Quando e quanto si rischia a violare i divieti previsti per il periodo natalizio? Se lo sono chiesti in molti, anche in queste ore in cui si parla di nuove restrizioni nei giorni festivi e prefestivi a ridosso di Natale e Capodanno. Alle domande ha cercato di rispondere anche il Viminale, dopo che per alcuni giorni si era diffusa la voce che il Dpcm 3 dicembre si fosse “dimenticato” di prevedere apposite sanzioni per i trasgressori. Il ministero dell’Interno ha dunque chiarito non solo saranno intensificati i controlli, specie per i giorni del 25 e 26 dicembre e per il 1° gennaio (quando è previsto il blocco degli spostamenti anche tra Comuni), ma potrebbero arrivare multe salate, da 400 a 1.000 euro.
Multe confermate per i trasgressori
«La norma cardine del sistema regolatorio delle misure di contenimento della diffusione del virus è e continua a essere l’articolo 1 del Decreto legge 25 marzo 2020, poi convertito in legge» ha chiarito il capo di Gabinetto del Viminale, Bruno Frattasi, dopo le voci sulla mancanza di sanzioni. «Il dubbio era sorto perché nell’ultimo Dpcm non erano previste indicazioni specifiche, ma per il semplice motivo che ci si rifà al precedente Decreto legge. Non punire i trasgressori in questo momento sarebbe un’aberrazione giuridica, vorrebbe dire creare una disparità di trattamento tra chi non rispetta i divieti oggi e chi non li ha rispettati la scorsa primavera» conferma a The Italian Times l’avvocato Marisa Marraffino.
Da 400 a 1.000 per chi viola i divieti
Le sanzioni, dunque, ci sono e vanno da 400 (se pagate entro 60 giorni) a 1.000 euro, che però possono scendere a 280 euro se pagate entro 5 giorni. Sono le stesse previste anche per il mancato uso della mascherina nei luoghi pubblici, aperti o chiusi; il mancato rispetto del distanziamento sociale minimo di 1 metro; gli assembramenti; la mancata osservanza del coprifuoco; la violazione della quarantena e isolamento precauzionale prevista in caso di contatto a rischio con un positivo o in attesa di tampone e la circolazione con febbre oltre 37,5°C. Le stesse multe sono elevate anche a chi consuma i pasti o le bevande da asporto sul posto.
Attenzione, però, ad alcune eccezioni. Se si esce in auto, per esempio, le sanzioni aumentano di un terzo. In caso di recidiva, invece, le multe salgono a 560 euro.
Attenzione a non dichiarare il falso
La situazione potrebbe peggiorare, invece, in caso di “bugie”. Se si dichiara il falso, infatti, scatta la violazione dell’articolo 483 del Codice penale, che comporta pene molto più severe come la reclusione fino a due anni, dunque compreso il fatto di macchiare la propria fedina penale. «Le prime notifiche sono già arrivate, riguardano violazioni commesse da persone che, per esempio, erano uscite non rispettando i precedenti divieti di spostamento come nelle zone rosse, dicendo di essere andati a fare la spesa o a fare attività motoria mentre magari si trovavano con amici o fidanzati/e» spiega Marraffino, che mette in guardia: «Se si dichiara il falso si rischia grosso: arrivano decreti penali che possono macchiare il proprio casellario penale, dunque rimanere come precedenti penali, anche se non c’è l’arresto, ma solo la pena pecuniaria».
I rischi penali
Se dunque ci si vede arrivare un decreto penale di condanna, è bene ricordare che non si tratta di una semplice multa: «Intanto si tratta di importi notevoli. Nel caso di due ragazzi sorpresi a fumare in compagnia sotto casa di un amico in pieno lockdown, la cifra prevista è di 2.250 euro ciascuno. Ma soprattutto bisogna fare attenzione che si tratta di una pena alla reclusione convertita in pena pecuniaria, che però rimane come precedente penale. Se si legge con attenzione la notifica, si nota in fondo alla pagina che ci sono 15 giorni di tempo per fare opposizione, quindi per addurre motivazioni plausibili a propria discolpa. Questo non sempre è possibile, a meno di non avere avuto davvero validi motivi per violare il divieto» spiega l’esperta legale.
Le multe per violazione della quarantena
In aggiunta alle multe per violazione dei divieti di spostamento, sono poi confermate quelle per il non rispetto della quarantena se si è positivi, che valgono in tutte le zone d’Italia, a prescindere dal colore della Regione: «L’articolo 7 del Decreto legge 19/2020 prevede una reclusione da 3 a 18 mesi, oltre a un’ammenda da 500 a 5.000 euro. Lo stesso accade se si esce di casa con febbre oltre 37.5°C e sindromi respiratorie, perché si intende come inottemperanza dell’obbligo di stare a casa con sintomi compatibili con il Covid, come previsto dal Dpcm del 13 ottobre 2020» conferma Marraffino.
Cosa rischiano ristoranti, bar e negozi aperti
Anche i gestori di esercizi commerciali, come negozi, bar e ristoranti che dovessero tenere aperti i propri locali rischiano sanzioni da 400 € (con possibilità di riduzione a 280€). Lo stesso tipo di multa potrà essere elevata dalla Guardia di Finanza nei confronti di palestre, sale giochi, teatri, cinema, locali, ecc. che dovessero aprire quando non è consentito, come in queste settimane. «In tutti questi casi è prevista una multa di tipo amministrativo, da 400 a 1.000 euro, ma possono scattare anche sanzioni accessorie come la chiusura per 5 giorni per impedire la prosecuzione della violazione, in base alla legge 74 del 2020» conclude Marisa Marraffino.