le 3 ondate

Iran colpisce Israele: cronaca dell’attacco, obiettivi e conseguenze

La rappresaglia iraniana con missili e droni scuote Israele e il mondo. Le reazioni internazionali si susseguono mentre la pace sembra più lontana

Iran colpisce Israele: cronaca dell’attacco, obiettivi e conseguenze

La notte ha portato con sé un’escalation inaspettata: l’Iran ha colpito Israele con un attacco senza precedenti. Un’azione che ha superato ogni previsione, scatenando centinaia di missili e droni contro lo Stato ebraico e segnando un punto di svolta nelle dinamiche regionali, sollevando interrogativi sulla sicurezza globale e sul futuro della stabilità in Medio Oriente. Mentre il mondo osserva con apprensione, le potenze internazionali si mobilitano per rispondere a questa nuova minaccia, cercando di navigare tra le acque tumultuose della diplomazia e del conflitto armato.

 

Una notte di tensione in Medio Oriente

Alle 21.44, un’ora insolitamente tranquilla si è trasformata in un momento di alta tensione quando è giunta la notizia di un attacco iraniano su Israele. Un evento senza precedenti, che ha confermato le preoccupazioni espresse da Stati Uniti e Israele nei giorni precedenti. Teheran ha lanciato un assalto massiccio, scatenando centinaia di missili e droni contro lo Stato ebraico. La gravità della situazione era stata anticipata dalla chiusura delle scuole e dal decollo dell’“Ala di Sion”, l’aereo presidenziale israeliano, segnali inequivocabili di un imminente pericolo.

 

L’intercezione di missili e droni 

L’attacco iraniano si è sviluppato in tre ondate distinte. La prima segnalazione di droni kamikaze Shaded 136 ha messo in allerta le forze armate israeliane, che hanno prontamente risposto. Il contrammiraglio Daniel Hagari ha confermato che il 99% dei 300 missili e droni lanciati è stato intercettato e neutralizzato dalla difesa aerea. I droni, tutti abbattuti prima di raggiungere lo spazio aereo israeliano, e i missili da crociera, di cui 25 su 30 distrutti, hanno dimostrato l’efficacia del sistema di difesa. Anche i missili balistici, nonostante alcuni abbiano colpito la base aerea di Nevatim, hanno causato solo danni minori, lasciando la base operativa.

L’attacco ha messo in luce l’uso dei droni Shaded, simbolo della capacità tecnologica militare iraniana. Lo Shahed 136, noto anche come Geran-2, è un drone kamikaze progettato per eludere le difese aeree e colpire obiettivi terrestri fino a 2500 chilometri di distanza. Questi droni, già impiegati nello Yemen e in Ucraina, rappresentano un elemento chiave nelle dinamiche di potere tra Iran e Russia, con una portata e una capacità distruttiva che richiedono una risposta difensiva altamente sofisticata.

 

Gli obiettivi strategici dell’Iran

L’attesa era palpabile e l’attacco iraniano, previsto da giorni, ha finalmente preso forma. Nonostante le previsioni, gli obiettivi specifici di Teheran sono rimasti avvolti nel mistero fino all’ultimo. Recentemente, si era ipotizzato che la rappresaglia potesse estendersi oltre i confini israeliani, ma la realtà si è rivelata diversa. Due obiettivi simbolici sono stati rapidamente identificati come i bersagli principali dell’Iran.

Le alture del Golan, terreno di storiche dispute e teatro della Guerra dei Sei Giorni, sono state nuovamente messe a dura prova. Qui, i razzi Katiuscia del “Partito di Dio” libanese hanno squarciato il silenzio notturno fino all’alba, quando è giunto l’ordine di evacuare i rifugi. Parallelamente, il deserto del Negev è diventato il secondo epicentro dell’offensiva.

Poco dopo le 02.00, missili balistici Khaybar hanno preso di mira una base aerea israeliana, causando danni limitati e ferendo una giovane ragazza. Il portavoce militare Daniel Hagari ha confermato che la maggior parte dei missili è stata intercettata dal sistema di difesa aerea Arrow, mentre i caccia hanno neutralizzato le minacce residue, mantenendo così la sovranità dello spazio aereo israeliano.

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