Vertice sui dossier di via Arenula

Giustizia, la ‘road map’ di Cartabia per riforme e Recovery Plan

Il metodo della neo ministra mette d’accordo le forze politiche. Al via gruppi di lavoro: il tema della prescrizione trattato insieme al processo penale.

Giustizia, la ‘road map’ di Cartabia per riforme e Recovery Plan

La riforma del processo penale e le modifiche alla prescrizione cammineranno sullo stesso binario. Marta Cartabia non cambia idea e conferma, anzi, la necessità di affrontare i due temi insieme cercando una sintesi tra posizioni diverse. Ma senza stravolgere il lavoro fatto in precedenza, dunque senza forzature né strappi rispetto al passato. L’incontro di oggi tra la Guardasigilli e i presidenti delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato e i capigruppo della maggioranza delle due mini-assemblee è servito a fissare una ‘road map’ sui temi principali che via Arenula deve affrontare. Con un calendario e un metodo di lavoro basato sul “dialogo” e sulla “centralità del Parlamento”. 


L’idea della neo ministra della Giustizia è quella di costituire “gruppi di studio” dedicati alle riforme del processo civile e penale e dell’ordinamento giudiziario. Che dovranno studiare e approfondire le modifiche da apportare ai disegni di legge delega di riformaapprovati dal precedente governo e ora all'esame del Parlamento. Si tratta dei ddl presentati dal suo predecessore, il ministro pentastellato, Alfonso Bonafede. Per i quali, nelle intenzioni di Cartabia, gli emendamenti potrebbero essere presentati fino ad aprile per poi arrivare all’approvazione dei testi definitivi in estate. Un gruppo di lavoro, in collaborazione con il Mef, potrebbe essere dedicato alla gestione dell'arretrato tributario in Cassazione.

 

Alla base del confronto avviato oggi c’è la necessità di agire rapidamente – queste riforme le chiede l’Europa, ha ricordato la ministra – ma lavorando con spirito di collaborazione sui contenuti, su cui già in passato lo scontro politico è stato durissimo. La prescrizione resta il nodo più difficile da sciogliere. Quello che ha visto contrapposte diverse forze parlamentari, che oggi si ritrovano alleate al governo. Il Movimento Cinquestelle non vuole modifiche al testo Bonafede. Azione, Italia viva e Forza Italia chiedono invece di cambiarlo prima di affrontare la legge sul processo penale. Ma la Cartabia ha deciso. I due filoni non verranno spacchettati: dovranno procedere insieme perché legati l’uno all’altro. 

 

Sul tavolo della ministra preme anche il dossier sul Recovery Plan: il “primo obiettivo” del Governo riguarda il “cantiere aperto” del Piano italiano, ha detto la titolare di via Arenula. Digitalizzazione, aumento degli investimenti sul personale e per l’edilizia carceraria: ci sono da spendere 2,7 miliardi per migliorare la macchina della Giustizia, renderla più efficiente, uniformarsi agli standard che richiede l’Ue. Ma il vertice odierno sembra già aver dato qualche frutto.

Almeno nello spirito con cui la politica ha risposto alle indicazioni dell’ex presidente della Corte Costituzionale. Apprezzamento sul ‘metodo Cartabia’, arriva dal capogruppo Pd in commissione Giustizia, Franco Mirabelli. E Mario Perantoni, presidente grillino della stessa commissione, parla di “incontro positivo”. Condivido, dice, “le priorità e le modalità proposte per proseguire il lavoro con questa maggioranza”. Anche la Lega è “pronta a collaborare” mentre Enrico Costa, deputato di Azione, avverte: “Ci sono norme approvate dal governo Conte, ad esempio la riforma della prescrizione, che rischiano di influenzare negativamente il processo legislativo di riforma del processo penale”. Il deputato del partito di Carlo Calenda le definisce “pericolose bandierine” che, “se non rimosse, ostacoleranno il lavoro parlamentare”. Per il sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto di Forza Italia, l’ “interlocuzione avviata dalla ministra” è il segno di “un grande cambiamento. Non ci saranno più scelte unilaterali”, dice.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA