Voto di fiducia in bilico

Governo, gruppo di costruttori con Maie, Psi e transfughi di Fi e Iv

Il Premier Conte sarà lunedì alla Camera e martedì al Senato. Ancora qualche giorno di tempo per trovare i voti necessari, prima della conta in Aula

Governo, gruppo di costruttori con Maie, Psi e transfughi di Fi e Iv

Il passaggio formale ci sarà lunedì 18 e martedì 19. Quando il premier Conte si recherà prima alla Camera e poi al Senato per le sue comunicazioni sulla situazione politica e per chiedere al Parlamento il voto di fiducia. Fino ad allora il governo, privo del sostegno di Italia Viva e delle due ministre renziane, resterà in una specie di ‘limbo’ che si concluderà con la ‘conta’ in Aula. A quel punto il secondo esecutivo Conte o rimarrà in piedi perché otterrà i voti necessari alla fiducia o, se questa venisse meno, concluderà la sua esperienza con le dimissioni del premier nelle mani del capo dello Stato. Solo allora si aprirebbe formalmente la crisi di governo.

 

Il nuovo gruppo parlamentare

Con Pd, M5S e Leu il premier ha pochi giorni di tempo per lavorare alla formazione di un gruppo di ‘responsabili’ in Senato (dove c’è il problema dei numeri), che ora tutti preferiscono chiamare ‘costruttori’. La differenza non è formale ma sostanziale. Perché l’obiettivo del presidente del Consiglio è che si costituisca una nuova componente parlamentare che non sia solo in grado di sostituire la pattuglia renziana, ma che rappresenti un progetto politico con una sua dignità. L’ipotesi, peraltro, è l’unica che potrebbe tranquillizzare il Quirinale che non vede di buon occhio maggioranze di transfughi fine a se stesse e incapaci di garantire stabilità all’azione del governo. Per la creazione di un nuovo gruppo parlamentare serve però il simbolo di un partito che si è presentato alle elezioni precedenti. L’aiuto verrebbe offerto dagli eletti all’estero del Maie. O dal socialista Riccardo Nencini, lo stesso che ha permesso a Renzi con il suo simbolo di creare un gruppo quando ha abbandonato il Pd.

 

L’idea di una forza politica di centro con Conte leader

A chiarire il quadro ci pensa Bruno Tabacci, presidente di Centro Democratico-Italiani in Europa, parlamentare di lungo corso, ex Dc, ex Margherita e ora alla sua quinta legislatura. “L’obiettivo”, dice in un’intervista al Corriere, “è arrivare a una maggioranza non episodica, né costituita da parlamentari isolati”. Al Senato “i numeri potrebbero esserci”. Nessun partito di Conte però, ma un contenitore “di impostazione popolare, europeista, in grado di intercettare anche il voto moderato”.  Un polo di cui il premier “possa diventare l'immagine e il leader, rivendicando il ruolo importante avuto nel recupero del rapporto con l'Europa e nell'affrontare l'emergenza della pandemia”. L’orizzonte a cui si guarda è ampio. Mastella “non essendo parlamentare” non può vare un ruolo attivo, ma “potrebbe farne parte sua moglie, la senatrice Sandra Lonardo”. E “in Forza Italia ci sono parlamentari che, dall'interno di quel partito, guardano con simpatia a un nuovo polo moderato che con i suoi voti riesca a salvare la legislatura”. 

 

I nomi che potrebbero passare in maggioranza

Senatori che hanno già votato la fiducia in passato e che sarebbe disposti a farlo ancora sono De Bonis e l’ex grillino De Falco. E proprio tra gli ex del M5S si guarda con attenzione: ci sarebbero anche Lello Ciampolillo e Michele Giarrusso. L’appello alla responsabilità del ministro dem degli Affari regionali, Francesco Boccia, che si è rivolto apertamente ai senatori renziani, ricordando loro di essere stati eletti nelle file del Pd, potrebbe aprire una breccia. I rumors danno come pronti ad abbandonare l’ex rottamatore Vincenzo Carbone, Gelsomina Vono e Eugenio Comencini. Tra i berlusconiani, invece, lavorerebbero per sostenere il governo Renata Polverini e Renato Brunetta. Nella componente Udc potrebbero allargare i confini della maggioranza Paola Binetti e Anna Minuto. E poi da contare ci sono i senatori a vita Mario Monti ed Elena Cattaneo, mentre resta l’incognita di Giorgio Napolitano, Renzo Piano, Carlo Rubbia e Liliana Segre che da tempo non partecipano alle votazioni. Ma non è detto che stavolta non siano presenti. Lo scopo in ogni caso è arrivare e, se possibile superare, i 161 voti.

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