritto a un clima sostenibile è azionabile, ponendolo al centro dei diritti umani. Questo riconoscimento apre la strada a nuove azioni legali, offrendo alle persone uno strumento per richiedere ai propri governi di adottare misure concrete contro il surriscaldamento globale. La decisione sottolinea l’importanza della prevenzione dei cambiamenti climatici come parte degli obblighi degli Stati nella protezione dei diritti umani, con la mancata mitigazione del cambiamento climatico ora considerata una violazione del diritto alla vita privata e familiare.

 

Estensione dei diritti convenzionali

Nonostante l’assenza di un riconoscimento esplicito del diritto all’ambiente nella Convenzione europea, la Corte ha progressivamente interpretato la protezione ambientale come intrinseca a certi diritti convenzionali. Con questa sentenza, Strasburgo estende l’applicabilità dell’articolo 8, che garantisce il benessere individuale, includendo le conseguenze del surriscaldamento globale. La Corte va oltre la mera applicazione di principi preesistenti, identificando nuovi standard specifici per la crisi climatica. Riconosce che l’accelerazione del riscaldamento globale impatta direttamente la qualità della vita, imponendo agli Stati l’obbligo di agire per prevenire un declino nell’aspettativa di vita delle persone.

 

Strasburgo apre la porta alla giustizia climatica

La recente pronuncia della Corte europea dei diritti dell’uomo ha innescato un’ondata di nuovi ricorsi a Strasburgo, dando il via ad una nuova era di giustizia climatica. Con cause già pendenti, tra cui due che coinvolgono l’Italia, promosse da giovani attivisti che lamentano una violazione del diritto al rispetto della vita privata a causa dell’inerzia statale, la sentenza della Corte diventa un faro guida per i tribunali nazionali. Questi ultimi, nei Paesi firmatari della Convenzione, sono ora vincolati a considerare i principi stabiliti dalla Corte nelle controversie climatiche interne

La Corte, nel suo ruolo di custode dei diritti convenzionali, enfatizza l’importanza dei giudici nazionali nel garantire un processo equo, come delineato dall’articolo 6 della Convenzione europea. Tuttavia, la portata della sua influenza è circoscritta ai membri della Convenzione, lasciando le potenze mondiali come Cina, India e Stati Uniti al vaglio dei loro sistemi giudiziari. La sentenza non modifica direttamente la situazione in questi Paesi, ma potrebbe fungere da catalizzatore per cambiamenti futuri, in attesa che la Corte internazionale di giustizia si pronunci sugli obblighi degli Stati in materia di cambiamenti climatici.

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