Salvare la Motor Valley d’Italia

Stop Ue a benzina e diesel: Cingolani pro-deroga auto sportive luxury

Ragioni della proposta del Ministro per esonerare produzione auto sportive di lusso, mentre target climatici Ue puntano allo stop dei combustibili nel 2035.

Stop Ue a benzina e diesel: Cingolani pro-deroga auto sportive luxury

Nell’intervista a Bloomberg, il Ministro Roberto Cingolani parla dell’impegno a trovare soluzioni ed un accordo condiviso per aggirare i parametri troppo restrittivi della proposta Ue Fit for 55, tesa a vietare i motori a combustione (benzina e diesel) a partire dal 2035, eliminando le deroghe già dal 2030. La riposta da Bruxelles.

 

Escludere auto sportive di lusso: proposta da Roma

La progressiva eliminazione di auto e veicoli dotati di motore a combustione entro la data indicata dall’Ue (2035) potrebbe causare forti difficoltà al settore dell’automotive, nonostante gli sforzi di misurare i tempi della transizione per non recare danno all’industria. Nella sua intervista a Bloomberg al Forum Ambrosetti a Cernobbio, il Ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha fatto parlato dell’avvio di negoziazioni con Bruxelles per esonerare dallo stop (previsto per motori a benzina e diesel) le case che producono le cosiddette supercar (automobili sportive inserite nella categoria luxury). Tra queste, emergono leader di mercato come Ferrari e Lamborghini.

Secondo il Ministro Cingolani, gli obiettivi green dell’Esecutivo Ue, se declinati nel settore dei motori a combustione, metterebbero infatti a rischio l’industria italiana delle auto di lusso. Ma inflessibile sui nuovi target, l’Ue ha già risposto che le attuali esenzioni saranno rimosse nel 2030. E che tutti i produttori – senza eccezioni – dovranno adeguarsi.

 

Motori e batterie, la transizione per Cingolani

Queste auto hanno bisogno di una tecnologia speciale, di batterie per la transizione”, ha spiegato Cingolani sempre a Cernobbio, Ingegnere di formazione, temuto al momento della sua nomina per la capacità di basare le sue azioni sui fatti. E non sulle ideologie. “Un passo importante è che l'Italia acquisisca autonomia nella produzione di batterie ad alte prestazioni”, ha detto. È questo uno dei motivi per cui il Governo sta lavorando ad un programma ad hoc, il “Giga-factory per la produzione di batterie su larga scala.

 

Ottimismo del Ministro vs stretta dell’Ue

A fronte del grande ottimismo manifestato dal titolare del MITE, da Bruxelles sembra arrivare un segnale diverso. Cingolani ha parlato di talks, in corso con altri Paesi e partner dell’Unione, per trovare un accordo comune e condiviso sull’esenzione. Eppure Tim McPhie, Portavoce che risponde sul dossier al Berlaymont, ha detto di “non sono al corrente di tali discussioni” sull’ipotesi di un piano di azzeramento delle emissioni. In merito alle dichiarazioni di Cingolani, in sala stampa Ue, si è chiesto di fornire la posizione aggiornata dell’Ue.  

La Commissione non può esprimere alcuna valutazione sui commenti”, ha risposto McPhie. Ha poi puntualizzato che esistono “eccezioni” – già in vigore – “per le case automobilistiche che producono dai 1000 ai 10 mila veicoli all’anno”.  

Anche queste aziende “verranno rimosse entro il 2030 ai sensi della proposta che abbiamo messo sul tavolo a luglio”. Il maxi-pacchetto per il clima Fit for 55, in sostanza, non cede sul suo obiettivo già definito con i 27.

 

L’unicità della Motor Valley

Tra le varie ragioni per cui il Ministro Cingolani si espone per cambiare i rigidi criteri Ue stabiliti per il taglio delle emissioni, spicca quello di salvare il cuore pulsante della Motor Valley d’Italia. Con circa 16.500 imprese, più di 90.000 occupati e 16 miliardi di euro di fatturato annuale (di cui 7 miliardi sono assorbiti dall’export), la Motor Valley tiene alto, a livello globale, il nome di numerose multinazionali dell’automotive. A partire da grandi case come Automobili Lamborghini, Dallara, Ducati, Ferrari, Haas, Magneti Marelli, Maserati, Pagani e Toro Rosso.

10 sono gli specialisti di settore che vi operano, 188 i team sportivi, per non parlare dell’indotto e di tutti gli altri stakeholder. Ruota attorno a 4 autodromi mondiali (Modena, Varano, Imola e Misano), contando su 6 centri avanzati dedicati alla formazione, 6 società di costruttori, 13 Musei e 18 showroom.

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