decreto aiuti ed energia

Cos’è il bonus Draghi da 200 euro: a chi spetta e quando arriva

È una misura a sostegno del reddito di lavoratori e pensionati, introdotta dal decreto aiuti 2022 a fronte della crisi economica per la guerra in Ucraina

Cos’è il bonus Draghi da 200 euro: a chi spetta e quando arriva

È in arrivo un nuovo bonus e questa volta è legato alle conseguenze economiche legate al conflitto scoppiato in Ucraina, ma i cui effetti ricadono anche su una parte della popolazione italiana. Come annunciato dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, in conferenza stampa ieri pomeriggio consiste in un bonus da 200 euro.

Riguarda 28 milioni di italiani, pensionati e lavoratori, con un reddito fino a 35mila euro.

Ecco come funziona, chi ne ha diritto, come e quando sarà erogato.

 

Cos’è il Bonus da 200 euro

È stato il premier, Mario Draghi, in persona ad annunciare: C'è un "importante provvedimento di sostegno al reddito di 28 milioni di italiani, pensionati e lavoratori con un reddito fino a 35mila euro: ci sarà un bonus uguale per tutti di 200 euro".

Le parole del presidente del Consiglio sono arrivate dopo il consiglio dei Ministri che ha dato il via libera al decreto aiuti ed energia, ma senza il voto del M5S. L’incentivo ha lo scopo di sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori e dei pensionati, che ha stanno subendo le conseguenze dell’inflazione in crescita.

 

Decreto aiuti 2022, quanti fondi a disposizione

Il fondo deciso dai tecnici del Governo per il decreto aiuti 2022 ammonta complessivamente a 14 miliardi di euro per finanziare diversi interventi. Quasi la metà di questo budget servirà a distribuire proprio il bonus da 200 euro a favore delle fasce più deboli. "Difendere il potere di acquisto delle famiglie" è lo scopo individuato dal Mario Draghi, di fronte all’inflazione "causata in gran parte dall'energia", che richiede interventi urgenti, anche se secondo il premier si tratta di "una situazione temporanea da affrontare con strumenti eccezionali".

 

Come sarà erogato il bonus

A spiegarlo è stato ancora il premier: "Sui pensionati non c'è molta difficoltà a capire come lo avranno, mentre per i lavoratori dipendenti saranno i datori di lavoro ad erogarlo, che lo recupereranno al primo pagamento di imposta utile. Non è che anticipano e non lo vedono più o lo rivedono dopo un anno, ma vengono ristorati al primo pagamento utile" chiarisce il premier. Arriverà, dunque, direttamente in busta paga o con la pensione e sarà un una tantum, cioè se ne avrà diritto una sola volta.

Resta da capire, invece, come sarà erogato ai lavoratori autonomi.

Requisiti: tetto del reddito, ma assegno uguale per tutti

Al momento si sa solo che l’unico requisito sarà il tetto massimo di reddito di 35mila euro lordi. Il bonus sarà comunque uguale per tutti gli aventi diritto.

 

Le altre misure

Il bonus da 200 euro si sommerà ad altre misure messe in campo per affrontare gli effetti della crisi. Il taglio delle accise sui carburanti, per esempio, è prorogato sino all'8 luglio. Rimane in vigore, dunque, la riduzione di 25 centesimi al litro dell'imposta di produzione (che si traduce in 30,5 centesimi con l'aggiunta delI'Iva).

È rinnovato anche il bonus bollette per il terzo trimestre di quest’anno, diventando retroattivo. Significa che, anche se l’Isee viene presentato dopo il pagamento delle utenze, si potrà beneficiare dello sconto su quella successiva. Esiste anche la possibilità di compensazione o rimborso.

Infine, per i cittadini con redditi più bassi arrivano aiuti per gli affitti e anche per i trasporti pubblici, mentre per le aziende sono stati decisi altri interventi: dall’estensione del credito d’imposta per le imprese più energivore (a maggior consumo di energia) fino all’erogazione di aiuti per 200 milioni alle realtà più fortemente danneggiate dalla guerra in Ucraina. Si tratta, ad esempio, delle imprese che in passato avevano maggiori scambi di esportazioni o importazioni con Ucraina, Russia o Bielorussia.

Un ultimo intervento riguarda il sostegno alle imprese impegnate nei cantieri e che oggi devono fare i conti con i rincari dei prezzi delle materie prime. Per loro, come spiegato dal ministro dei Trasporti Enrico Giovannini, sono stati previsti tre miliardi di euro, "per consentire alle stazioni appaltanti di fronteggiare gli aumenti dei costi, riconoscendo alle imprese i prezzi del 2021 con un più 20%".

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA