facce della stessa medaglia

Europee: Meloni consolida, Salis europarlamentare, centristi fuori

Ilaria Salis eletta a Strasburgo, mentre la premier si conferma leader indiscussa. Delusione per i centristi di Calenda e Renzi, che restano fuori dall’Ue

Europee: Meloni consolida, Salis europarlamentare, centristi fuori

In un contesto elettorale segnato da sorprese, Giorgia Meloni rafforza la sua posizione tra le figure politiche più stabili in Europa con Fratelli d'Italia al 29%. I centristi di Calenda e Renzi restano esclusi, mentre l'Alleanza Verdi Sinistra ottiene un successo insperato con il 6,7% dei voti, portando Ilaria Salis al Parlamento europeo

 

Giorgia Meloni "queenmaker" d'Europa

Con Fratelli d'Italia al 29% dei consensi, Meloni si conferma la donna politica più influente nel panorama politico italiano ed europeo. Questo risultato non solo consolida la sua leadership nazionale, ma la posiziona anche come una delle figure chiave nella destra europea. La crescita del Partito Popolare Europeo (PPE) e delle forze di destra nel Parlamento europeo è in parte attribuibile alla sua capacità di mobilitare e consolidare l'elettorato conservatore.

Meloni, con la sua abilità politica e la capacità di tessere alleanze strategiche, potrebbe diventare una "queenmaker" nel contesto europeo. La sua influenza va oltre i confini italiani, rendendola una figura di riferimento per i movimenti di destra in tutta Europa. Un ruolo questo che le consentirebbe di esercitare un'influenza significativa sulle decisioni politiche e sulle dinamiche interne al Parlamento europeo, dove la destra cercherà di affermare una nuova agenda politica.

 

In questo contesto, la scena politica italiana ed europea si ridisegna, con nuove alleanze e sfide future. La vittoria dell'Avs e la sconfitta dei centristi rappresentano due facce di una medaglia che riflette il cambiamento e l'incertezza del panorama politico contemporaneo. La strada verso un'Europa più inclusiva e giusta è ancora lunga, ma i risultati di queste elezioni offrono spunti di riflessione e indicazioni su come potrebbe evolversi il futuro politico del continente.

 

Ilaria Salis eletta a Strasburgo

In un weekend elettorale che ha visto protagoniste le elezioni amministrative e regionali, un risultato spicca in maniera eclatante: l'Alleanza Verdi Sinistra (Avs) ha ottenuto un sorprendente successo, portando Ilaria Salis al Parlamento europeo

L'Alleanza Verdi Sinistra (Avs) ha segnato un punto cruciale nel panorama politico europeo, raccogliendo il 6,7% dei voti. Un risultato che va ben oltre le aspettative e i sondaggi della vigilia, grazie anche a candidature forti e simboliche come quella di Ilaria Salis. La giovane italiana, attualmente agli arresti domiciliari in Ungheria, è stata accusata di far parte di un'associazione criminale, ma continua a proclamare la propria innocenza. "Non è una candidata normale," aveva dichiarato il padre Roberto Salis, "È ai domiciliari con una cavigliera. Bisogna lavorare per porre fine a questa ridicola situazione. È innocente e le istituzioni italiane devono agire per difendere un cittadino." La presenza di Salis tra i candidati Avs ha mobilitato elettori normalmente disillusi dalla politica, portando una ventata di cambiamento e speranza.

Alla vigilia delle elezioni, l'Avs nutriva un cauto ottimismo sulla possibilità di superare la soglia del 4%, grazie anche alla presenza di figure di spicco come Mimmo Lucano, Leoluca Orlando e Ignazio Marino. Nonostante la concorrenza di liste alternative, l'Avs è riuscita a consolidare il proprio consenso. 

"Questo risultato straordinario dobbiamo farlo crescere sempre di più," ha commentato Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana. "È solo l'inizio, continuiamo a lottare," ha aggiunto, esprimendo l'entusiasmo e la determinazione della coalizione.

 

La sconfitta dei centristi

In netto contrasto con l'entusiasmo dell'Avs, le forze centriste hanno vissuto una tornata elettorale deludente. La lista Stati Uniti d’Europa, frutto dell'alleanza tra Matteo Renzi e Emma Bonino, non è riuscita a superare la soglia del 4%, fermandosi al 3,7%. Renzi, che aveva promesso di trasferirsi a Strasburgo in caso di elezione, ha espresso rammarico ma anche gratitudine verso i suoi sostenitori. "La politica è una grande scuola di vita anche quando non si vince," ha detto Renzi, cercando di trarre insegnamento dalla sconfitta.

Simile sorte per Carlo Calenda e la sua lista "Siamo Europei" che ha raccolto il 3,3% dei voti. La somma dei consensi delle due forze centriste avrebbe garantito risultati ben diversi, ma la frattura tra Calenda e Renzi sembra ormai insanabile. Questa spaccatura ha impedito una coalizione più forte e ha lasciato i centristi fuori dal Parlamento europeo, evidenziando le difficoltà di un'area politica in cerca di una chiara identità.

 

Le liste minori: la sfida impossibile 

Oltre alle liste principali, altre forze minori hanno tentato di superare la soglia del 4% senza successo. Tra queste, la formazione anti-sistema Libertà di Cateno De Luca, che si è fermata all’1,2%. Anche la lista di Michele Santoro,"Pace, terra e dignità, con il suo 2,2%, non ha raggiunto l'obiettivo, pur avendo mobilitato una parte dell'elettorato sensibile ai temi della pace.

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