Acque contese

Libia: colpi di mitraglia a 2 pescherecci di Mazara del Vallo

Il Comandante Giacalone dell’Aliseo è stato ferito dopo gli spari all’imbarcazione al largo di Misurata. Attivi nave ed elicottero della Marina italiana.

Libia: colpi di mitraglia a 2 pescherecci di Mazara del Vallo

Nel mezzo di una battuta di pesca al largo delle acque libiche, al largo delle coste di Misurata, nella parte nord-occidentale del Paese, il pescatori del peschereccio Aliseo, salpato dalla Capitaneria di Mazara del Vallo, hanno subito un attacco a fuoco da parte di una motovedetta della Guardia costiera della Libia. È stata l’ANSA a confermare che i colpi di mitraglia hanno ferito il Comandante Giuseppe Giacalone. Sono stati immediatamente attivati i soccorsi delle autorità italiane che ha dispiegato una nave della Marina militare (la fregata Libeccio) ed un elicottero del pronto intervento.

 

Bengasi: spari a “scopo di avvertimento”

La Marina libica ha smentito che la propria Guardia costiera possa aver causato l’incidente aprendo il fuoco verso i pescatori italiani. Tuttavia, ha risposto di aver sparato colpi di mitraglia in aria a “scopo di avvertimento” in modo da far arrestare la navigazione dei pescherecci sconfinate nelle acque territoriali della Libia. È quanto si apprende dall’ANSA che ha parlato al telefono con il Portavoce della Marina libica, Masoud Ibrahim Abdelsamad, che ha anche asserito che “gli italiani non hanno risposto ai ripetuti appelli” ad intervenire per evitare simili scontri in mare.

Non sono stati ancora comunicati alla stampa e alle autorità italiane ulteriori dettagli sulle dinamiche che hanno determinato l’esplosione di parte delle imbarcazioni e di come sia stato colpito Giacalone e quale sia la gravità delle ferite che riportato.

 

Nella serata tra il 2 e il 3 maggio, l’Aliseo ed altri 6 pescherecci (Antonino Pellegrino, Giuseppe Schiavone, Nuovo Cosimo, Anna Madre e Artemide) erano riusciti a fuggire ad un tentativo di sequestro in Libia da parte delle forze del Generale Khalifa Haftar al largo di Bengasi. Risulta che i libici avrebbero sparato colpi in aria per invitare il Comandante a fermare l'imbarcazione. Anche in quella vicenda, un colpo di mitra avrebbe colpito una parte del motopesca Giuseppe Schiavone, ma senza ferire nessuno dell'equipaggio.

La versione di Mazara

Il Sindaco Stefano Quinci, nuovamente in costante contatto con la Farnesina, ha cercato di fare luce su cosa sia realmente successo oggi ai pescatori di Mazara del Vallo. Dalle motovedette libiche sarebbero partiti colpi sparando “ad altezza d’uomo”. Non è la prima volta che si assiste a simili vicende e ai pericoli in cui spesso incorrono i pescatori a sud della Sicilia. Ma “è una novità che episodi del genere accadano al largo di Misurata”, ha spiegato il Sindaco parlando poi delle pesanti minacce lanciate dalle forze militari di Bengasi ormai da settimane.

 

 

Problemi “storici” sulle aree di pesca

La vicenda di oggi richiama l’attenzione su un hashtag (#liberateli #pescatoridimazara) che è era diventato virale sui Social e che aveva spinto anche l’Unione europea  a lanciare un appello da Bruxelles. Si tratta del sequestro dell’anno scorso - per mano dei militari del Generale libico, Khalifa Haftar - dei 18 membri dell’equipaggio dei pescherecci AntartideMedinea , sempre a Mazara del Vallo, di cui The Italian Times ha raccontato sviluppi ed esiti dopo 108 giorni di detenzione dei pescatori siciliani in Libia. Sono stati liberati e hanno fatto rientro dalle loro famiglie in Sicilia. Ma se è vero che la storia (dei pescatori di Mazara) si ripete, riemergono anche i problemi che derivano dagli accordi in essere sui diritti di pesca nelle aree marine (altamente pescose) comprese tra Italia e Libia.

È ormai quasi una routine per i pescatori siciliani il rischio di incorrere in sequestro nelle acque antistanti le coste libiche che rientrano nella Zona Economica Esclusiva (ZEE), tutelata dalle organizzazioni internazionali e da un accordo che stabilisce il limite entro le 12 miglia, ma che la Libia rivendica fino a 62 miglia. È di ieri la notizia che la Marina militare italiana ha neutralizzato l’ennesimo sgarbo da parte libica, bloccando il tentato abbordaggio di un’unità navale di Haftar nelle acque territoriali a nord di Bengasi.

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