pagelle finali

Il pagellone finale della serie A: Milan primo, Salernitana in festa

Il Milan alza il suo diciannovesimo scudetto, alla faccia di Inzaghi e Marotta. Napoli subito dopo. Salerno da favola, delusione per Cagliari e Genoa

Il pagellone finale della serie A: Milan primo, Salernitana in festa

Finisce la Serie A 2021/2022, tra magia, romanticismo e tanto spettacolo. Partite dall’alta intensità, dal risultato mai scontato e dalla classifica in continua mutazione. Abbiamo aspettato fino all’ultima giornata per poter avere ogni esisto dei vari obiettivi stagionali, tra scudetto, Europa e salvezza. Il Milan è Campione d’Italia e scuce lo scudo ai cugini nerazzurri. Napoli terzo, con la Juventus quarta in rimonta da gennaio. Bene le romane, torna la Viola in Europa. Gasp a mani vuote. Si salva la favola di Salerno, facendo sprofondare le due storiche piazze rossoblù: Genoa e Cagliari. Ecco le pagelle finali, con voti che vengono determinati anche dalle ambizioni iniziali che si potevano affidare ad ognuna delle venti squadre: 

 

Le pagelle finali del campionato di serie A

Le bocciate:

Genoa voto 4: A distanza di tanti anni, lo storico Grifone rossoblù torna in Serie B, al termine di un campionato deludente. Sin dall’inizio perdono terreno, rimanendo incollati alla zona calda. I tanti cambi in panchina non aiutano l’ambiente, che si ritrova sommerso di confusioni tra mille idee tattiche e addii in dirigenza, come il cambio di proprietà. Blessin ha provato a riaccendere un tunnel, ma le fragilità in rosa sono state troppe per poter ricucire le ferite. Ripartire dal basso, tornando il più velocemente dove merita di stare la loro storia gloriosa. Se lo merita la gente, che non ha mai mollato la squadra, anche dopo la matematica retrocessione.

 

Cagliari voto 4,5: A livello di rosa non sono mai stati da retrocessione, ma alla fine i limiti tattici hanno distrutto le ambizioni di una società in declino: tra litigi, cambi in panchina e giocatori con il “mal di pancia”, sono precipitati in Serie B, tra lo stupore generale. Tre mesi prima potevano addirittura vantare otto punti sopra la terzultima, una decaduta che non verrà facilmente perdonata dai tifosi. Perdipiù, all’ultima giornata buttano via un match point inaspettato, che non colgono, sbattendo contro un Venezia già retrocesso. Meritano quindi questo finale, che per ora non lascia spazio a visioni promettenti per il futuro.

 

Bologna voto 5: L’ennesimo anno anonimo, in cui sono mancate le ambizioni e le idee. Sono partiti alla grande, sognando obiettivi importanti, ma alla fine sono inciampati in una serie di risultati negativi che hanno trasportato il gruppo in mezzo al mare. Nel vago. Indubbiamente la risposta alla malattia di Mihajlovic è da applaudire, in quel mese hanno portato in alto l’onore e il rispetto per il mister, ma non può bastare. Una società dalle risorse economiche di questo livello ha il dovere di regalare gioie concrete ai propri tifosi: devono rinascere in altre vesti.

 

Sampdoria voto 5: Nonostante sia arrivata la salvezza, il gioco dei blucerchiati rimane il peggiore di quest’anno di Serie A: nessun idea, nessun identità, né tanto meno riferimenti su cui appoggiarsi. Sono sopravvissuti sui risultati altrui, non portando nulla di positivo ad una tifoseria che ha ben altre pretese. La situazione Ferrero non ha aiutato, ma mandare via D’Aversa è stata una scelta tatticamente ingiusta, specie per come è poi proseguita la stagione. Candreva ha smesso di giocare, Quagliarella di segnare e il gruppo si è ritrovato sommerso di difficoltà. Non può bastare ciò che hanno adesso tra le mani.

 

Atalanta voto 5,5: Alla fine crolla anche l’insuperabile Dea. In molti parlano già della fine di un ciclo, ma la conferma di Gasperini il prossimo anno è il primo passo per creare una nuova strada colma di soddisfazioni. I tanti infortuni e il doppio impegno hanno inclinato un girone di ritorno verso un ottavo posto, figlio delle troppe sconfitte in casa. Non avere a disposizione Ilicic, Gosens, Zapata e tanti altri simboli, ha mutato la rosa, allontanandosi dal disegno che ci ha incantato nelle annate precedenti. Alcuni giovani sono scoppiati e questa è una giusta base per rifondare le idee, mettendo sul piatto una base fresca per il tecnico piemontese.

 

Venezia voto 5,5: Alla fine si può paragonare la stagione dei veneti ad una sorta di montagna russa. Un inizio positivo, in cui Zanetti ha messo in mostra un gioco spavaldo, passando poi da una serie di delusioni ad inizio girone di ritorno. Il cambio in panchina è forse arrivato tardi, visto che Soncin, levando l’esordio con la Juventus, non ha mai perso nel giro di un mese. Un predestinato per il futuro del club? Probabile, visto che la squadra è tornata ad avere una buona solidità difensiva, non concedendo nulla, anche dopo la matematica retrocessione. Una città che è troppo importante per non avere un palcoscenico in Serie A.

