La verifica di governo

Conte cerca una sintesi sul Recovery Fund per arginare Renzi

Oggi e domani gli incontri con le forze di maggioranza sulle risorse europee. Il fuoco incrociato di Iv non dà tregua ma il Pd si schiera con il premier

Conte cerca una sintesi sul Recovery Fund per arginare Renzi

E’ una battaglia politica che si sta consumando tra tatticismi, prove di forza e trinceramenti quella sulla verifica di governo. Ma il bandolo della matassa ce l’ha in mano il Quirinale. Perché se è vero che ‘Mattarella non vuole il voto anticipato’, come rivelano alcune indiscrezioni, le ipotesi in campo potrebbero essere diverse. E il vicolo cieco in cui si è infilato Matteo Renzi avrebbe una via d’uscita. In caso contrario sarà una partita da vincere sulla resistenza. Il Pd insiste: “dopo c’è solo il voto”.

 

Ma Italia Viva punta ad altre opzioni. Dal canto suo Palazzo Chigi è pronto a parlamentarizzare la crisi – come ha già fatto più di un anno fa con Salvini - costringendo Italia Viva a metterci la faccia facendo mancare la fiducia in Aula. E spacchetta i temi in discussione convocando sul Recovery Fund i partiti giallorossi. Oggi alle 16 insieme ai ministri dell’Economia e delle Politiche Europee, Gualtieri e Amendola, Conte vedrà prima la delegazione del M5S e poi il Pd. Domani sarà la volta di Italia e Leu.

 

Italia Viva punta a sostituire Conte

Il bombardamento mediatico di Italia Viva è senza sosta. Tra interviste, dichiarazioni social, indiscrezioni fatte trapelare e note ufficiali di partito gli esponenti di Italia Viva tengono ancora il premier sotto assedio. Dalle pagine del Corriere della Sera la ministra Elena Bonetti conferma oggi, per l’ennesima volta, che lei e la collega Teresa Bellanova “se non arrivano risposte sono pronte a fare un passo indietro e rinunciare all’incarico”. Ettore Rosato, vice presidente della Camera in un’intervista a Repubblica avverte: "Se qualcuno pensa che l’unica soluzione per il governo del Paese sia Conte, beh, non ci iscriviamo a questa lettura. Ripeto: questo governo, questo metodo, questo approccio non è il solo possibile”. Poi ribadisce che l’opzione in discussione è una sola: “vogliamo che Conte ci dica se questa compagine governativa ha la forza di riscrivere metodo e contenuti”. Formula che vuol dire tutto e niente ma che assomiglia a un nuovo ultimatum. Dalle pagine social interviene anche Renzi: noi “stiamo discutendo di come affrontare l'emergenza coronavirus. Non si può continuare a dire 'andrà tutto bene'”.

 

E riapre il capitolo Mes. “Bisogna mettere i soldi nella sanità. Si chiama Mes, sono 36 miliardi per i nostri ospedali, i nostri dottori, i nostri studenti, e io penso si debbano prendere subito. Lega e 5 stelle dicono di no, perché sono populisti e antieuropei come al tempo del Conte I”. Tutto lascia pensare che il senatore di Rignano abbia alzato il tiro. Non gli basta più il rimpasto, possibilità a cui il premier avrebbe già aperto da diversi giorni. E nemmeno rivedere lo schema della governance sul Recovery Fund, compresa la cabina di regia. Italia Viva sembra puntare a sostituire il capitano di Palazzo Chigi. Ma su questo punto il Pd è irremovibile. Se Conte cade si va alle elezioni: “Conte contro Salvini e ce la giochiamo”, chiarisce Dario Franceschini, ministro della Cultura e capo delegazione dem nell’esecutivo. Ed è ovvio che dalla coalizione con sinistra e 5S Renzi stavolta resterebbe rigorosamente fuori.

 

Italia Viva più isolata

?Palazzo Chigi prova a giocare la carta della trattativa separata sui dossier oggetto della verifica. Gli incontri di oggi e domani sul Recovery Fund dovrebbero confermare che il governo è disposto a ridurre i poteri della cabina di regia. E con ogni probabilità a cambiare anche lo schema dei 6 manager affidando al Parlamento un controllo capillare sul Piano di ripresa e Resilienza. In questo caso continuare sulla linea dura diverrebbe molto difficile per la pattuglia renziana. Che di giorno in giorno risulta sempre più isolata. Già ieri Luigi Di Maio aveva dichiarato: “Ora è folle mettere in discussione Conte”. E oggi il ministro pentastellato Alfonso Bonafede: “L'Italia si prepara ad affrontare un Natale molto difficile e dobbiamo continuare a lavorare per rispondere coi fatti alle sfide che abbiamo davanti. E’ questo che i cittadini si aspettano da noi, non sterili polemiche che rischiano soltanto di danneggiare il Paese”.

 

Anche Leu attacca: "Si discuta nel merito della ripartizione dei fondi e sulla governance del Recovery fund e non lo si usi come arma dialettica per picconare il governo. Giusto approfondire ma aprire una crisi al buio in piena crisi economica e in emergenza sanitaria sarebbe un errore imperdonabile”. Resta da vedere quello che accadrà nei prossimi giorni una volta approvata la manovra di Bilancio. Fino ad allora Italia Viva ha promesso di star buona. Intanto il Colle osserva a distanza augurandosi che la trattativa tra il governo e la maggioranza vada a buon fine. Se tuttavia ciò non dovesse verificarsi l’esito della crisi è tutta nelle mani di Mattarella e della sua saggezza.

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