I cambiamenti del pianeta

Google Earth, come viaggiare nel tempo con la funzione Timelapse

Il nuovo aggiornamento di Google Earth permette di vedere i tanti cambiamenti avvenuti sulla Terra dal 1984 al 2020. Un incredibile viaggio nel tempo

Google Earth, come viaggiare nel tempo con la funzione Timelapse

Com’è cambiato il nostro pianeta nel corso degli anni? A mostrare delle spettacolari immagini satellitari in 3D della Terra dal 1984 fino a oggi è Google Earth, grazie alla nuova funzione Timelapse.

Un aggiornamento già disponibile, realizzato in occasione della Giornata della Terra che si celebra il 22 aprile, che permette di esplorare il mondo da una prospettiva differente. Ossia focalizzata sulle sue innumerevoli trasformazioni.

 

Google Earth Timelapse: come funziona

Timelapse si basa su oltre 15 milioni di fotografie scattate negli ultimi 36 anni: un “viaggio nel tempo” alla scoperta di tutti i cambiamenti ambientali avvenuti in moltissime località. Basta collegarsi al sito hearth.google.com e scegliere la piattaforma “Voyager”, dove è possibile trovare appunto la funzione “timelapse”. Qui sono disponibili alcuni “tour guidati” di diverso tipo. Ci sono le “località in primo piano” ma anche le “storie”, con cinque tematiche: l’evoluzione delle foreste, l’espansione delle città, l’innalzamento delle temperature, le fonti di energia e la bellezza fragile della Terra. Finora sono stati caricati centinaia di video.

 

Timelapse di Google Earth: da dove arrivano le immagini?

Come spiegato dal colosso di Mountain View, la maggior parte di queste immagini provengono dai satelliti Landsat, che fanno parte del programma di osservazione della Terra delle agenzie USGS e NASA attivo dagli anni '70.
Dal 2015 le immagini di Landsat sono state combinate con quelle della missione Sentinel-2, che invece fa parte del programma di osservazione della Terra Copernicus, promosso dall'Unione europea e dell'Agenzia Spaziale Europea.
Per sviluppare la nuova funzione Timelapse, Google ha collaborato con CREATE Lab della Carnegie Mellon University. L’obiettivo è mostrare come la mano dell’uomo abbia trasformato le foreste, ma anche i corsi d’acqua; di come le città si stiano ampliando sempre di più e anche di quanto il nostro pianeta sia bellissimo, ma vulnerabile.

Fa un certo effetto constatare come il ghiacciaio Columbia, sulla costa meridionale dell’Alaska, si sia ritirato di oltre 20 chilomteri dal 1985 al 2020, soprattutto a causa dell’aumento delle temperature globali. Ma anche osservare la rapida urbanizzazione del deserto e la crescita di città come Dubai, diventata nel frattempo una metropoli.

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