Dipendenti province e delle Città Metropolitane: terminata la mobilità

Terminata la procedura di mobilità di 16.007 dipendenti delle province e città metropolitane trasferiti e ricollocati in base a Legge Delrio, cosa prevedeva

Redazione
di Redazione
7 settembre 2019 16:49
Dipendenti province e delle Città Metropolitane: terminata la mobilità

Terminata la procedura di mobilità per 16.007 dipendenti delle province e città metropolitane, il 20 febbraio 2017, tutto il personale che doveva essere trasferito è stato ricollocato presso altre amministrazioni statali e territoriali.


La procedure di mobilità straordinaria dei dipendenti, si è infatti aperta nel 2015 in attuazione della legge Delrio.

 

Per effetto del completamento delle procedure di mobilità, secondo quanto stabilito dalle leggi di stabilità 2015 e 2016, tutte le regioni e gli enti locali possono riprendere le assunzioni ordinarie di personale. 


Le procedure hanno anche riguardato il personale della Croce Rossa Italiana, dell’Ente Nazionale del Turismo e del Corpo forestale dello Stato.

 

Cosa prevedeva la legge Delrio?

La Legge Delrio, legge n. 57 del 7 aprile 2014 “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni" è in vigore dall'8 aprile 2014 ma la sua applicazione a partire dal 1° gennaio 2015 è stata inserita in un emendamento della Legge di Stabilità 2015.

 

Ricordiamo che la tale legge, consiste nell'istituzione delle cd. 10 città Metropolitane Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria, Roma Capitale con disciplina speciale e Reggio Calabria solo dopo il 2016 e il taglio delle Province in base a dimensioni e numero di abitanti.

 

Per attuare tale passaggio, è previsto il trasferimento dei dipendenti delle province a regioni e comuni, circa 20 mila tra gli assunti a tempo indeterminato e a termine, che devono essere quindi ricollocati ad altro ente.

 

Il trasferimento del personale delle province in esubero è stato delineato con il DPCM 26 settembre 2014 di attuazione dell'art. 1, comma 92, della legge Delrio che è stato registrato dalla Corte dei Conti e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n.263 del 12 novembre 2014. L'articolo 4 del suddetto DCPM fissa i "Criteri generali per l'individuazione delle risorse umane", quindi le condizioni e le modalità con cui si intende procedere al passaggio dei dipendenti in esubero delle province ai Comuni e alle Regioni, ovvero, quali criteri sono stati scelti per ricollocare il personale e per quali contratti di lavoro. La scelta quindi su come e dove verranno trasferiti e ri-assunti i dipendenti delle province sono:

 

Nel rispetto dei limiti delle risorse finanziarie e numeriche previste dall'accordo sottoscritto ai sensi del suddetto decreto.

Sono garantiti i contratti a tempo indeterminato e quelli a tempo determinato in corso fino alla loro scadenza.

 

L'adozione di criteri integrativi per garantire trasparenza e imparzialità nel trasferimento dei dipendenti, considerando anche i carichi familiari, disabilità e concioni si salute, anzianità di servizio e residenza.

 

I dipendenti delle province che fine hanno fatto?

In base alle disposizioni contenute nella Legge Delrio, è previsto per i dipendenti delle province, il trasferimento di circa 20 mila lavoratori dai vecchi ai nuovi enti. Ciò è una conseguenza, come il presidente dell’Unione delle Province italiane a Repubblica, della urgente necessità da parte del Governo Italiano di fare cassa al fine di trovare le coperture per la nuova manovra finanziaria e scongiurare l'aumento IVA come misura di salvaguardia alla Legge di Stabilità 2015.

 

Da tutto questo, deriva la richiesta del Governo Renzi alle Province, di ridurre la spesa di circa 1 miliardo, una cifra che corrisponde giustappunto allo stipendio dei 20 mila dipendenti che dovrebbero passare alle regioni o ai comuni, una procedura che si affianca a quella della mobilità obbligatoria e volontaria dei dipendenti pubblici, che però non ha prodotto il "successo" ipotizzato alla vigilia dell'entrata in vigore del decreto Riforma PA 2014 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 24 giugno scorso.

 

Qual è il problema? Che le regioni e i comuni, non hanno ancora "assunto" questi dipendenti delle province in esubero e né si sa quando e se avranno le risorse economiche necessarie a consentirne il passaggio.

 

Da qui lo stato di agitazione dei dipendenti che in questi giorni hanno iniziato a scioperare ed occupare i consigli e le sedi istituzionali in tutta Italia proprio contro quell'emendamento della Legge di Stabilità che da al via all'attuazione della Delrio dal 1° gennaio 2015 e quindi al loro trasferimento presso altri enti. 

 

Come funziona il trasferimento del personale in esubero?

Lo spiega Giorgio Santini, relatore al Senato della legge di stabilità, che è intervenuto a chiarire che per queste quasi 20 mila persone non è previsto il licenziamento dal 1° gennaio 2015 ma un percorso di mobilità con la conservazione del posto di lavoro per 2 anni. Alla fine di questo periodo, se il dipendente non viene ricollocato e quindi riassunto all’interno di altre amministrazioni del Comune o della Regione, "scatteranno le regole in vigore che prevedono che i lavoratori prendano l’80% dello stipendio" quindi in caso di mancato trasferimento verrranno retribuiti di meno e a spese dei contribuenti ma soprattutto senza lavorare.

 

E per i dipendenti delle province a tempo determinato? Altro problema, dal momento che secondo il DCPM del 26 settembre 2014, i contratti di lavoro a tempo determinato sarebbero garantiti fino al loro termine naturale senza possibilità di rinnovo. Santini però ammette l'apertura da parte del Governo a tal proposito, con la possibilità di fare una proroga o milleproroghe a questa eventualità, sebbene l'ipotesi di un nuovo decreto, etro la fine dell'anno, sia sempre stata smentita dal Governo. Novità però sono arrivate con la fiducia al Senato del maxi-emendamento. 

 

Esuberi dipendenti provinciali: novità nel Maxi-emendamento

Il testo della Legge di Stabilità 2015 approvato dal Senato, contiene un'importante novità, infatti, è stato sì ripresentato nella stessa versione già inviata in commissione ma con precisazione che riguarda il termine entro il quale deve partire il trasferimento e ricollocazione dei dipendenti delle province.

La data ufficiale approvata ora è quella del 31 dicembre 2016, per cui i dipendenti avranno 2 anni di tempo per essere trasferiti ad altro ente, per quelli che nel frattempo non verranno ricollocati, scatterà la procedura prevista dal decreto legislativo 165 del 2001, ossia, riduzione dello stipendio all'80% e poi risoluzione del rapporto di lavoro, ovvero, il licenziamento.

 

In altre parole, tra l'inizio della procedura di mobilità dei dipendenti provinciali e l'eventuale licenziamento per mancata ricollocazione, passeranno poco più di 4 anni, ossia fino al 30 aprile 2019, data indicata come termine ultimo per effettuare il passaggio del personale ad altra amministrazione.

Altro punto fondamentale modificato e inserito nel maxi-emendamento, riguarda la quota percentuale dei lavoratori provinciali destinati a passare a Regioni e Comuni che scende al 50%, i due enti potranno far confluire su di loro un maggior numero di dipendenti ex provinciali, utilizzando la loro quota assunzioni, pari al 60% di quelli che vanno in pensione e i vincitori dei concorsi mentre il restante 40% potrà essere destinato ad assorbire i lavoratori in mobilità.

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