I contrasti

Dialogo Governo e opposizione: un passo avanti e due indietro

La rivolta dei governatori di Lombardia, Calabria e Sicilia. Salvini sull’esecutivo: “Indegno. Toccato il punto più basso degli ultimi nove mesi”

Dialogo Governo e opposizione: un passo avanti e due indietro

Si allontana di nuovo l’ipotesi di una tregua tra Governo e opposizione. Mentre si tratta su diversi livelli istituzionali per superare le divisioni e trovare quello spirito di collaborazione e unità più volte invocato dal presidente Mattarella, il dialogo tra le forze politiche in campo registra di nuovo una battuta d’arresto. I governatori di Lombardia, Sicilia e Calabria alzano le barricate. E alza i toni Matteo Salvini che in un’intervista al Corriere della Sera parla di “Governo indegno”. 

 

Conte annuncia le nuove misure. Fontana il primo a reagire: “Uno schiaffo in faccia alla Lombardia”

Il premier Conte durante una conferenza stampa convocata dopo le 20 di sera conferma la decisione dell’esecutivo di dividere l’Italia in tre zone - rossa, arancione e gialla -   a seconda del rischio e della circolazione del virus. La situazione è “drammatica”, dice, “ci aspettano mesi difficili”. E spiega: “se adottassimo misure uniche per tutti avremmo effetti negativi”. Sul ruolo delle Regioni e sulla possibilità di ricorsi contro il Governo Conte non cede: “Le Regioni non sono un alter ego rispetto al sistema, ne sono parte integrante. C’è una cabina di regia dove ci sono i loro rappresentanti. Il ministro non prende decisioni arbitrarie. Ma non possiamo permetterci di lasciare a valutazioni politiche un sistema così serrato, le conseguenze sono automatiche e sfuggono a qualsiasi contrattazione”. Dunque, nessuna trattativa. Per il premier “non è possibile mettersi a negoziare sulla pelle dei cittadini.  Viene rispettato il contraddittorio, ma a monte. Senza negoziazioni”.

 

Passano pochi minuti e il governatore leghista della Lombardia, che con Valle d’Aosta, Calabria e Piemonte è in zona rossa, diffonde una nota.  "Le richieste formulate dalla nostra Regione, ieri e oggi, non sono state neppure prese in considerazione”, tuona Attilio Fontana. “Uno schiaffo in faccia alla Lombardia e a tutti i lombardi. Un modo di comportarsi che la mia gente non merita” dice definendo la decisione del Governo “grave e inaccettabile”. Lo segue a stretto giro il leghista Nino Spirlì che ha preso le redini della Giunta regionale calabrese dopo la scomparsa della governatrice Jole Santelli. “Scelta ingiusta”, dice anche lui, “appresa con costernazione, rabbia e sgomento”. Nello Musumeci, governatore della Sicilia, da domani in zona arancione, lamenta l’assurdità e irragionevolezza” della presa di posizione del Governo. 

 

Matteo Salvini: “Governo confuso e incapace”

Ma più di tutte sono le parole del Capitano a raggelare le prove di dialogo su cui da una parte e dell’altra delle forze parlamentari si sta in qualche modo lavorando su input del capo dello Stato. “Un Governo che si muove in questo modo è indegno. Hanno toccato il punto più basso degli ultimi nove mesi” accusa dalle pagine del primo quotidiano nazionale. Per Salvini l’esecutivo è in “totale confusione” e “incapace”, e ha preso decisioni basandosi su “numeri che risalgono al 24 ottobre”. In questi giorni “in alcune regioni la situazione è migliorata, anche grazie ad alcune scelte ad hoc degli amministratori locali, e in altre peggiorata”. E su Conte: “Mi è parso confuso, incerto. Qui non ha vinto nessuno, ha perso il Paese perché si spacca l’Italia e non si risolve né si allevia l’emergenza sanitaria. Ho passato la giornata parlando con governatori, sindaci, commercianti, artigiani, imprenditori. Dobbiamo reagire. In Europa si adottano decisioni drastiche ma si tiene la linea, non cambiano idea ogni tre giorni. E non inseguono le conferenze stampa. Qui si naviga a vista”.  Su possibili contatti con il premier: “Nulla di nulla, il mio telefono è rimasto muto. La cosa grave, però, è che non ha chiamato nemmeno i governatori. Questo è una dimostrazione di incapacità e di arroganza”.

 

Oggi più in salita la strada della collaborazione. Decollerà la super capigruppo di Camera e Senato?

Intanto, dopo l’incontro al Quirinale con il capo dello Stato i presidenti di Camera e Senato studiano le modalità con cui in Parlamento maggioranza e opposizione potrebbero collaborare. L’ipotesi più accreditata sembra l’istituzione di una super conferenza unificata dei capigruppo. Con componenti di Palazzo Madama e Montecitorio più i due presidenti. Roberto Fico è sembrato più ottimista, più cauta la Casellati per la quale andrebbe prima definito il metodo di lavoro. In questo momento, però, risulterebbe il centrodestra quello più diviso sull’argomento. Berlusconi diverse volte si è detto disponibile a ricucire con la maggioranza ma a condizione di scrivere insieme la legge di Bilancio. Fratelli d’Italia non vuole nuovi organismi parlamentari e preferirebbe affidarsi alle commissioni già esistenti. La Lega, dal canto suo, con i durissimi attacchi al Governo delle ultime ore rischia di fa saltare il tavolo delle trattative su più fronti. Il filo del dialogo è davvero esile. E Salvini non sembra proprio volerlo rafforzare. 

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