a Palazzo Madama

Decreto Pnrr: passaggio con fiducia al Senato tra polemiche e critiche

Con 95 voti favorevoli, 68 no e un astenuto, il provvedimento con misure aggiuntive per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza è legge

Decreto Pnrr: passaggio con fiducia al Senato tra polemiche e critiche

Tra mille polemiche e con una maggioranza sempre più lontana dall’opposizione, il Decreto Pnrr quater ha superato l’esame del Senato. Con 95 voti favorevoli, 68 contrari e un astenuto, il provvedimento che contiene misure aggiuntive per l’applicazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza è ora legge.

Tra misure controversie, si conferma la dotazione iniziale di 30 punti per la patente a punti, si facilitano le assunzioni degli specializzandi nella sanità, e si inseriscono le associazioni Pro-Vita nei consultori. Il provvedimento, varato dal Consiglio dei Ministri, stanziando 25 miliardi di euro, completa il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

 

Scontro sui consultori e sullo stipendio di Brunetta

L’aspro scontro in Aula ha riguardato alcune misure specifiche. In particolare, la norma che consente alle associazioni Pro-Vita di entrare a pieno titolo nell’organizzazione dei Consultori ha sollevato critiche. Per le senatrici Valeria Valente (Pd) e Alessandra Maiorino (M5S), si tratta di un “attacco bello e buono” alla legge e di “una mano tesa” agli “antiabortisti”. Tino Magni (Avs) sottolinea che questa disposizione riflette la convinzione patriarcale che le donne non siano capaci di scegliere liberamente e autodeterminarsi.

Ma non è l’unica questione dibattuta. La norma che prevede lo stipendio per Renato Brunetta, già professore in pensione, ex ministro ed ex parlamentare, da presidente del Cnel, ha suscitato reazioni accese. Alessandra Maiorino e Matteo Renzi hanno criticato apertamente questa scelta. Renzi, pur non partecipando al voto, ha definito la situazione un “marchettificio”, poiché, oltre a violare la legge Madia, si prevedono anche molte assunzioni che nulla hanno a che fare con il testo originario.

 

La difesa di Raffaele Fitto

Il Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNNR, Raffaele Fitto, si è impegnato strenuamente a difendere il decreto in Aula. Assicurando che sul testo del decreto “c’è già stato un ampio confronto in Europa”, in merito alle “misure” che sono adeguate e che lo stesso testo “non toglie 1 euro alla sanità”. Tuttavia, l’opposizione continua ad attaccare, soprattutto per i tempi ristrettissimi concessi al Senato per esaminare il provvedimento.

 

Le voci contrapposte

Mentre la Ministra per il Turismo, Daniela Santanché, elogia la “riforma epocale per le guide turistiche” contenuta nel decreto, il Segretario della Cgil, Maurizio Landini, presente al presidio organizzato dalla Cgil davanti a Palazzo Madama contro il provvedimento, accusa direttamente il governo “di un disegno autoritario” contro il quale invita tutti “a scendere in piazza”.

Nel Senato, dove nel frattempo si apprende che il 6 maggio arriverà la statua sulla maternità dell’artista Vera Omodeo, che il Comune di Milano aveva rifiutato, il dibattito non si placa fino al momento del voto. Il Presidente dell’Udc Antonio De Poli difende la norma sui consultori osservando come non sia “un reato aiutare le donne a scegliere la Vita”. D’altra parte, la senatrice del M5S Ketty Damante non ha dubbi: “Il decreto è solo un modo per il governo di provare a nascondere il totale fallimento nella gestione del Piano”. Il leghista Claudio Borghi avverte: “Stiamo attentissimi quando in futuro l’Ue ci proporrà altre forme di debito”, poiché le sirene hanno già iniziato a suonare, e questo lo dico anche agli alleati.

 

Decreto Pnrr, cosa prevedono le misure aggiuntive:

Il Decreto Pnrr Quater ha ottenuto il via libera anche al Senato, con 95 voti favorevoli, 68 contrarie un astenuto. Il provvedimento, già passato alla Camera il 18 aprile, diventa così legge.

Dati i tempi ristretti, non sono stati esaminati in commissione Bilancio i 708 emendamenti e i 112 ordini del giorno presentati. La richiesta della fiducia ha precluso il loro esame in Aula. Tra questi, le opposizioni hanno puntato a intervenire sulla norma introdotta a Montecitorio riguardante la possibile presenza nei consultori di “soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”. Questa disposizione è stata considerata un’apertura alle associazioni anti-abortiste.

 

Il provvedimento, varato il 26 febbraio dal Consiglio dei Ministri, è una sorta di “omnibus” di 46 articoli. Esso spazia dalle infrastrutture alla giustizia, dalla sanità allo sport, e mira a imprimere un’accelerazione e una maggiore centralizzazione sull’attuazione delle opere. Stanziando 25 miliardi di euro di risorse aggiuntive, il decreto completa il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

 

Alcune misure specifiche includono:

  • Rafforzamento della cabina di regia di Palazzo Chigi, con attribuzione di poteri sostitutivi rispetto agli enti territoriali inadempienti;

  • Risorse per il Cnel e stabilizzazione dei precari dell’amministrazione giudiziaria;

  • Cambiamenti alla patente a punti per lavorare nei cantieri, con possibilità di crediti aggiuntivi e nuove modalità di recupero dei punti decurtati;

  • Più tutele per il subappalto negli appalti esubappalti;

  • Inserimento delle associazioni Pro-Vita nei consultori;

  • Limitazione dei poteri di Poste nell’ingresso in PagoPa;

  • Norma salva Open Fiber per recuperare i ritardi sul Piano Italia a 1 Giga;

  • Semplificazioni per le guide turistiche;

  • Facilitazioni per gli specializzandi nella sanità;

  • Deroga per la PA per conferire incarichi a lavoratori in quiescenza per la ricostruzione post-sisma;

  • Stretta sui target per gli obiettivi del Piano;

  • Controlli contro frodi e sfruttamento agricoli;

  • Accelerazione sui pagamenti PA;

  • Commissari ad hoc per vari obiettivi, tra cui la realizzazione di posti letto per gli studenti universitari;

  • Piano Transizione 5.0 con risorse per le imprese come credito d’imposta.

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