Il caso Attanasio

Congo, ucciso procuratore che indagava sulla morte di Attanasio

Molte le analogie tra la morte del giudice e le circostanze della morte del diplomatico italiano. Stessa strada e modalità. Tornava da un summit delicato

Congo, ucciso procuratore che indagava sulla morte di Attanasio

La morte del procuratore è avvenuta a una decina di giorni da quella di Luca Attanasio, ucciso il 22 febbraio scorso nella Repubblica Democratica del Congo. Potrebbe essere una coincidenza, ma il fatto che l’uomo stesse indagando proprio sull’uccisione del diplomatico italiano desta qualche sospetto.

Ecco cosa è successo.

 

L’imboscata e la morte del procuratore

L’agguato è avvenuto a circa 20 chilometri di distanza dal luogo in cui era stato ucciso anche Luca Attanasio a Kibumba. Questa volta a perdere la vita è stato il procuratore militare capo del territorio di Rutshuru, William Hassani. Proprio il villaggio di Rutshuru era la meta del trasferimento che stava compiendo Attanasio quando è stato sorpreso dai killer e dove ha sede la missione del Programma alimentare mondiale dell’Onu (Pam), a cui partecipava l’ambasciatore italiano.

 

Hassani, che era scortato da un piccolo contingente di soldati alcuni dei quali rimasti feriti, è stato ucciso di ritorno da Goma, dove si era svolto un incontro con le massime rappresentanze locali per affrontare il tema della sicurezza nell’area.

 

Il summit sulla sicurezza, poi l’agguato

Al summit aveva preso parte Emmanuel Demerode, il direttore belga del Parco Virunga, le cui guardie era intervenute per prima dopo l’imboscata ad Attanasio e alla sua guardia del corpo. Al vertice avevano partecipato anche i rappresentanti dell’esercito congolese, di stanza vicino Kibumba il giorno della morte del diplomatico, e il capo delle indagini sulla morte di Attanasio, il generale Vital Awashango.

 

Le analogie con il caso Attanasio

Moltissime le analogie tra l’esecuzione del procuratore e le circostanze in cui ha trovato la morte Attanasio: non solo la strada (la stessa), ma anche le modalità e la tempistica, cioè proprio dopo il vertice per analizzare gli indizi sulla morte del diplomatico. Secondo l’esercito congolese la responsabilità del secondo agguato è da attribuire a un gruppo di soldati criminali.

 

Il procuratore capo, come si legge in una nota delle stesse forze armate congolesi, viaggiava a bordo di una jeep da Goma a Kaunga. A ucciderlo sarebbero stati i militari del 3416esimo reggimento, impegnati in quel momento nella razzìa di un villaggio vicino.

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