198esimo giorno di guerra

Crisi Mediorientale: tensioni Israele-Iran e sanzioni USA all’IDF

La situazione in Medio Oriente si complica con implicazioni globali, tra avvertimenti e conflitti. Netanyahu e Gantz contro le sanzioni degli Stati Uniti

Crisi Mediorientale: tensioni Israele-Iran e sanzioni USA all’IDF

Il panorama geopolitico si tinge di incertezza mentre Israele lancia un serio avvertimento: l’Iran, se non fermato, potrebbe colpire città in tutto il mondo, inclusa Roma. Con un’immagine provocatoria del Colosseo bersagliato da missili, il ministero israeliano degli Esteri sollecita azioni decise contro le Guardie rivoluzionarie iraniane e il loro programma di missili balistici. Nel frattempo, la tensione si estende oltre i confini, con incidenti in Iraq e dichiarazioni incrociate che rivelano una situazione sempre più volatile

 

L'avvertimento israeliano al mondo

Nel cuore del dibattito geopolitico, una foto del Colosseo, diventa l'ipotetico bersaglio di Teheran, facendo da cornice alla frase: "Missili iraniani in arrivo in una città vicino a te. Fermiamo l'Iran prima che sia troppo tardi". A postare l'inquitante immagine è il ministero israeliano degli Esteri Israel Katz che utilizza questa foto potente per trasmettere un messaggio chiaro su X 

nel giorno del "Natale di Roma", ricordando al mondo intero, cosa potrebbe capitare se l'Occidente dovesse sottovalutare ancora le minacce dell'Iran, non prendendo le dovute contromosse, e schierandosi apertamente al fianco di Tel Aviv. "Il recente attacco dell'Iran a Israele - scrive Katz - è solo un'anteprima di ciò che le città di tutto il mondo possono aspettarsi se il regime iraniano non verrà fermato. Il mondo deve designare l'IRGC (il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica) come organizzazione terroristica e sanzionare il programma iraniano di missili balistici, prima che sia troppo tardi".

Intanto la tensione tra Israele e Iran si propaga fino in Iraq, dove un attacco misterioso a Kalso colpisce una base della milizia sciita. Con un morto e otto feriti, l’attacco non viene rivendicato, lasciando le potenze regionali in una corsa per discolparsi. Fonti alla CNN assicurano che Israele non è coinvolta, mentre il Centcom USA nega qualsiasi raid aereo. Il governo di Baghdad smentisce la presenza di droni o aerei da combattimento, ma la Resistenza Islamica in Iraq promette rappresaglie contro Israele, segnalando un’escalation di tensioni che potrebbe avere ripercussioni globali.

 

L'incidente di Isfahan

Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, ha minimizzato l’incidente di Isfahan, paragonando le armi impiegate a giocattoli infantili. Tuttavia, secondo il New York Times, l’attacco potrebbe aver incluso un missile avanzato, capace di eludere le difese aeree e infliggere danni a un radar S-300 presso Isfahan. L’Iran nega qualsiasi danno significativo, insistendo che solo “micro-droni” sono stati intercettati.

Mentre il ministro degli Esteri iraniano avverte contro ulteriori “avventurismi” israeliani, la tensione si estende al Libano con raid aerei su basi di Hezbollah, provocando vittime. In Cisgiordania, un’operazione israeliana ha portato a morti e arresti, e un autista di ambulanza è stato ucciso in circostanze poco chiare. Gli Stati Uniti, tramite il segretario di stato Antony Blinken, si preparano a sanzionare un battaglione delle forze di difesa israeliane per presunte violazioni dei diritti umani. Nel frattempo, il presidente turco Erdogan esprime sostegno a Hamas, invitando all’unità palestinese contro Israele, mentre il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz risponde con indignazione.

 

Scontro USA-Israele: Netanyahu e Gantz contro le sanzioni

La prospettiva di sanzioni americane contro l’IDF per presunte violazioni dei diritti umani in Cisgiordania ha provocato una reazione furente da parte del governo israeliano. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha espresso la sua indignazione, definendo l’idea di sanzionare le forze armate come il culmine dell’assurdità e un nadir morale. Ha promesso che il suo governo combatterà con ogni mezzo contro queste azioni.

Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich, figure di spicco dell’estrema destra e ministri della Sicurezza nazionale e delle Finanze, hanno espresso la loro ferma opposizione alle sanzioni. Hanno dichiarato che imporre sanzioni ai soldati israeliani è una linea rossa e hanno sottolineato il loro pieno sostegno ai militari del battaglione Netzah Yehuda, aspettandosi che il ministro della Difesa Yoav Gallant non ceda alle pressioni americane.

Benny Gantz, ex capo di Stato maggiore e ora figura di opposizione, ha descritto le potenziali sanzioni come un pericoloso precedente. Secondo lui, tali azioni invierebbero un messaggio errato ai nemici comuni di Israele in un momento di conflitto, potenzialmente minando la sicurezza nazionale.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA