Effetto Covid sui mercati

Mercati finanziari: cosa cambia con il Covid. Azioni, bond e risparmio

Quali sono i settori economici più penalizzati dalla pandemia? Quali i meno colpiti? Cosa succederà sui mercati finanziari in vista seconda ondata contagi

Mercati finanziari: cosa cambia con il Covid. Azioni, bond e risparmio

Mentre l’Italia e il mondo intero sono ancora alle prese con il Covid-19 e con i pensati danni causati all’economia, ci sono determinati settori che continuano a cavarsela bene, mentre altri hanno messo addirittura le ali.

 

Stiamo parlando soprattutto dell’e-commerce, delle aziende biotecnologiche e di quelle legate alla tecnologia e alla cybersicurezza, che hanno registrato in questi ultimi mesi un vero e proprio boom di fatturato, ma non sono le sole, se la stanno cavando bene anche le utility.

 

Quali sono i settori economici più penalizzati dalla pandemia? Quali i meno colpiti? Vediamo insieme cosa è successo e cosa succederà sui mercati finanziari in vista della seconda ondata di contagi.

 

Mercati finanziari sotto scacco Covid, pesa l’incertezza

La paura domina il mondo intero, vista l’estrema incertezza sul futuro causata dalla pandemia Covid-19. Non si hanno più certezze, neanche quella che le cose miglioreranno con l’arrivo del vaccino.

 

I mercati finanziari tremano, scaricando tutto il nervosismo sul Vix, ossia l’indice che misura la volatilità dei mercati finanziari. Gli alti e bassi dovuti all’incertezza sono rappresentati da questo indice, che sta tornando lentamente a salire, dopo aver toccato un picco di oltre 66 punti a marzo. In tale occasione, il Vix ha segnato la sua seconda peggiore performance dopo quella del 2008 legata al fallimento Lehman Brothers, che lo aveva portato ad oltrepassare gli 80 punti.

 

Il termometro di mercati finanziari misura, dunque, che la febbre si sta alzando, che la paura tornerà a farla da padrone a causa della seconda ondata di contagi ma anche delle incertezze legate alle elezioni presidenziali USA e al possibile no deal della Brexit. A pesare come macigni ci sono poi i timori per i debiti esorbitanti che i Paesi si stanno caricando sulle spalle per superare e rilanciare l’economia colpita a morte dal Covid.

 

Mercati finanziari: i settori resilienti al Covid e quelli più colpiti

Durante la pandemia molti settori sono stati penalizzati dal Coronovirus e dal lockdown, come l’abbigliamento e più in generale le vendite al dettaglio (escluso il settore alimentare), i trasporti, il turismo, il tempo libero, mentre molti altri hanno registrato impensabili incrementi di fatturato.

 

Il primato va senza ombra di dubbio alle aziende dell’e-commerce, che hanno saputo ben sfruttare il momento aggiudicandosi la fiducia di molti clienti, che hanno poi continuato a scegliere il canale internet anche per gli acquisti successivi alla fine del lockdown. Basti sapere, ad esempio, che per il food delivery la domanda dei prodotti alimentari online è quasi raddoppiata.

 

Molto bene anche tutte le aziende legate alla tecnologia e le startup. Secondo un report di L&G Investment Management, che gestisce oltre 1,3 trilioni di sterline, tra i settori che stanno superando alla grande il coronavirus ci sono il commercio elettronico ma anche le aziende della cybersicurezza, le farmaceutiche, quelle legate alla gestione delle “clean water” e le società che producono batterie per veicoli elettrici.

 

Hanno resistito bene all’impatto Covid anche le utility, ossia le società multiservizio locali che si occupano ad esempio della gestione dei rifiuti o dell’illuminazione pubblica, ma anche i gestori delle reti elettriche e del gas, come conferma uno studio di Agici Finanza d’Impresa. Le multiutility, i gruppi energetici e gli operatori di rete non solo registrano incrementi di utile nel 1° semestre dell’anno rispetto al 2019 ma segnano anche un deciso incremento degli investimenti nell’ordine del 12% circa.

 

Secondo Marco Carta, Amministratore delegato di Agici, si tratta di aziende sane che in questi anni si sono dotate di una capacità tecnologica di livello e sono finanziariamente solide. Stanno attraversando grandi cambiamenti ma avendo una remunerazione certa, garantiscono che il sistema rimanga in salute e proceda nei dovuti modi verso la transizione energetica.

 

In un report Cerved Group, invece, punta il riflettore sulle società che si occupano della fabbricazione di dispositivi per la respirazione artificiale e vestiario protettivo di sicurezza sottolineando invece le difficoltà, ad esempio, delle aziende che si occupano della produzione cinematografica.  

Resteranno penalizzate a lungo anche le compagnie aeree e le società immobiliari.

 

Cresce l’appeal degli italiani per titoli di Stato e risparmio

I piccoli investitori si stanno allontanando dai rischi e quindi dagli strumenti finanziari che potrebbero comportare maggiori perdite, rifugiandosi nei titoli di Stato che però rendono via via sempre meno. Per alcuni, il gioco non vale neppure la candela visti i possibili rischi d’insolvenza che aleggiano all’orizzonte alla luce della crescita del debito pubblico dei vari Paesi per sostenere le spese Covid. Nonostante gli aiuti forniti dalle banche centrali, dai governi e dagli organismi internazionali, infatti, il pericolo default per molte aziende e piccole nazioni resta alto.

 

Gli italiani sembrano ormai scoraggiati e tornano a risparmiare più di quanto non facessero prima del Coronavirus, con il rapporto che in poco tempo è quasi triplicato. Più della metà, infatti, non si fida del mercato azionario (55%) mentre l’azionario continua a tenere perché gli investitori istituzionali ed i fondi sono in un certo senso costretti a comprare azioni in quanto il mercato obbligazionario non rende più nulla.

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