La spy story

Spionaggio, 181 documenti ceduti da Walter Biot. Gip: resta in carcere

L’ufficiale in contatto con i russi da 5 mesi. Ad incastrarlo un video, 4 smartphone e i pc. Sarebbero 80 le spie russe in Italia. Pronti gli 007 italiani

Spionaggio, 181 documenti ceduti da Walter Biot. Gip: resta in carcere

Dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere, per il Capitano di Fregata Walter Biot quella appena trascorsa è stata una nuova notte in cella, nel carcere di Regina Coeli a Roma, dove lo ha incontrato il legale, Roberto De Vita. Intanto emergono nuovi dettagli sulla vicenda, mentre sono stati espulsi i due funzionari russi ai quali l’ufficiale della Marina militare avrebbe ceduto documenti top secret.

 

Il Gip: “Attività non isolata”

"Non è stata un'attività isolata e sporadica". Con queste motivazioni il Gip ha convalidato ieri il fermo nei confronti di Walter Biot, aggiungendo che ha utilizzato "modalità esecutive che mostrano in maniera palmare l'estrema pericolosità del soggetto stante la professionalità dimostrata nel compimento delle suddette azione desumibile dai parecchi strumenti utilizzati (4 smartphone) e dagli accorgimenti adottati".

 

Dal contatto in ambasciata all’accordo

Secondo quanto emerso finora, i contatti tra Biot e i diplomatici russi proseguivano da 5 mesi, cioè da quando il militare sarebbe stato avvicinato in occasione di un ricevimento in Ambasciata. I russi avrebbero individuato nell’ufficiale l’uomo ideale, anche grazie al suo bisogno di denaro. Ad insospettire i servizi segreti interni italiani sarebbero stati i frequenti contatti tra Biot, Aleksej Nemudrov, addetto militare dell’ambasciata, e Dmitrij Ostroukhov, addetto per l’esercito, avvenuti a Palazzo Esercito, sede dello Stato Maggiore Difesa. Proprio Ostroukhov sarebbe stato ritenuto sospetto e dunque controllato.

Nell’ufficio di Biot sarebbero state piazzate "pulci" e telecamere nascoste, tanto da permettere di filmarlo mentre fotografava i documenti da passare poi ai russi. Microspie sarebbero state collocate anche nella sua auto, usata per incontrare Ostroukhov in un parcheggio a Spinaceto.

 

Gli smartphone, i pc, i documenti e il video che lo hanno incastrato

Un video del 25 marzo scorso, come riferisce il Corriere della Sera, mostra Biot seduto alla propria scrivania mentre fotografa lo schermo del proprio computer, per poi estrarre la scheda del telefono e nasconderla scatola di medicine, uscendo dalla stanza. Si tratterebbe della stessa scheda trovata il 30 marzo indosso a Dmitrij Ostroukhov. Sempre secondo quanto ricostruito, l’ufficiale italiano avrebbe utilizzato ben quattro cellulari per le conversazioni con il suo contatto russo, oltre a diversi pc.  Nell’incontro con l’addetto militare di Mosca, questo si sarebbe presentato con una valigetta con 5mila euro in cambio della consegna dei documenti classificati. Secondo indiscrezioni di stampa sarebbero “181 foto di materiale in gran parte classificato come ‘riservatissimo’ di cui 47 file ‘Nato secret’ classificati come ‘segreti’”.

Complessivamente le tre agenzie di servizi segreti russi — SVR, GRU, FSB — conterebbero su circa 80 uomini operativi in Italia, un terzo della forza diplomatica russa accreditata nel nostro Paese.

 

 La difesa del figlio di Biot: “L’ha fatto per mantenerci”

Dopo la moglie, anche uno dei figli di Biot lo ha difeso: "L'unica cosa che credo è che se mio padre ha fatto quello che ha fatto è stato per mantenere la famiglia, per mantenere la casa, non per andare contro lo Stato - ha spiegato il 24enne - Mia sorella ed io facciamo lavori part-time. Mio padre è l'unico che ci può mantenere".

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