Letta vede Gualtieri: su candidatura a Roma nulla ancora è deciso

“Inutili fughe in avanti” che né il neo-segretario, Enrico Letta, né il possibile candidato, Roberto Gualtieri, sembra abbiano apprezzato. La notizia circolata sulla candidatura dell’ex ministro dell’Economia a sindaco della Capitale non trova conferma da parte di entrambi. Letta e Gualtieri si sono incontrati oggi manifestando “irritazione” per l’accaduto. Fonti di partito riferiscono che ogni decisone sulla corsa al Campidoglio è rinviata ad aprile, quando il Pd fisserà tempi e modalità per le amministrative. Lo stesso ex ministro sarebbe ancora in fase di riflessione. In ogni caso, Roma adesso ha altre priorità per via della pandemia e la data delle elezioni non è stata ancora fissata. Goffredo Bettini intanto avverte: “serviranno le primarie, chiunque si candidi”.

La discesa nell’agone romano di Gualtieri, data per certa solo 24 ore fa, in effetti si è presentata subito come un’improvvisa accelerazione. Che ha lasciato più di qualcuno a bocca aperta. Ma limitarsi a pensare che sia stato un errore di comunicazione sarebbe fuorviante. Non è così sbagliato ipotizzare che si sia trattato del tentativo, piuttosto maldestro, di un blocco del partito romano di puntellare la candidatura di Gualtieri, mettendo Letta di fronte al fatto compiuto. Ma dal segretario è arrivato l’altolà all’operazione. Gioco forza ha fermato la macchina che era già partita e si è preso del tempo, pur considerando quello dell’ex titolare del Mef “un ottimo nome”.

A Roma però la situazione resta ingarbugliata. Ed è nella Capitale che l’alleanza con il Movimento Cinquestelle appare irrealizzabile, almeno al primo turno. La sindaca non rinuncia all’auto-candidatura e col tempo ha riscosso pure l’appoggio dei vertici pentastellati. “Massimo sostegno alla nostra guerriera Virginia Raggi”, scrive oggi sul suo blog Beppe Grillo, commentando un post in cui la sindaca attacca duramente la Regione per le scelte operate sulla discarica di Monte Carnevale. L’offensiva nei confronti di Zingaretti dunque continua, nonostante il M5S sia entrato nel governo regionale. Una guerra di posizione cominciata da tempo, ma che alla fine favorirà il Pd.