verso una difesa europea

Cos’è la “Bussola strategica”: l’Europa si arma per una difesa unica

Votata a Bruxelles la decisione di dotarsi di un corpo di intervento rapido, costituito da 5mila uomini. Come funziona, quali i compiti e gli obiettivi

Cos’è la “Bussola strategica”: l’Europa si arma per una difesa unica

"In un momento in cui siamo testimoni del ritorno della guerra in Europa", il Consiglio Ue ha approvato il piano strategico di difesa Ue fino al 2030, la cosiddetta "Bussola strategica" (Strategic Compass). Il primo effetto concreto è la costituzione di un corpo di 5mila unità per l’intervento rapido in caso di emergenze. "L'attuale ambiente ostile per la guerra in Ucraina richiede un salto di qualità in avanti. La Bussola ci offre un piano d'azione ambizioso per una maggiore sicurezza e difesa dell'Ue per il prossimo decennio", ha scritto l'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell.

 

Cos’è la Bussola strategica

Il documento contiene proposte concrete e attuabili in base a un calendario molto preciso. L’obiettivo è migliorare la capacità dell'Ue di agire in modo rapido e deciso in caso di crisi, avendo come obiettivo la sicurezza degli Stati membri e dei propri cittadini.

"Una Ue più forte e capace in materia di sicurezza e difesa contribuirà positivamente alla sicurezza globale e transatlantica ed è complementare alla Nato, che rimane il fondamento della difesa collettiva per i suoi membri - scrive il Consiglio - Intensificherà inoltre il sostegno all'ordine globale basato su regole, con al centro le Nazioni Unite".

 

I quattro pilastri

Sono quattro i pilastri della Bussola Strategica: azione, investimenti, collaborazione e protezione. Quanto all’azione, è stato previsto di istituire una forte capacità di schieramento rapido dell'Ue fino a 5.000 soldati per diversi tipi di crisi. A questi si dovrebbero aggiungere 200 esperti di missione Psdc (politica di sicurezza e difesa comune) completamente attrezzati entro 30 giorni, anche in ambienti complessi. Gli altri obiettivi, che rispondono alle esigenze di protezione e collaborazione, sono di condurre regolari esercitazioni terrestri e navali; migliorare la mobilità militare; rafforzare le missioni e le operazioni della Psdc (Politica comune di difesa e di sicurezza) civili e militari dell'Ue promuovendo un processo decisionale rapido e più flessibile. Infine, sul piano degli investimenti, occorrerà garantire una maggiore solidarietà finanziaria, con l’accesso al Fondo europeo per la pace per sostenere i partner nelle spese per la Difesa. Questa dovrà comprendere sia l’operatività a terra, in mare, nell'aria, sia nel dominio cibernetico e nello spazio extra-atmosferico, promuovendo anche l'innovazione tecnologica della difesa.

 

La cybersecurity e le minacce ibride

La Difesa comune dovrà occuparsi anche di sicurezza, compresa quella informatica, sia nei confronti delle minacce “tradizionali” che di quelle ibride. Per questo si punta a un potenziamento dell’analisi dell'intelligence e allo sviluppo di Hybrid Toolbox e Response Team, che riuniscono diversi strumenti per rilevare e rispondere a un'ampia gamma di minacce ibride. Tra gli obiettivi c’è anche lo sviluppo ulteriore del Cyber Diplomatic Toolbox e l’istituzione una politica europea di cyber-difesa contro attacchi informatici. Se la propaganda estera è considerata una forma di “guerra ibrida”, anche la sicurezza spaziale assume maggiore importanza, insieme a quella marittima.

 

Partnership con le organizzazioni mondiali

Infine, è previsto un rafforzamento della cooperazione con partner strategici mondiali, come Nato, Onu e – a livello regionale - Osce, Ua e Asean. Importanti saranno i partenariati bilaterali con Paesi-chiave come Stati Uniti, Canada, Norvegia, Regno Unito e Giappone, sviluppandone altri con i Balcani occidentali, l’Africa, paesi di Asia e America Latina, tramite il rafforzamento di missioni e operazioni Psdc.

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