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Frode immigrazione e riforme, l’offensiva Meloni prima del voto

In un clima elettorale surriscaldato, la premier denuncia alla Procura antimafia click day fraudolenti e vola a Tirana in missione diplomatica da Rama

Frode immigrazione e riforme, l’offensiva Meloni prima del voto

In un clima elettorale surriscaldato, Giorgia Meloni pone l’accento sulla lotta all’immigrazione illegale. Con una denuncia alla Procura antimafia, la presidente si lancia in una missione diplomatica a Tirana, mirando a rafforzare un patto controverso e a contrastare le accuse di inefficienza e spreco.

 

Il patto controverso e la missione albanese 

La campagna elettorale di Giorgia Meloni entra nel vivo con una tematica scottante: l’immigrazione illegale. La presidente, dopo aver presentato un esposto alla Procura antimafia, vola a Tirana per una visita ufficiale che ha l’obiettivo di rafforzare il patto con l’Albania, firmato tra mille polemiche con il presidente Edi Rama. Questo accordo, definito da Meloni “storico” e “esemplare per l’Europa”, prevede la detenzione dei migranti nell’area di Gjader e l’arrivo delle navi con i clandestini al porto di Schengjin.

A pochi giorni dal voto, la leader di FdI vuole ringraziare pubblicamente Rama per il supporto fornito all’Italia e intensificare l’attacco alla sinistra, accusata di trasformare l’immigrazione in un “gigantesco business”. Meloni, tuttavia, deve affrontare le critiche giornalistiche che evidenziano ritardi e costi esorbitanti dell’operazione, cercando di ribaltare la narrazione e presentare l’accordo come un successo.

 

Immigrazione, Meloni denuncia una frode organizzata

La strategia di Meloni si arricchisce di un nuovo capitolo con l’annuncio di una revisione della legge Bossi-Fini. Accendendo i riflettori sugli ingressi clandestini, la presidente rilancia lo scontro con Vincenzo De Luca, sfruttando anche l’eco mediatica di un insulto divenuto virale.

Nel contempo, Meloni espone in Consiglio dei ministri i dettagli di una frode organizzata che coinvolge la criminalità nel processo di immigrazione, puntando il dito contro i governi di centrosinistra e la gestione della Regione Campania. I numeri forniti sono allarmanti: un numero sproporzionato di domande di nulla osta rispetto ai potenziali datori di lavoro, soprattutto in Campania, e una percentuale minima di contratti di lavoro firmati rispetto ai visti concessi. Questi dati, secondo Meloni, dimostrano l’infiltrazione della criminalità organizzata e la necessità di riformare la normativa sui flussi migratori.

La premier si impegna a portare in Consiglio dei ministri, dopo il G7, un “articolato ampio e dettagliato” per intervenire sul click day, ridefinire le quote e collaborare con le associazioni di categoria per determinare il reale fabbisogno di manodopera. Il piano prevede l’eliminazione del silenzio assenso e l’introduzione di decreti specifici per ogni categoria lavorativa, mantenendo fermo il principio che “in Italia entra solo chi ha un contratto di lavoro”.

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