La crisi del M5S

Regionali 2020, Di Battista contro Emiliano spaventa i grillini

Di Maio non teme solo il ‘ribelle’ ma la tenuta del Movimento. Chiede ai suoi di “ragionare per step” e al Pd lancia ponti per le comunali del 2021

Regionali 2020, Di Battista contro Emiliano spaventa i grillini

“Ragionare per step” e “provare a traslare la coalizione di governo a livello cittadino”.  Luigi Di Maio da Porta a Porta detta la sua linea per arginare la crisi che attanaglia il Movimento Cinque Stelle, frenare l’anima anti-Pd e guardare al dopo elezioni e al dopo referendum puntando già al 2021, quando importanti città come Roma e Torino andranno al voto. 

 

Di Battista contro il patto di Governo

La spina nel fianco dell’ex capo dei grillini si chiama ancora Alessandro Di Battista. Che oggi sarà in Puglia a chiudere la campagna elettorale della candidata Antonella Laricchia. Non senza aver dato già un assaggio di quello che sarà il suo intervento. In un post Dibba ha attaccato il dem Emiliano sugli impresentabili delle liste che sostengono il governatore uscente, e che sono stati segnalati dall’Antimafia. I suoi strali in un battibaleno sono arrivati dritti dritti ai vertici del Movimento. “Vuole far cadere il Governo”, tuonano i più filo governativi tra i grillini.  E’ toccato a Di Maio davanti alle telecamere di Bruno Vespa provare a spegnere l’incendio dentro il Movimento e lanciare messaggi distensivi ai dem. Con Vito Crimi che gli va dietro e dice: “Non è un attacco al Pd”.

   

Effetto a catena delle regionali

Un Movimento senza leadership, e che non riesce nemmeno a tenere a bada le fronde interne dei ‘ribelli’ da sempre contrarie all’asse di Governo col Pd, fa fatica a mantenere una linea politica. Di Maio, che aspira il prima possibile a riconquistare lo scettro che era suo, prende tempo e aspetta. Procedere “per step’ significa vedere cosa accadrà dopo lunedì 21 settembre. Che le elezioni regionali 2020 per i cinquestelle saranno un fiasco l’attuale ministro degli Esteri lo dà per scontato, ma anche i risultati del Pd avranno le loro ricadute sui grillini. Se il partito di Zingaretti non vincerà in Puglia e in Toscana uscirà indebolito nella coalizione di Governo. A quel punto non è detto che il rimpasto riguardi principalmente i ministri del Movimento. In caso contrario, l’uscita dall’esecutivo di alcuni 5S sarà inevitabile. Tra i più a rischio Lucia Azzolina, Nunzia Catalfo, e persino, Alfonso Bonafede.

 

Voto sul referendum ‘pro’ o ‘contro’ Cinquestelle. Conte prova a dare una mano con il suo ‘Sì’

Con scarse possibilità alle regionali il Movimento ha puntato tutto sul ‘suo’ referendum, facendo della ‘spallata alla casta’ l’unica battaglia politica in grado di sostenere davvero. Ma anche questo potrebbe essere stato un errore. Un boomerang che espone ulteriormente il partito a terremoti e a rese dei conti lì dove il ‘No’ riuscisse a fare il miracolo, oppure ad avvicinarsi con numeri di tutto rispetto al ‘Si’’. Di Maio sa che questo voto referendario si sta trasformando sempre di più in un voto ‘per’ o ‘contro’ i 5S. E visti i pronostici per le elezioni nelle Regioni, il dato non depone a favore. Da vedere quanto la presa di posizione del premier Conte che ha ufficializzato il suo voto per il Sì porterà consenso alla battaglia referendaria. I grillini, ovviamente, ci sperano.     

 

La paura per la rimonta del ‘No’ e le mancate alleanze col Pd

Con un partito che rischia anche sul referendum 2020 e che ha al suo interno più fronti di guerra aperti Di Maio fa il tentativo di bypassare in questo rush finale di campagna elettorale le magagne politiche e di leadership del Movimento. Cerca una collocazione che faccia stare al sicuro il suo partito e l’unica possibilità è guardare oltre questo passaggio elettorale. A quel 2021 in cui, così dice, vorrebbe portare l’alleanza giallorossa alle comunali. Ma il sospetto è che il lucido e pragmatico ministro grillino abbia solo provato a placare animi un po’ troppo agitati e nervosi. Finendo col mettere la polvere sotto al tappeto. Perché l’alleanza con i dem non solo non è decollata nella tornata di elezioni regionali del 2020 ma è davvero difficile pensare che possa avere chances di rilievo nel 2021. Si pensi alla Capitale: se Virginia Raggi sarà, come sarà, la candidata dei cinquestelle, l’alleanza col Pd è già saltata.

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