Le sufficienti: 

Juventus voto 6: Forse la stagione peggiore degli ultimi dieci anni, nessun trofeo e pochissime idee di gioco. Nonostante ciò ottengono lo stesso risultato dello scorso anno a livello di classifica, giocando qui nella prossima Champions League. I primi sei mesi hanno rappresentato il fondo per la società, che si è sentita piccola anche sui campi più inaspettati. L’arrivo di nuove pedine nel mercato di gennaio ha portato entusiasmo, seppur il gioco sia rimasto molto confusionario. Non può essere la squadra del futuro, specie adesso che non ci sono più Chiellini, Dybala e probabilmente anche Morata. Max sa cosa vuol dire vincere e la consapevolezza deve essere l’arma della ripartenza. Il carburante verso la gloria. 

 

Udinese voto 6: Iniziano bene, finiscono meglio. Nel mezzo un cambio di panchina che inizialmente ha lasciato tanti dubbi, visto che il gioco di Gotti è sempre stato interessante. L’arrivo di Cioffi però ha messo su una vera corazzata bianconera, capace di segnare tantissimo, concretizzando i risultati settimana dopo settimana. Ha tirato fuori dal cilindro il “prime” di Deulofeu, che è stato assolutamente devastante. Sicuramente la classifica non rispecchia al meglio il lavoro fatto quest’anno, ma dopo tante stagioni altalenanti possiamo finalmente avere sensazioni positive per i friulani. 

 

Spezia voto 6: Bisogna dirlo: meritano rispetto per quello che hanno proposto, seppur le difficoltà non siano mai mancate. Inizialmente sono andati vicino al fallimento con Thiago Motta, che non è riuscito subito a trasmettere la sua idea di gioco. Un caso lo tiene in panchina a Napoli, ad un giorno dall’esonero e lui risponde con tre punti, che sono l’inizio di una scalata vincente. Matematicamente si sarebbero salvati solamente lo scorso turno, ma sulla carta, nel girone di ritorno, non hanno mai rischiato nulla, rivelandosi equilibrati. Il futuro è incerto, ma per ora in Liguria si sorride. 

 

Torino voto 6,5: Se pensiamo che un anno fa si sono ritrovati praticamente in zona retrocessione, quello di Juric è una specie di miracolo. Ha dato un'anima ad una squadra leggendaria, che meriterebbe stagioni così ogni anno, specie per il pubblico di cui può vantare. Senza Belotti, sempre infortunato, un immenso Bremer, miglior centrale di questo campionato, la squadra si è equilibrata, difendendo con cura, ma trovando anche con fluidità la via del goal. Gli investimenti che stanno facendo fanno pensare ad una scalata che è appena iniziata. Per ora però tornano dalla parte sinistra della classifica.

 

Sassuolo voto 6,5: La paura di non avere più De Zerbi alla guida del team è sparita sin da subito, quando Dionisi ha dimostrato che il suo gioco potesse mettere in difficoltà qualsiasi  squadra italiana. Non è un caso che abbiano battuto tutte le prime quattro squadre in classifica almeno una volta, diventando per tutti “l’ammazza big”. Il tridente offensivo, tutti in doppia cifra, è il futuro della nostra Nazionale Italiana, con Scamacca, Berardi e Raspadori che possono vantare l'interesse dei più grandi club mondiali. La società però ha sempre dimostrato intelligenza nel muoversi durante il mercato. 

 

Empoli voto 6,5: Tornano in Serie A e chiudono il campionato con oltre quaranta punti in classifica. Se pensiamo che per dodici partite di fila non hanno mai ottenuto vittorie, facciamo fatica a non sottolineare il grande progetto diretto da Andreazzoli. Una squadra coraggiosa e spavalda, che non si è mai nascosta dalle difficoltà, levandosi anche qualche sassolino dalla scarpa: dal derby con la Fiorentina, alla Juventus o all Napoli. Mai banali da affrontare, capaci di far crescere i giovani in maniera esemplare. Vicario, dopo il portiere del Milan merita di essere il secondo migliore del campionato. Impressionante.

 

Hellas Verona voto 7: Fa quasi ridere fermarsi a pensare che il primo esonero della stagione è arrivato in casa gialloblù. Da quel giorno, quando Tudor ha preso il posto di Di Francesco, è diventata una macchina da guerra, con numerosi goal e partite spettacolari. Vanno vicini all’Europa, sfiorando di due punti il record del club in Serie A. Aver fatto mettere la testa a posto a Caprari e Simeone è stata la chiave di lettura che ha permesso l’evoluzione totale della rosa. In due, più Barak, sono arrivati alla doppia cifra: solo il Sassuolo ha un tridente così prolifico. Tudor è in bilico per il futuro, ma se rimanesse bisogna preoccuparsi seriamente di questo team, che se la gioca con chiunque. 

