La bussola strategica

Passo avanti per la difesa comune, la guerra accelera le decisioni Ue

Il Consiglio Affari esteri europeo approva lo Strategic Compass. Borrell: “Momento storico”. Via libera anche al raddoppio di aiuti a Kiev per acquisto armi

Passo avanti per la difesa comune, la guerra accelera le decisioni Ue

Un passo in avanti verso una effettiva difesa comune arriva dal Consiglio Affari Esteri Ue. Sotto la spinta del conflitto russo-ucraino Bruxelles ha dato il via libera a una piattaforma di azioni che segna un avanzamento per la difesa militare dell’Unione sganciata di fatto dalle forze messe in campo dal Patto Atlantico. Per l’Alto rappresentante europeo, Josep Borrell, si tratta di “un momento storico”. Lo spagnolo che guida la diplomazia dei Ventisette sostiene che ormai “tutti sono convinti che l’Europa con l’invasione dell’Ucraina sia in pericolo, è persino ovvio”. Ma “la bussola strategica “è una svolta per l’Ue come fornitore di sicurezza. Ci aiuterà”, dice, “ad affrontare le nostre responsabilità di fronte ai nostri cittadini e al resto del mondo”.

 

Nel dettaglio il piano che Bruxelles ha messo a punto prevede il rafforzamento della capacità di reazione in caso di crisi. Con un numero di militari fino a 5 mila unità in grado di evacuare cittadini europei da zone a rischio o di portare sostegno medico, e con 200 esperti di missione. Previste poi regolari esercitazioni congiunte, che cominceranno nel 2023 con l’obiettivo di rendere operativo la forza di intervento rapido, ovvero l’Eu Rapid Deployment Capacity nel 2025. In una nota congiunta i ministri degli Esteri europei ci tengono però a far sapere che la nuova capacità di difesa Ue è comunque “complementare alla Nato, che rimane il fondamento della difesa collettiva per i suoi membri”.

 

Intanto, sempre il Consiglio Affari Esteri ha deciso di raddoppiare gli aiuti all’Ucraina per acquistare armi. L’annuncio, poco prima dell’inizio della riunione dei responsabili Esteri, è stata data dalla numero uno della diplomazia tedesca, Annalena Baerbock. Una decisione, ha spiegato la ministra del governo Scholz, che vuole essere “in piena solidarietà con ‘'Ucraina” e “proteggere la popolazione civile”. I finanziamenti passeranno da 500 milioni di euro a 1 miliardo. L’Ue è anche pronta a varare un quinto pacchetto di sanzioni nei confronti di Mosca. “Come Italia siamo pienamente aperti ad un quinto pacchetto di sanzioni” contro la Russia, è la posizione del titolare della Farnesina, Luigi Di Maio. Il quale precisa che “non solo non ci sono veti da parte italiana, ma aspettiamo la proposta della Commissione Europea. Finché non saranno dati segnali di de-escalation rispetto a quello che sta facendo l'esercito russo in Ucraina non potremo che continuare ad indebolire l’economia russa. E quindi a ridurre lo spazio di manovra di Vladimir Putin per finanziare questa guerra”.

 

Ma al centro del confronto che resta aperto in vista del prossimo Consiglio Europeo di questa settimana c’è ancora la scelta molto onerosa per alcuni Stati membri di tagliare il gas russo. Il 51% del gas di cui ha bisogno la Germania arriva dalla Federazione russa e rinunciarvi significa mettere a rischio attività produttive, con tutte quello che ne consegue anche in termini di occupazione. I tedeschi non sono i soli a dipendere molto dalle forniture che fino ad oggi Putin ha assicurato. L’Italia, infatti, non sta meglio e dipende dalla Russia per il 43% del fabbisogno totale. Da un mese a questa parte il governo Draghi lavora per aumentare la portata dei contratti con altri Paesi produttori. Ma non è facile pareggiare un’eventuale mancanza degli approvvigionamenti che arrivano da Mosca.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA