Gli sviluppi della crisi

5S sempre più divisi ma Conte sfida ancora: “Spetta a Draghi decidere”

Mercoledì si comincia da Palazzo Madama, Casellati e Fico: “Fiducia prima al Senato”. Berlusconi: “Sì al Draghi bis ma senza 5S, oppure si va al voto”.

5S sempre più divisi ma Conte sfida ancora: “Spetta a Draghi decidere”

Mercoledì quelle di Mario Draghi saranno ‘comunicazioni fiduciarie’. Dopo l’intervento del premier partirà la discussione e, a seguire, il voto nominale su risoluzioni di fiducia. Si voterà prima al Senato, come hanno deciso i presidenti di Palazzo Madama e Montecitorio, Maria Elisabetta Casellati e Roberto Fico.

 

La tensione politica in queste ore di countdown resta alta. Ieri nel corso della giornata è andato in scena un forte scontro sulle procedure e sull’opportunità di votare prima alla Camera. A spingere in questa direzione quanti hanno confidato in una maggiore fragilità dell’ala contiana del Movimento rispetto a quella governista. La lacerazione nelle file pentastellate ha raggiunto un nuovo culmine con l’uscita allo scoperto del capogruppo a Montecitorio, Davide Crippa. Nel pomeriggio, durante l’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari, alcuni esponenti hanno chiesto conto al capogruppo del tentativo operato in seno alla conferenza dei capigruppo di far tenere le comunicazioni del presidente del Consiglio prima a Montecitorio. Il presidente del M5S, Giuseppe Conte, ha fatto sapere di non esserne stato informato. Un caso che si è chiuso con la decisione di Casellati e Fico ma che a sera ha determinato un nuovo strappo. Crippa voterà la fiducia al governo Draghi. 

 

Cosa accadrà nel Movimento nelle prossime ore resta un rebus. A chiusura dell’assemblea congiunta l’ala che fa capo a Conte è sembrata prevalere. Le parole in serata dell’ex premier sono di chi pensa di avere una posizione di forza. Ha rilanciato la sfida: Adesso la decisione non spetta al M5s, ma al presidente del Consiglio, Mario Draghi. Conte avrebbe anche evidenziato che la stragrande maggioranza degli interventi ha colto la forza e la coerenza della posizione del M5S.  

 

Nella maggioranza ad andare in pressing perché Draghi resti sono essenzialmente Pd e Italia Viva. I dem stanno cercando di mantenere aperto, per quanto possibile, il dialogo almeno con una parte del Movimento, mentre Matteo Renzi fa notare: “Pd e Cinque Stelle devono prendere atto che il campo largo è un campo allagato, devono capire che quel grande sogno che vedeva in Conte il forte punto di riferimento progressista non c'è più”. Sul fronte opposto, il centrodestra discute sulla richiesta di elezioni anticipate. Una posizione che Fratelli d’Italia ha sposato fin dal momento delle dimissioni del premier e che ora vede più che convinta la Lega di Matteo Salvini ma con Forza Italia che potrebbe frenare. Il Cavaliere è giunto a Roma e ha convocato lo stato maggiore azzurro. Accusa i pentastellati di inaffidabilità. Da Forza Italia la linea che emerge più nettamente è quella di sostenere un Draghi bis ma senza grillini. In caso contrario si va al voto. A parlare per il Cavaliere è stato il coordinatore Antonio Tajani.

 

Ma nel centrodestra, come nel centrosinistra, potrebbero entrare in azione variabili indipendenti. Con il risultato che la crisi produrrebbe effetti ben più ampi di quelli che alcuni leader di partito si aspettano, comprese alcune divisioni. Intanto si moltiplicano gli appelli a Draghi perché rimanga alla guida del governo. Dopo sindaci, categorie professionali e mondo accademico hanno fatto sentire la loro voce alcune piazze a Roma, Milano, Torino e Firenze.

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