Le promosse:

Salernitana voto 7,5: Rischiano di buttare al vento cento giorni di miracolo, che però, come ogni storia romantica, termina comunque con un lieto fine. Una favola che rimane da adesso sulle pagine indimenticabili di questo sport magico, che non finisce mai di impressionare. Nicola, insieme a Sabatini, ha messo su una squadra di guerrieri, che hanno lottato su ogni campo di Serie A, portando a casa punti pesantissimi. I primi sette mesi sono quasi un ricordo: tra Castori e Colantuono non vi è mai stata un’idea tattica valida per poter rimanere nella massima categoria nazionale. Il “tecnico dei miracoli” si conferma di nuovo, ora merita il grande salto.

 

Roma voto 8: Quando è arrivato Mourinho l’entusiasmo dei romanisti non ha avuto paragoni e i sogni sono scoppiati a mille. Lo Special One è giunto fino in finale di coppa europea, regalando comunque un posizionamento in classifica più positivo rispetto allo scorso anno. In generale però le difficoltà non sono mancate, i momenti di buio sono stati tanti e frequenti, la stabilità è giunta nell’ultimo mese e mezzo. La scoperta di Zalewski, Bove, Felix e tanti altri nuovi giovani ha alzato il livello generale della squadra, considerando i tanti “big” distratti. Abraham da nove in pagella, alla prima stagione in Italia. 

 

Lazio voto 8: Alla fine dei conti i bianco celesti possono quasi essere rammaricati: i rimpianti di non aver raggiunto il quarto posto non mancano, specie per l’inizio disastroso che ha influito sul risultato finale. Un quinto posto, sopra la Roma, che non può essere deludente, ma di fronte a grandi risultati nella seconda parte di stagione è mancato solamente lo sprint con alcune “piccole” squadre del campionato. Immobile ha raggiunto nuovamente la vetta dei marcatori in Italia, per la quarta volta, Milinkovic-Savic invece ha giocato da campionato, toccando il tetto massimo di goal e assist in carriera. Manca stabilità difensiva, dove ne perdono ancora troppi. 

 

Fiorentina voto 8,5: Da quel giorno in cui è venuto a mancare Astori, la Viola non è mai più tornata in Europa. Adesso la gloria va a lui, questo settimo posto è per lui. Hanno dimostrato che avere un allenatore bravo è la chaise per ribaltare ogni risultato: Italiano è il giovane più promettente tra le panchine della Serie A e il suo gioco è uno spettacolo per tutti. Perdere Vlahovic a gennaio non ha complicato le cose, se la sono cavata con il cuore e con l’intelligenza tattica ogni weekend. Se non perdono i pezzi del palazzo, possono diventare anche un Castello: la città di Firenze torna finalmente a brillare.

 

Napoli voto 8,5: Si fanno del male da soli, metaforicamente parlando, visto che per l’ennesima stagione consecutiva si perdono sul finale. Le partite con Roma e Empoli danno di fatto fine ad un sogno, che a livello di gioco poteva pure essere concreto. Spalletti ha portato la sua solita concretezza tattica, risvegliando giocatori che non si sono mai espressi al massimo. La notizia di Insigne ha raffreddato gli animi, facendo forse perdere un po’ di fiducia alla corsa scudetto. Il rapporto in bilico tra il tecnico e il pubblico ha mandato in confusione il gruppo. Tanti fattori che hanno ostacolato un percorso tutto sommato positivo, specie se pensiamo al quinto posto della passata annata. 

 

Inter voto 9: Non si possono che fare gli applausi a questa squadra, che fino all’ultima giornata ha giocato per lo scudetto. Il rimpianto rimane, per quella dannata partita a Bologna, dove di fatto si sono spenti i sogni del team. Un errore, che cambia una stagione intera. Hanno dimostrato però di essere ormai una forza fissa del campionato italiano, giocando ogni anno per la vetta: gli anni bui sono finiti e adesso sono una realtà importante, anche in Europa. Inzaghi ha portato una nuova identità, dove attaccare senza sosta è l’unica cosa che conta. Segnano tanto, ma si sono distratti sul più bello. A livello di rosa però non hanno rivali.

 

Milan voto 10: I Campioni d’Italia di questa stagione 2022 sono i rossoneri di Pioli. Una stagione superlativa, in cui il cuore, il romanticismo e l’amore di gruppo è andato oltre ad ogni disegno tattico: non sono partiti da favoriti, anzi, ma la continuità è stata l’arma del successo. Hanno rischiato di buttare al vento tutto, ma questo ha rafforzato la mentalità del gruppo, che non ha mai mollato. Un trionfo storico, a distanza di dieci anni, arrivato grazie ad un portiere unico, una difesa solida, un centrocampo comandato da Tonali e un attacco di fenomeni. Giroud ha messo il punto decisivo sia nel Derby, che nella partita finale. Un titolo meritato, che fa nascere una nuova pagina storica nel libro del Diavolo. 

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