Ultimo giorno di consultazioni

Draghi alle forze politiche: fisco “progressivo”, niente flat tax

Meloni conferma “no alla fiducia”. Leu “accoglie appello di Mattarella” e dice: con Pd e 5S “Resti alleanza”. Berlusconi a Roma guida delegazione di FI

Draghi alle forze politiche: fisco “progressivo”, niente flat tax

Non si parla di ministri ma di perimetro programmatico. Per il secondo giro di consultazioni che si concluderà oggi il presidente incaricato, Mario Draghi, sta incontrando a Montecitorio le delegazioni dei principali partiti. Stamane ha visto Maie, Leu, Italia Viva e Fratelli d’Italia. Nel pomeriggio toccherà a Pd, Lega e M5S. Forza Italia sarà guidata da Silvio Berlusconi arrivato appositamente a Roma. Al centro dei colloqui, come già ieri con i partiti più piccoli, le riforme che servono al Paese per blindare le risorse del Recovery Plan e le priorità da affrontare. Il programma di governo, illustrato ai gruppi parlamentari nei “pilastri generali”, verrà “dettagliato in Parlamento” al momento della fiducia.

 

L’ex presidente della Banca Centrale Europea vuole in ogni caso un governo di impronta europeista, atlantista e ambientalista. Sanità e campagna vaccinale i punti cardine per uscire dall’emergenza. “A breve" dovrebbero arrivare dalla Ue “novità positive” in merito ai contratti con le ditte produttrici, avrebbe riferito Draghi durante gli incontri, mentre sul fronte interno bisognerà migliorare la logistica per velocizzarne la somministrazione a partire dai professori e dal personale scolastico. Fisco, pubblica amministrazione e giustizia civile i settori chiave da riformare. Il fisco dovrà prevedere “una rimodulazione delle aliquote e degli scaglioni” e la “progressività” dell'imposizione ma niente “nuove tasse o imposte”. Piuttosto bisognerà aggredire “il male endemico” dell'evasione fiscale. Domani a Montecitorio sono attesi i sindacati confederali e Confindustria e a seguire Regioni, Anci e Upi.

Le posizioni dei gruppi parlamentari

Ad eccezione di Fratelli d’Italia la cui posizione è immutata, “non voteremo la fiducia” ha ribadito Giorgia Meloni, ma “siamo a disposizione della Nazione per tutto quello che può essere utile”, le forze politiche ascoltate in mattinata hanno sostanzialmente confermato sostegno al presidente incaricato. Attesa tuttavia per Leu che nei giorni passati non aveva nascosto perplessità sull’ipotesi di un’alleanza con la Lega. 

“Abbiamo riconfermato la nostra disponibilità ad accogliere l'appello del presidente Mattarella”, ha detto Federico Fornaro al termine dell’incontro “solo programmatico” con l’ex numero uno di via Nazionale. Leu spera in “un atteggiamento univoco con Pd e M5S” ma sospende il giudizio per dare “una valutazione complessiva dopo che il presidente avrà completato le ulteriori fasi”. Fornaro ha spiegato che “non esistono governi tecnici: sono tutti politici in quanto hanno bisogno di una maggioranza parlamentare. Il paravento del governo tecnico non è una risposta”. La capogruppo del Misto al Senato, Loredana De Petris, ha ribadito che “il confronto è ancoratissimo al profilo programmatico” e ha ammesso che in Leu “è in corso un dibattito”. Per la senatrice “è opportuno che ci sia, dopo la presentazione accurata del programma, un processo di confronto e condivisione” con Pd e M5S perché anche per il futuro “questa alleanza è strategica per il Paese”. 

 

Che il governo “sia politico o tecnico” per Italia Viva non è un problema. I renziani hanno ribadito “pieno sostegno” a Draghi in risposta all’ “importante appello di Mattarella che tiene conto delle condizioni del Paese che ha bisogno che il meglio delle forze parlamentari e sociali siano impegnati a costruire un futuro”. Nessun problema nemmeno a stare con la Lega in maggioranza: "Il programma ci vede assolutamente convinti: punta su questioni su cui battiamo da tempo”. Sì incondizionato anche da Maie-Centro democratico: “Condividiamo gli obiettivi certamente europeisti del governo che vogliamo davvero raggiunga il risultato. Siamo nati da un appello di Mattarella ai costruttori. Siamo davvero lieti che il 90% del Parlamento sia diventato europeista e costruttore…”.

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