Riforma pensioni 2022

Tridico, Inps: Ape sociale “contributiva” al posto di Quota 100

Secondo il presidente dell’ente di previdenza c’è una terza strada rispetto a quota 100, in scadenza a dicembre, e a quota 41, chiesta dai sindacati. Cos’è

Tridico, Inps: Ape sociale “contributiva” al posto di Quota 100

L'idea è quella di andare verso una Ape sociale “contributiva”, cioè la possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro, per chi lo volesse, anticipando però la sola quota contributiva.

In pratica si potrebbe iniziare a incassare una parte dell’assegno, relativo alla sola parte contributiva, rinviando l’erogazione della quota retributiva a partire dal compimento dei 67 anni, cioè l’età pensionabile.

Secondo il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, si tratta di un’ipotesi "pienamente sostenibile", perché non comporterebbe nel medio periodo nessun aggravio per le Casse dello Stato.

 

Tridico, sì alla nuova ipotesi

La data del 31 dicembre si avvicina e con essa la scadenza di quota 100. Urge trovare un’alternativa e l’ipotesi di un’ape sociale “contributiva” sembra quella più concreta. Secondo il presidente dell’Inps, Tridico, "Flessibilità e sostenibilità finanziaria" sono le doti della proposta, che avrebbe il pregio di non prevedere una norma rigida.

Al contrario, non solo lascerebbe al lavoratore la scelta se anticipare l’uscita dal lavoro prima dei 67 anni di età previsti per la pensione, ma garantirebbe anche di non pesare ulteriormente sulle casse statali, perché nel medio periodo i costi sarebbero sostanzialmente azzerati.

 

Nessun aggravio per lo Stato

Secondo le simulazioni, le pensioni aggiuntive previste in caso di approvazione della nuova possibilità sarebbero 332mila dal 2022 al 2027. Il costo complessivo sarebbe di 4,2 miliardi, che però potrebbero essere recuperati da risparmi di spesa e che, nel quinquennio successivo (fino al 2031) scenderebbero a 2 miliardi di euro.

 

Ape sociale “contributiva” i requisiti di accesso

Per poter chiedere di accedere alla nuova modalità di pensione anticipata occorrerebbero comunque alcuni requisiti: aver compiuto almeno 63-64 anni di età (limite comunque suscettibile di adeguamento alla speranza di vita); avere alle spalle almeno 20 anni di contribuzione; aver maturato al momento della scelta una quota contributiva di pensione di importo pari o superiore a 1,2 volte l’assegno sociale.

La pensione così strutturata spetterebbe comunque fino al raggiungimento del diritto a quella di vecchiaia.

A partire dai 67 anni, quindi, il lavoratore potrà accedere al trattamento pensionistico completo, cioè composto sia dalla quota contributiva, sia da quella retributiva che andrebbe così ad aggiungersi alla prima.

La sola pensione contributiva sarebbe "parzialmente cumulabile con i redditi da lavoro dipendente e quello autonomo", come spiegato da Tridico.

Sarebbe anche possibile ancorare la prestazione a futuri meccanismi di staffetta generazionale, legati anche a part time, mentre sarebbe incompatibile con trattamenti pensionistici diretti, trattamenti di sostegno al reddito, reddito di cittadinanza, Ape sociale e indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA