a Montecitorio

Decreto Superbonus 2024: via libera dalla Camera, ecco le nuove regole

Approvate le novità per la cessione del credito e lo sconto in fattura che da ora in poi saranno più restrittivi, detrazioni spalmate su dieci anni

Decreto Superbonus 2024: via libera dalla Camera, ecco le nuove regole

La Camera dei Deputati ha approvato definitivamente il decreto Superbonus, introducendo una serie di modifiche sostanziali alla normativa esistente. Il provvedimento restringe l’esenzione dal divieto generale di esercitare l'opzione per la cessione del credito o lo sconto in fattura in luogo delle detrazioni fiscali.

Tra le principali novità, le detrazioni relative alle spese sostenute nel 2024 per il Superbonus, il Bonus barriere architettoniche e il Sismabonus (incluso il Sismabonus acquisti) saranno ripartite in dieci quote annuali anziché in quattro o cinque come attualmente previsto. Questa modifica ha l'obiettivo di rendere più sostenibile il carico fiscale per i contribuenti, distribuendo l'onere su un periodo più lungo. Inoltre, dal 2025, le banche e gli istituti finanziari non potranno più compensare i crediti del Superbonus con i debiti previdenziali, una norma che non riguarda le persone fisiche. La violazione di questa disposizione comporterà il recupero del credito indebitamente compensato, l'applicazione di sanzioni e il pagamento degli interessi dovuti.

 

Dal 2025, stop alla compensazione dei crediti per banche e assicurazioni

Il decreto introduce ulteriori misure volte a regolamentare e prevenire abusi nel sistema delle agevolazioni fiscali. Per le cosiddette "Cilas dormienti" - comunicazioni di inizio lavori per il Superbonus presentate entro il 16 febbraio 2023 - ci sarà un depotenziamento delle agevolazioni. Questo significa che le agevolazioni concesse in passato subiranno una riduzione significativa, limitando l'accesso alle stesse per progetti non ancora completati. Inoltre, è prevista una norma anti-usura per i crediti acquistati da banche e intermediari a un corrispettivo inferiore al 75% dell’importo delle detrazioni. A partire dal 2025, tali crediti dovranno essere ripartiti in sei quote annuali senza possibilità di ulteriori cessioni, garantendo così una maggiore trasparenza e equità nel mercato dei crediti fiscali.

Parallelamente, il fondo di 100 milioni di euro istituito per il 2025 sarà destinato a sostenere le Onlus, le Organizzazioni di Volontariato (OdV) e le Associazioni di Promozione Sociale (APS) in interventi di riqualificazione energetica e strutturale sui loro immobili. Infine, il decreto prevede anche un fondo di 35 milioni di euro per il 2025 per interventi da Superbonus in aree terremotate diverse da Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, sostenendo così le comunità colpite da eventi sismici dal 1° aprile 2009.

 

Nuovi orizzonti e sfide per il decreto Superbonus

Il decreto Superbonus, con la sua approvazione definitiva, rappresenta un passo significativo verso la riorganizzazione e la regolamentazione delle agevolazioni fiscali in ambito edilizio. Le nuove misure mirano a bilanciare la necessità di incentivare la riqualificazione energetica e sismica degli edifici con l’esigenza di ridurre gli abusi e le speculazioni finanziarie. La ripartizione delle detrazioni su dieci anni offre ai proprietari di immobili una maggiore sostenibilità finanziaria, permettendo di diluire nel tempo i benefici fiscali e di evitare concentrazioni eccessive di richieste in breve periodo.

 

L'introduzione di norme più restrittive per la compensazione dei crediti fiscali da parte delle banche e degli istituti finanziari segna un’importante svolta verso una maggiore trasparenza e correttezza nel mercato dei crediti. Questo cambiamento, sebbene possa inizialmente creare qualche difficoltà per gli intermediari finanziari, mira a prevenire comportamenti speculativi e a garantire che i benefici del Superbonus vadano realmente a chi ne ha diritto.

 

Il fondo di 100 milioni di euro per il terzo settore e i 35 milioni destinati alle aree terremotate non solo evidenziano l'attenzione del governo verso le comunità più vulnerabili, ma sottolineano anche l'importanza di un approccio inclusivo e solidale nella distribuzione delle risorse pubbliche. Tuttavia, resta da vedere come queste misure saranno implementate e se riusciranno a risolvere i problemi strutturali del sistema edilizio italiano. La vera sfida sarà garantire che queste nuove regole siano applicate in modo equo ed efficace, promuovendo allo stesso tempo la crescita sostenibile e il miglioramento della qualità del patrimonio edilizio nazionale.

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