verso le urne

Referendum, la Consulta decide su eutanasia legale (e non solo)

Sono 8 i quesiti sui quali è chiamata a pronunciarsi oggi la Corte Costituzionale. Sul banco anche la depenalizzazione e uso personale della cannabis

Referendum, la Consulta decide su eutanasia legale (e non solo)

L’appuntamento è molto atteso dai promotori dei quesiti referendari, primi tra tutti i sostenitori dell’Associazione Luca Coscioni, che hanno raccolto le firme (oltre 1 milioni e 200 mila) per sottoporre a consultazione popolare due questioni spinose: l’eutanasia legale e la depenalizzazione della cannabis.

È anche il primo importante banco di prova della Corte Costituzionale guidata da Giuliano Amato come presidente, dopo la recente nomina.

Ecco cosa potrebbe succedere.

 

Eutanasia legale: sarà referendum?

I quindici giudici della Consulta sono chiamati a decretare l'ammissibilità o meno dei referendum. Tra questi l’attesissimo quesito sulla possibilità di introdurre, per la prima volta in Italia, l’eutanasia legale. Perché ciò accada i promotori della consultazione popolazione l’abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice penale che oggi sanziona come reato l’«omicidio del consenziente», cioè la morte di chi ne fa richiesta. Non sarebbe punibile, quindi, l'eutanasia attiva se compiuta nelle forme previste dalla legge sul consenso informato e il testamento biologico, e in presenza dei requisiti introdotti dalla sentenza della Consulta sul caso Cappato. Resterebbe il carcere, invece, per chi ha commesso il fatto contro una persona incapace o contro una persona il cui consenso sia stato estorto con violenza, minaccia o contro un minore di diciotto anni. Nel caso la Corte costituzionale autorizzasse il referendum e si arrivasse a un “sì” da parte della maggioranza, si aprirebbe la strada a una possibilità finora non prevista e che vede la contrarietà del mondo cattolico.

 

I contrari

Come scriveva qualche giorno fa Avvenire, in caso di vittoria a un referendum sull’eutanasia legale, ci sarebbe “la possibilità di togliere la vita a chiunque lo chieda senza alcun vincolo o controllo previo, a cominciare dall’accertamento della reale volontà della vittima”. Anche Papa Francesco di recente è intervenuto sulla materia del fine vita: “Non c'è un diritto alla morte – ha affermato - Dobbiamo accompagnare alla morte, ma non provocare la morte o aiutare qualsiasi forma di suicidio. Ricordo che va sempre privilegiato il diritto alla cura e alla cura per tutti, affinché i più deboli, in particolare gli anziani e i malati, non siano mai scartati". E ancora: "La vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata. E questo principio etico riguarda tutti, non solo i cristiani o i credenti".

Bergoglio, tuttavia, ha bollato come "immorale" l'accanimento terapeutico ("Non possiamo evitare la morte"), promuovendo invece le cure palliative.

 

Il “test” per Amato presidente

Per Giuliano Amato si tratta del primo impegno importante in veste di Presidente della Consulta (finora era vice Presidente) e la sua posizione è chiara: "Dobbiamo impegnarci al massimo per consentire, il più possibile, il voto popolare". "È banale dirlo – ha affermato Amato - ma i referendum sono una cosa molto seria e perciò bisogna evitare di cercare ad ogni costo il pelo nell'uovo per buttarli nel cestino".

 

Gli 8 quesiti

Oltre all’eutanasia, si esaminano i quesiti relativi alla legalizzazione della cannabis, mentre ben 6 riguardano la politica: l'elezione dei consiglieri togati del Csm, la responsabilità civile e le valutazioni sulla professionalità dei magistrati, la separazione delle carriere tra giudici e pm, la carcerazione preventiva e la legge Severino.

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