Politica monetaria

La Bce alza i tassi, la scelta obbligata per frenare i prezzi

Lagarde: gradualità, ma l’obiettivo è agire contro l’inflazione e portarla al 2%. No a fenomeni di frammentazione finanziaria. La reazione delle borse

 La Bce alza i tassi, la scelta obbligata per frenare i prezzi

Come nelle previsioni della vigilia il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea, che si riunito oggi in Olanda, ha deciso il rialzo dei tassi di interesse, seppure in maniera graduale. L’inflazione, in pressing nell’Eurozona, non lascia scampo nemmeno alla massima istituzione monetaria europea che, finora, aveva ‘resistito’ per evitare di compromettere la crescita. Ma gli ultimi dati sul rialzo dei prezzi, trainati da quelli dell’energia, non hanno lasciato molta scelta. L’aumento dei tassi ci sarà ma altolà alla frammentazione finanziaria.

 

L’Eurotower, dunque, alzerà i tassi a luglio per la prima volta dopo 11 anni. L’obiettivo non è solo frenare il balzo dell’inflazione, ma anche riportarla al target del 2% nel medio periodo. La presidente, la francese Christine Lagarde, in conferenza stampa ad Amsterdam, avverte però che tempistica ed entità dei rialzi saranno data-dependent, ovvero si terrà conto di volta in volta dell’andamento dei dati macro. L’incertezza determinata dal conflitto in Ucraina non consente adesso di sbilanciarsi oltre, ma la normalizzazione rispetto alle politiche monetarie espansive, che hanno caratterizzato la governance monetaria dal 2011, deve partire.

 

Lagarde precisa: “Non ci aspettiamo un effetto immediato sull’inflazione dal primo rialzo dei tassi. Non possiamo attenderci conseguenze già il 22 luglio, queste sono decisioni che hanno un impatto di lungo termine”. La numero uno della Bce parla di “un percorso”, di “un viaggio”, ma fornisce “a chi crea le aspettative dei mercati” un’indicazione precisa: “siamo determinati a raggiungere il target del 2%”. Sottolinea che “i costi di finanziamento sono già notevolmente aumentati. Il segnale che diamo oggi”, aggiunge, “continuerà ad avere effetto su questo” percorso nel medio termine.

 

Anche su un altro punto Lagarde è netta: la Bce “non tollererà episodi di frammentazione finanziaria che ostacolino la corretta trasmissione della politica monetaria in tutta l'Eurozona”. Poi l’annuncio che molti attendevano e che senza esitazioni è arrivato: “Se necessario, come abbiamo dimostrato in passato, siamo pronti a dispiegare un aggiustamento degli strumenti esistenti, o nuovi strumenti” per contenere gli spread sui titoli sovrani. La Bce è impegnata a “garantire una adeguata trasmissione della politica monetaria. Di conseguenza la frammentazione sarà evitata nella misura in cui danneggia la trasmissione della politica monetaria”. Infine, il tema di come reinvestire i bond che Francoforte ha in bilancio. L’interesse è “a sostenere le misure di finanziamento necessarie contro il cambiamento climatico”. In ogni caso i reinvestimenti dei titoli comprati con il Pepp, il Pandemic emergency purchase programme, proseguiranno “almeno sino alla fine del 2024”.

 

Il processo di normalizzazione che riguarda il costo del denaro non è piaciuto però ai mercati. La Borsa di Milano è quella che registra il calo più consistente con un -2%. Anche le altre borse europee sono fiacche. Francoforte scende dell’1,5%, seguita da Madrid con un -1,3%, Parigi al -1,2%, Amsterdam al -1,1%, Londra al -1%. Una reazione tutto sommato prevedibile: se aumentano i tassi di interesse gli investitori fanno un passo indietro. Tuttavia, dopo la prima reazione si attende una stabilizzazione. In questa fase di liquidità ce n’è ancora parecchia e, comunque, Francoforte dà rassicurazioni con il reinvestimento degli asset in scadenza.

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