Caos pentastellato

Governo, ore arroventate nella maggioranza. Tensioni alle Stelle

Scontro tra Conte e Draghi. Oggi il Consiglio dei ministri. Ma anche la Lega minaccia la crisi: fermare l’iter parlamentare su cannabis e ius scholae

Governo, ore arroventate nella maggioranza. Tensioni alle Stelle

Un assaggio delle tensioni che potrebbero trascinare il governo in mesi lunghi e tribolati è stato dato con la deflagrazione del caso Draghi-Conte. Il premier ha anticipato il rientro dal vertice Nato di Madrid in vista del Consiglio dei ministri di oggi sul caro bollette e si è già recato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per fare il punto sui vertici internazionali. Ma è evidente che le preoccupazioni del premier sono rivolte alla sua maggioranza. Il caos che si è scatenato vede il M5S e la Lega sul piede di guerra, seppure per motivi diversi.  Sono giornate agitate nella coalizione di governo. Il leader pentastellato non si è accontentato della smentita del presidente del Consiglio che fa sapere di non aver “mai chiesto a Grillo di rimuoverlo”. Conte alza il tiro: “Ci volete fuori? Ditelo”. Nel M5S non viene esclusa l’ipotesi di lasciare la maggioranza probabilmente cogliendo al balzo l’occasione offerta dallo scontro frontale tra il premier e il suo predecessore. D’altra parte, tra i due, i rapporti non sono mai stati idilliaci. 

 

A questo si aggiunge la mina innescata dal Carroccio. Ritirare il sostegno al governo Draghi “è l’ultima cosa che la Lega vorrebbe, ma osserva con preoccupazione le continue provocazioni di Pd e 5Stelle”. Un irritato Matteo Salvini lancia i suoi strali contro gli alleati: “Bloccare il Parlamento per votare ius scholae e droga libera è contro gli interessi del Paese”. Il leghista spiega perché chiede di fermare l’iter parlamentare delle due proposte di legge di Pd e 5S: “Legalizzare le droghe sarebbe una follia che non riduce la criminalità”. E “la cittadinanza va meritata non regalata, se no si rischia di aumentare la disgregazione sociale. Fin qui siamo stati molto responsabili, ma gli italiani vogliono risposte su altro, non possiamo accettare forzature che rischiano di danneggiare l’Italia”. Salvini parla di oggi come di una “giornata spartiacque”, il che accende ulteriormente gli animi e lascia presagire ore lunghe e niente affatto semplici.

 

In ogni caso, è difficile pensare che il M5S voglia davvero rompere e mettersi all’opposizione. Ma è anche vero che il sentiero per arrivare a fine legislatura, almeno in questa fase, per Mario Draghi è meno blindato. E se da un lato c’è chi comincia a parlare dell’ex numero uno della Bce al governo per altri cinque anni, come fa ad esempio il ministro forzista Renato Brunetta, dall’altro c’è già qualche altolà. Ci pensa il vice segretario del Pd, Giuseppe Provenzano, a dire da che parte sta una parte dei dem: “Mai più governi di larghe intese”. L’ex ministro del Sud parla e avverte Letta: Draghi premier anche nella prossima legislatura è un’ipotesi da respingere. Intanto il capo del Nazareno non ha rilasciato dichiarazioni sulle tensioni che stanno agitando la maggioranza nelle ultime 24 ore.

 

Mentre tra le file 5S il ministro Stefano Patuanelli accusa l’ex compagno di partito, Luigi Di Maio, di essere all’origine dello scontro tra Draghi e Conte. “Credo che non ci sia una volontà del Movimento di uscire dal governo, ma che ci sia una spinta verso il Movimento per farlo uscire”, dice ai microfoni di Agorà sui Rai 3. “Non posso pensare che il presidente del Consiglio abbia la volontà di far uscire una forza della sua maggioranza dal governo. Le fibrillazioni che ci sono in questi giorni hanno come madre e padre la scissione fatta da Di Maio”.

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