Dossier antitrust

Ita rompe le trattative, oggi il dossier Alitalia al vaglio UE

Stop al dialogo tra l’azienda che ha rilevato l’ex compagnia di bandiera e i sindacati. Intanto l’antitrust Ue potrebbe intervenire già oggi. Cortei a Roma

Ita rompe le trattative, oggi il dossier Alitalia al vaglio UE

Non c’è pace su Alitalia, la ex compagnia di bandiera oggi sostituita da Ita. Mentre quest’ultima si prepara a partire con i primi voli dal 15 ottobre (ma rompe la trattativa con i sindacati), il Financial Times rivela che l’antitrust dell’Unione europea sarebbe pronta ad avanzare una richiesta all’Italia, fin dalle prossime ore.

 

L’Antitrust UE e le richieste a Roma

Secondo il quotidiano finanziario, l’organismo di vigilanza sulla concorrenza UE sarebbe pronto a chiedere, oggi stesso, al governo italiano di recuperare da Alitalia i 900 milioni di euro di prestito ponte a suo tempo concessi da Roma, perché ritenuto aiuti di Stato illegali.

Si tratta dell’operazione di salvataggio della ex compagnia di bandiera, messa in atto dal Governo italiano nel 2017, ma anche avrebbe violato le regole europee in materia di aiuti di Stato, concedendo proprio un prestito per scongiurare il fallimento e dunque mettendo in atto una manovra “scorretta” nei confronti degli altri competitori europei.

Manca ancora una conferma ufficiale all’azione che sarebbe condotta dall’Antitrust e ufficializzata oggi, secondo il Financial Times che cita fonti istituzionali vicine al dossier.

Durissimo il commento dello stesso quotidiano che parla di “ultimo vergognoso capitolo per Alitalia, compagnia di bandiera italiana perennemente in perdita da 75 anni". Il caso non è nuovo, tanto che Roma aveva già avviato a suo tempo trattative per giungere a un accordo che permettesse di dare vita a una nuova compagnia, come appunto fatto con Ita, che intanto ha “rotto” con i sindacati, proprio ieri.

 

Stop trattative tra Ita e i sindacati

"Pesano pregiudiziali non più attuali" ha commentato il presidente di Ita, Alfredo Altavilla, dopo lo strappo che ha segnato la sospensione delle trattative con i sindacati. "Nell'impossibilità di soluzioni condivise – spiega l’azienda in una nota - la conclusione di questa fase deriva dalla necessità di attivare i numerosi e complessi processi per garantire la partenza operativa il 15 ottobre e per consentire alle strutture aziendali l'esame dei 30.000 profili ricevuti (oltre 7.000 dei quali - pari al 70% degli attuali dipendenti - provenienti da Alitalia) che hanno dimostrato di credere nel progetto di Ita in vista dell'assunzione nella nuova compagnia".

A pesare è proprio il destino degli ex lavoratori Alitalia. Il problema è dato soprattutto dal fatto che a fine mese scade la cassa integrazione a zero ore per molti di loro.

I sindacati chiedono la proroga per tutti i 7.500 dipendenti Alitalia che non passeranno a Ita, fino al 2025. Ma l’operazione potrebbe costare fino a 2 miliardi di euro, secondo l'economista Ugo Arrigo citato da Rainews24.

Troppi, secondo l’azienda e non solo, perché si andrebbero ad aggiungere agli oltre 10 miliardi che lo Stato ha investito negli ultimi 50 anni per tamponare le perdite di Alitalia e tenerla in vita.

 

Le proteste dei lavoratori

Alla notizia della sospensione della trattativa, molti lavoratori ex Alitalia hanno protestato, organizzando un corteo di auto che ha di fatto bloccato la strada di collegamento tra Fiumicino e l'Eur. Successivamente si sono ritrovati sotto la sede di Ita e per oggi è stata indetta un’assemblea dei lavoratori a Fiumicino, a partire dalle 10. “È inaccettabile che un'azienda di proprietà dello Stato agisca con una modalità al limite delle regole e senza alcuna idea di responsabilità sociale, fino a mettere in discussione l'esistenza del contratto nazionale, in una trattativa complessa che riguarda migliaia di lavoratori e lavoratrici''. Così in una nota i segretari generali Cgil e Filt, Cisl e Fit e Uil e Uiltrasporti

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