Cambiano le pagelle

Scuola 2021, niente più voti: ecco quali sono i 4 giudizi descrittivi

Alla scuola primaria spariscono le valutazioni numeriche in decimali che erano stati reintrodotti dall’ex ministro Gelmini. Ecco cosa cambia e da quando

Scuola 2021, niente più voti: ecco quali sono i 4 giudizi descrittivi

Scuola, si cambia. Di nuovo.

 

Mentre si discute del ritorno alla didattica in presenza per tutti gli studenti, compresi quelli delle superiori, dal 7 gennaio, tengono banco altre novità come lo stop ai voti espressi in numeri alla scuola primaria. Se ne discuteva da tempo, soprattutto tra insegnanti, educatori, pedagogisti e genitori, non sempre d’accordo sull’utilità e l’efficacia delle valutazioni in decimali, specie per i più piccoli. Da gennaio, però, le pagelle cambieranno.

 

Arrivano, infatti, i giudizi descrittivi, che saranno di quattro tipi. 

 

Scuola 2021, come e da quando cambiano le pagelle

A prevedere una mini-rivoluzione nella scuola primaria è stato il Decreto scuola convertito nella legge n. 41/2020, risalente alla scorsa estate ma rimasto di fatto “lettera morta” fino ad ora, quando un’ordinanza ministeriale ha dato attuazione al progetto che di fatto cancella i voti espressi in numeri per le valutazioni degli alunni delle elementari. Perché la novità sia effettiva manca solo il via libera del Consiglio superiore della pubblica istruzione, che però si prevede arrivi in tempo perché i voti spariscano già dagli scrutini di metà anno, dunque da fine gennaio. I pagellini, consultabili ormai da tempo solo online sul registro elettronico, conterranno dunque solo giudizi descrittivi, suddivisi in quattro livelli. 

 

I 4 giudizi descrittivi che sostituiscono i voti numerici

Gli insegnanti sono dunque chiamati a valutare gli alunni sulla base di una griglia che prevede quattro livelli: 

  • Avanzato: è il giudizio riservato all’alunno che è in grado di portare a termine “compiti assegnati in situazioni note e non note, mobilitando una varietà di risorse sia fornite dal docente, sia reperite altrove, in modo autonomo e con continuità”. Insomma, si tratta di bambini che hanno raggiunto un livello di indipendenza e un grado di apprendimento ottimale;

  • Intermedio: si tratta dell’alunno che “porta a termine i compiti solo in situazioni note e utilizzando le risorse fornite dal docente, sia in modo autonomo ma discontinuo, sia in modo non autonomo, ma con continuità”. In questo caso il bambino, pur rispondendo con efficacia alle indicazioni offerte, può migliorare aumentando il proprio livello di autonomia;

  • Base: “l’alunno porta a termine compiti solo in situazioni note e utilizzando le risorse fornite dal docente, sia in modo autonomo ma discontinuo, sia in modo non autonomo, ma con continuità”. Rispetto al livello intermedio il lavoro da fare va nella direzione di una maggiore capacità di risposta anche in situazioni non note e non guidate direttamente dall’insegnante;

  • In via di prima acquisizione: è il quarto livello in cui rientra chi “porta a termine compiti solo in situazioni note e unicamente con il supporto del docente e di risorse fornite appositamente”. 

I giudizi descrittivi saranno espressi per tutte le materie, compresa Educazione civica, che sono previste dalle Indicazioni nazionali per il curricolo. 

 

Le eccezioni ai giudizi descrittivi sulle pagelle

Faranno eccezione a questa grigliale valutazioni riservate agli alunni con disabilità certificata, che saranno effettuate in base agli obiettivi dei singoli, individuati nel Piano educativo individualizzato (Pei). Discorso analogo anche per i Dsa, gli alunni con Disturbi specifici dell’apprendimento, che seguiranno il Piano didattico personalizzato (Pdp). 

 

Scuola 2021, perché si cambia dal 7 gennaio:

Il passaggio dalle valutazioni numerico-decimali a quelle descrittive era invocato da tempo ed è stato sostenuto dal ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, per rispondere al criterio di una “valutazione più trasparente” e adeguata all’età. Nell’esprimere il giudizio si terrà conto del percorso seguito da ciascun alunno e dei suoi miglioramenti. 

 

I numeri, però, rimarranno sia alla scuola secondaria di primo grado (medie) che in quella secondaria di secondo grado (superiori). I voti numerici erano stati introdotti dall’ex titolare del MIUR, Maria Stella Gelmini, nel 2009. In precedenza si è più volte cambiato il metodo di valutazione. Inizialmente un Regio Decreto degli anni ‘20 stabiliva che fosse il preside ad assegnare il voto agli studenti, su base numerica e seguendo le indicazioni espressa dai docenti, andando da 10 a 6. Poi, dal 1977 gli alunni delle elementari sono stati valutati seguendo una scala di giudizi (Moltissimo, Molto, Sufficiente e Insufficiente), ma alle medie era prevista una gamma più ampia (Eccellente, pari a 10 e lode, Ottimo, Distinto. Buono, Discreto, Sufficiente e Non sufficiente). 

 

Infine, nel 1993 si è sperimentata la “strada americana” con il ricorso alle lettere, da A a E, fino al 2008 quando Gelmini a voluto il ritorno ai numeri, diventato effettivo a partire dagli scrutini del 2009. 

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA