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La celebrazione per la festa di Lag B'Omer, sul monte Meron, il raduno ebreo ortodosso più importante in Israele autorizzato dall'inizio della pandemia Covid, si è trasformata in tragedia: almeno 44 persone sono morte, e oltre 150 sono rimaste ferite, travolte e schiacciate nella calca mentre cercavano di scappare dal luogo del pellegrinaggio. Tra le vittime ci sono anche bambini.
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha parlato di "un enorme disastro”. Sulla causa del disastro ci sono ancora indagini in corso: all'inizio si pensava che fosse crollata una gradinata, ma secondo alcuni media locali il disastro sarebbe stato provocato, almeno in parte, dalla folla immensa stipata e spaventata che cercava di abbandonare il raduno attraverso un corridoio troppo stretto su una piattaforma di metallo scivolosa.
Le cause
Le prime informazioni parlavano di un cedimento strutturale, ma secondo il quotidiano israeliano Haaretz, la ressa si è creata dopo che alcune persone sono scivolate sui gradini di una tribuna, provocando la caduta di altre persone. "È successo tutto in una frazione di secondi; le persone sono cadute, calpestandosi a vicenda”, hanno raccontato alcuni testimoni. Tra i feriti 6 sono in condizioni critiche e 18 in condizioni gravi, per trasportare i feriti ci sono volute oltre 250 ambulanze e sei elicotteri, sul posto è stato allestito un ospedale da campo.
Secondo le stime diffuse dagli organizzatori, riportate dal Times of Israel, a monte Meron, in Galilea, c'erano circa 100 mila persone. Il raduno degli ultraortodossi era stato autorizzato dalle autorità per circa 10mila persone.
La ricorrenza celebra l'anniversario della morte del rabbino Shimon Bar Yochai, saggio ebreo vissuto nel secondo secolo d.C. e si svolge con l'accensione di falò.