Proroga emergenza, Bilancio: 3 giorni da bollino rosso per il Governo

Diversi i fronti aperti per esecutivo e maggioranza. Ancora in corso la trattativa sulle commissioni. Stasera al via il Ciae e giovedì caso Open Arms

Proroga emergenza, Bilancio: 3 giorni da bollino rosso per il Governo

Proroga Emergenza Covid. Questo pomeriggio il presidente del Consiglio sarà in Senato e domani mattina alla Camera per le comunicazioni con cui chiederà ai due rami del Parlamento di appoggiare la richiesta di proroga fino al 31 ottobre dello stato di emergenza per il Covid. Quasi scontato l’esito del passaggio parlamentare che, tuttavia, vedrà impegnata la maggioranza sul voto di una risoluzione. Al momento più che dell’attribuzione dei poteri al premier si discute sulle modalità. Un’ipotesi è quella di circoscrivere entro certi confini la ‘libertà di azione’ del capo dell’esecutivo eventualmente con un decreto.


Scostamento di bilancio. Quella che si apre ufficialmente oggi è una tre giorni fittissima per il Governo e la sua maggioranza, quasi da bollino rosso. Domani il premier Giuseppe Conte dovrà affrontare un altro passaggio in Parlamento, questa volta assai più delicato. Si tratta dello scostamento di bilancio per il quale l’articolo 81 della Costituzione prevede il voto a maggioranza assoluta, pena il mancato ricorso all’ulteriore indebitamento. Al Senato i voti sono sul filo. E l’opposizione questa volta sembra poco propensa, se non a certe ‘condizioni, a dare il suo appoggio. Anche gli azzurri, i più ‘clementi’ nelle ultime settimane verso Palazzo Chigi, da qualche giorno frenano. E Berlusconi oggi avverte: “il voto favorevole di FI al terzo scostamento di bilancio, atteso per domani, non è scontato”. “Abbiamo avanzato una serie di proposte”, dice il cavaliere. “Un 'semestre bianco' fiscale con rinvio delle scadenze a fine anno e l'azzeramento delle sanzioni per chi non ha potuto pagare la rata di luglio e la proroga della cassa integrazione. Oltre al sostegno a fondo perduto per turismo, made in Italy, agricoltura e commercio”.


Commissione Bicamerale sul Recovery Fund. La partita sulla ‘manovra’ di bilancio per i forzisti potrebbe intrecciarsi con quella di una commissione bicamerale per le attività di indirizzo e controllo parlamentare sulla gestione del Recovery Plan. Anche in questo caso le opposizioni pongono ‘paletti’. Tra questi la presidenza che toccherebbe a uno dei loro rappresentanti. In pole position per la guida dell’organismo di ‘raccordo ‘ tra Camere ed esecutivo ci sarebbe proprio l’azzurro Renato Brunetta. Tutta da valutare ancora l’istituzione del nuovo organismo.


Presidenze commissioni. Resta da districare anche il nodo delle presidenze delle commissioni che, come da regolamenti, dopo due anni devono essere rinnovate. A maggior ragione se alcune tra le principali sono ancora targate Lega e risalgono al precedente Governo gialloverde. Una tela di Penelope, visto che ogni volta che la maggioranza sembra trovare la quadra, puntualmente si ricomincia da capo. Ieri l’ennesimo nulla di fatto, oggi l’ennesimo vertice di M5S, Pd, Iv e Leu che dovrebbe essere in corso in queste ore. Nei giorni passati a mettersi di traverso i renziani che vorrebbero la commissione Bilancio o la Finanze di Montecitorio per Luigi Marattin. In linea di massima, come da migliore manuale Cencelli, i grillini dovrebbero avere 7 presidenze alla Camera e 7 al Senato, Italia Viva 2 e 2, il Pd 4 e 5. Per Leu solo la commissione Giustizia al Senato.


Ciae e Recovery plan. Prevista per stasera la prima riunione del Comitato interministeriale per gli affari europei per dare inizio al lavoro sul Recovery Fund. “Stasera si definiranno le modalità tecniche di lavoro per la redazione del piano”, annuncia il ministro Gualtieri in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato in seduta congiunta. “Nell'indirizzo politico e nel controllo il Parlamento dovrà svolgere un ruolo molto importante. Chiediamo dunque un protagonismo da parte del Parlamento, degli enti locali e delle associazioni. Il Governo impiegherà “tutte le energie possibili facendo tesoro delle istanze del Parlamento e degli stati generali" per predisporre nei prossimi mesi il Piano di rilancio. Che “sarà dettagliato”, dice il ministro. “Vogliamo essere tra i primi a presentarlo in autunno per dare certezza agli operatori economici e lavorare subito insieme al rilancio dell'economia italiana”.


Vicenda Open Arms. Altra giornata calda in Senato sarà quella di giovedì quando l’Aula dovrà votare sulla proposta della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari a non concedere l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini. Già a febbraio Palazzo Madama si era espresso a favore del processo per il leader del Carroccio per la vicenda della nave Gregoretti. Ora dovrà esprimersi per la Open Arms, la nave di una Ong spagnola, bloccata in mare ad agosto dell’anno scorso per ordine dell’allora ministro dell’Interno Salvini con oltre 150 migranti a bordo. In Giunta i renziani, 18 senatori, non hanno partecipato al voto. E ancora non si sono espressi su giovedì: “Leggeremo le carte e poi decideremo”, avverte Matteo Renzi.

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