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Discorsi d’odio consentiti su Facebook, ma solo contro Putin e Mosca

Meta concede deroghe al divieto di “hate speech” sui social compreso Instagram. Si può incitare anche alla morte del leader e lodare il Battaglione Azov

Discorsi d’odio consentiti su Facebook, ma solo contro Putin e Mosca

Che quella in corso sia anche una guerra a colpi di informazione e controinformazione, condotta sia sui mezzi “ufficiali” che sui social era chiaro fin dall’inizio.

Ma dopo le misure delle principali piattaforme (Facebook, YouTube, ecc.) di limitare le notizie di fonte russe, adesso l’asticella si innalza con una deroga che ha già fatto discutere molti.

Proprio il gruppo Meta, che fa capo a Mark Zuckerberg, ha deciso di consentire i messaggi contro le forze armate russe impegnate in Ucraina e contro il presidente, Vladimir Putin, arrivando a non censurare neppure chi incita alla sua morte.

Immediata la protesta di Mosca.

 

Si può “odiare” Putin

"A causa dell'invasione russa dell'Ucraina, siamo tolleranti verso forme di espressione politica che normalmente violerebbero le nostre regole sui discorsi violenti come 'morte agli invasori russi'", ha confermato a France Presse Andy Stone, capo delle comunicazioni di Meta, casa madre di Facebook e Instagram, "continuiamo a non consentire appelli credibili alla violenza contro i civili russi".

Al momento la rimozione temporanea del blocco ai messaggi di odio contro i militari russi è valida in alcuni Paesi “cuscinetto” con la Russia stessa, come Armenia, Azerbaigian, Estonia, Georgia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Russia, Slovacchia e Ucraina.

Secondo quanto deciso ha appreso Reuters, sarà anche possibile invocare la morte dei presidenti di Russia e Bielorussia, Vladimir Putin e Alexander Lukashenko, “purché le minacce non contengano riferimenti ad altri soggetti o non risultino credibili sulla base di indicatori come la sede o la metodologia” spiega Agi.

Le uniche eccezioni rimangono i prigionieri di guerra che, pur essendo russi, non potranno essere oggetto di “hate speech”.

 

Lodi al Battaglione Azov

Un’altra novità riguarda il Battaglione Azov, da tempo al centro delle attenzioni in quanto formazione di centro-destra vicina al neonazismo e al fianco delle truppe ucraine, specie nella zona del Donbass. In questo caso l’unità potrà essere lodata, anche se si tratta di un provvedimento temporaneo ("per il momento", spiega Joe Osborne, portavoce di Meta). Insomma, la formazione si potrà sostenere, ma solo "nello stretto contesto della difesa dell'Ucraina o del suo ruolo come parte della Guardia Nazionale Ucraina".

 

Il precedente

Esiste un precedente a questo tipo di deroga, che risale a luglio scorso, quando Facebook aveva consentito temporaneamente di pubblicare appelli alla morte rivolti nei confronti della guida suprema iraniana, Ali Khamenei, durante le proteste che avevano attraversato la Repubblica Islamica.

 

La protesta di Mosca

Immediata la reazione russa, al centro di critiche per la censura interna. Mosca ha chiesto agli Stati Uniti di porre fine alle "attività estremiste" di Meta: "Chiediamo alle autorità di fermare le attività estremiste di Meta e prendere misure per portare i responsabili di fronte alla giustizia", si legge in un tweet apparso sul profilo dell'ambasciata russa a Washington, dove è scritto anche : "Gli utenti di Facebook e Instagram non hanno dato ai proprietari di queste piattaforme il diritto di determinare i criteri della verità e di mettere le nazioni l'una contro l'altra".

"La politica aggressiva e criminale di Meta, che porta all'incitamento all'odio e all'ostilità nei confronti dei russi, provoca la nostra indignazione - prosegue la nota - le azioni della società sono l'ennesima prova della guerra dell'informazione senza regole dichiarata al nostro Paese. Le società dei media sono diventate soldati della macchina di propaganda dei circoli al potere in Occidente".

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