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Referendum sulla cannabis, oltre 330 mila firme (anche digitali)

È un caso la raccolta firme che, oltre che nelle piazze, sta raggiungendo record anche grazie alle sottoscrizioni online. Ecco come e dove funzionano

Referendum sulla cannabis, oltre 330 mila firme (anche digitali)

La pandemia ha portato vere e proprie rivoluzioni, che hanno riguardato le modalità di lavoro. Basti pensare allo smartworking, ma anche negli stili di vita, con il boom del cibo a domicilio iniziato con il primo lockdown e rimasto per molti un servizio a cui non rinunciare.

Ma i cambiamenti hanno riguardato soprattutto la digitalizzazione, che è “sbarcata” anche in ambito politico, in particolare con la possibilità di firmare per i referendum da remoto, ossia online, grazie alla firma digitale.

È (anche) grazie a questa novità che la raccolta per chiedere la legalizzazione della cannabis ha potuto ottenere oltre 200mila firma nei soli primi due giorni di sottoscrizione e oggi – martedì 14 settembre – ha superato le 330mila.

 

Referendum cannabis: online anche senza Spid

"333.000 firme in tre giorni per il Referendum Cannabis, continua la corsa verso le 500.000 per votare in primavera 2022. Da oggi sarà possibile firmare anche senza Spid o Carta d'Identità Elettronica grazie a TrustPro un servizio del costo di 3 euro che consente firme elettroniche qualificati in tutte Europa".

Così l'associazione Luca Coscioni e il Comitato Promotore Referendum Cannabis spiegano come poter aderire. "Visto lo straordinario successo della campagna raccolta firme online i promotori rinnovano l'appello al Governo affinché non ci siano discriminazioni in termini di tempo per il deposito delle firme in Cassazione. La firma digitale è solo il primo passo, adesso occorre raccogliere i certificati elettorali di chi ha sottoscritto".

 

Come si vota online

Per sottoscrivere il referendum occorre andare sul sito dedicato (referendumcannabis.it) tramite Spid o altri strumenti di firma digitale. Nei giorni scorsi su Twitter, sia l'hashtag #ReferendumCannabis che 'spid' erano di tendenza, confermando l’interesse per la nuova modalità di voto.

 

Il “peso” della firma digitale

In un primo tempo è stata ampliata la platea degli autenticatori, poi è stato possibile sottoscrivere anche con firma digitale. Da oggi, dunque, non occorre più neppure lo Spid, l’identità digitale. È anche grazie a questo che la raccolta firme per la legalizzazione della cannabis ha potuto raggiungere questi numeri in pochi giorni.

La novità è stata resa possibile grazie a un emendamento alla recente legge di conversione del Decreto Semplificazioni, che appunto consente di raccogliere le firme dei sottoscrittori online grazie alla firma digitale, senza ricorrere necessariamente o esclusivamente alle piazze. Presentato dal deputato di +Europa Riccardo Magi, l’emendamento è poi stato approvato ed è entrato a far parte della legge.

Nei giorni scorsi, invece, aveva ottenuto il primo via libera in commissione il testo per permettere la coltivazione di marijuana in casa.

 

La nuova richiesta: tempo fino a fine ottobre per le firme

“Il Governo non può non estendere al 30 ottobre i tempi per la consegna delle firme - chiedono ora i referendari - Sarebbe un ritorno agli 'irragionevoli ostacoli' al godimento dei diritti civili stigmatizzati dalle Nazioni unite a seguito del ricorso di Mario Staderini. Auspichiamo che le Ministre Cartabia e Lamorgese chiariscano quanto prima i termini degli impegni presi con l'ordine del giorno di Riccardo Magi" ha chiesto Marco Perduca, dell’Associazione Luca Coscioni e Presidente del comitato promotore referendum, che conta l’adesione anche di Meglio Legale, Forum Droghe, Società della Ragione e Antigone, oltre ad avere il sostegno di +Europa, Possibile e Radicali italiani.

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