I vaccini e la Lega

Nervosismo nella Lega. Zaia frena: “Salvini non è in discussione”

Gli industriali veneti attaccano il segretario per la linea anti-Draghi sul Green pass. Qualche crepa si sta aprendo nella leadership del Carroccio

Nervosismo nella Lega. Zaia frena: “Salvini non è in discussione”

Nessuna verifica dopo le amministrative, non è in discussione la leadership di Salvini”. Luca Zaia, presidente del Veneto, leghista della prima ora, prova a smontare le voci di tensioni nel Carroccio sulla linea del Capitano su Green pass e vaccino obbligatorio. “E’ innegabile che i governatori siano stati in prima linea a gestire la sanità durante la pandemia. Fra l’altro”, dice, “Salvini sarà qui domenica e lunedì per la campagna per le comunali, questa è l’assoluta verità”. Getta acqua sul fuoco, dunque, il più votato governatore d’Italia ma non rinuncia ad essere chiaro sul ruolo della sua Regione, che non abdica alle funzioni che le competono in materia di tutela della salute e vaccinazioni. “Rimangono volontarie”, sottolinea. “Mai predicato l’obbligatorietà del vaccino. Noi abbiamo l’obbligo di garantire la vaccinazione a chi la vuole e quello di tutelare chi non vuole vaccinarsi, ma ci fermiamo qui. Ma è innegabile che la vaccinazione stia funzionando”. Poi l’annuncio: “la prima simbolica inoculazione della terza dose” verrà fatta “alla presenza del generale Figliuolo all’hub di Villorba, lunedì mattina”. 

 

Un colpo al cerchio e uno alla botte. Quella di Zaia è una dichiarazione molto diplomatica ma che non fuga i sospetti sulla partita che si sta giocando all’interno della Lega. Che la fase sia delicata e anche un po’ rischiosa per il segretario federale non è un mistero. Più Giorgietti e il governatore del Veneto hanno bisogno di ribadire che Salvini è il leader, più alimentano i dubbi sul fatto che qualche crepa si stia aprendo. A determinare un certo nervosismo dalle parti di via Bellerio è oggi anche l’intervista che suona come un avvertimento del capo degli industriali veneti, Enrico Carraro.

 

Al quotidiano La Repubblica il presidente di Confindustria Veneto riferendosi a Zaia, Fontana e Fedriga dice: “non sono solo i governatori di tre delle regioni più produttive d'Italia. Sono amministratori con un altissimo consenso popolare e con un’indiscutibile peso politico all'interno alla Lega. Per questo non capisco perché Matteo Salvini non ascolti i loro appelli all’obbligo di vaccinazione e di Green pass, alimentando la rivolta degli estremisti No Vax. Credo che le ragioni dei governatori di Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia debbano essere accolte anche a livello nazionale e dai vertici di un partito che ha accettato responsabilità di governo”.

 

Poi l’affondo: “Ambiguità, perdite di tempo e legittimazione dei No pass possono costare la vita a migliaia di persone e il fallimento di un numero ancora superiore di imprese. Da imprenditore l’impressione è che Salvini rincorra le frange estremiste e ignori il centro moderato”. Più che favorevole al Green Pass Carraro sposa completamente la linea del governo: “Estendere l'obbligo del certificato vaccinale stimola l’immunizzazione di massa. È l'unica strada per salvare il Paese e uscire dalla crisi”.

 

Parole durissime che suonano come un monito nei confronti del leader leghista. Insomma, più di qualcuno sta perdendo la pazienza per le intemperanze del senatore rispetto agli indirizzi del premier Draghi. Mosse che non solo non piacciono a chi la Lega la rappresenta ogni giorno al tavolo di Palazzo Chigi, ma che ora stanno generando malumori e fanno alzare la voce nell’elettorato di riferimento: il mondo delle imprese. Attenzione, però. Il tema non è solo il Green Pass. I passi falsi di Salvini si stanno consumando anche in altre direzioni. Quota 100, ad esempio. O le accuse continue al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, che riscuote invece l’appoggio incondizionato del presidente del Consiglio. E a breve c’è la prova del voto amministrativo: i sondaggi sono concordi che il sorpasso della Meloni ci sarà. 

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