la guerra in Ucraina

Allarme Onu: “6,9 milioni di profughi”. Zaporizhzhia in black out

L’organizzazione mondiale invoca un intervento per l’emergenza sfollati in Ucraina, dove nel frattempo la centrale nucleare è a rischio, secondo l’Aiea

Allarme Onu: “6,9 milioni di profughi”. Zaporizhzhia in black out

L'emergenza profughi torna in primo piano. Dopo le prime settimane a inizio conflitto, l'Organizzazione delle Nazioni Unite lancia un nuovo allarme: al 196esimo giorno di bombardamenti, l'Onu avverte: "Ci sono 6,9 milioni di ucraini sfollati internamente e 7 milioni di rifugiati in Europa". 

Preoccupa anche la situazione alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, in black out, mentre il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, annuncia che le sue forze hanno riconquistato diverse località vicino a Kharkiv. 

Il tutto mentre la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ribadisce: "L'Unione europea proporrà il price cap". 

 

Allarme sfollati e deportati

Oltre all'allarme dell'Onu, è arrivato anche quello degli Stati Uniti: "Abbiamo prove che centinaia di migliaia di ucraini, compresi bambini, sono stati interrogati, detenuti e deportati con la forza" ha detto l'ambasciatrice statunitense all'Onu, Linda Thomas-Greenfield. 

"Alcuni semplicemente svaniscono. Un numero crescente di testimoni oculari e sopravvissuti alle operazioni di filtrazione raccontano le minacce, molestie e torture da parte delle forze di sicurezza russe. Sono stati oggetto di perquisizioni invasive, interrogatori in circostanze disumane e umilianti. Ciò a cui si riduce è una serie di orrori che accadono in tempo reale in Europa - ha proseguito Thomas-Greenfiled - che riecheggiano un periodo molto oscuro del passato". 

 

Onu: 6,9 milioni di sfollati interni e 7 di rifugiati

Molto pesante anche il bilancio fornito dall'Onu, che parla di oltre 6,9 milioni di persone che "sono sfollate internamente in Ucraina, un aumento di 330mila dall'ultimo briefing del 24 agosto. La maggior parte dei nuovi sfollati proviene dall'Ucraina orientale e meridionale", cioè le zone si sta combattendo in modo più agguerrito da settimane. 

Secondo il capo degli Affari politici dell'Onu, Rosemary DiCarlo, in occasione del Consiglio di Sicurezza Onu, ci sono anche 7 milioni di rifugiati in Europa e 5.718 vittime, dei quali 372 bambini, oltre a 8.199 feriti. 

 

Zaporizhzhia, la centrale a rischio

Desta preoccupazione anche la situazione alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. L'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), in una comunicato fa sapere che i bombardamenti degli ultimi giorni hanno danneggiato una linea elettrica di riserva dell'impianto e una vicina centrale termica. La centrale di Zaporizhzhia, la più grande atomica in Europa, era comunque stata scollegata dalla rete elettrica due giorni fa, quando un'altra linea di riserva era stata posta in modalità black out per spegnere un incendio. 

 

L'Europa e le sanzioni contro Mosca

Intanto l'Europa discute di sanzioni e price cap al gas russo. La presidenza ceca del Consiglio dell'Ue in un tweet ha fatto sapere che "Nella prima riunione dopo la pausa estiva gli ambasciatori hanno concordato in linea di principio di rinnovare le sanzioni individuali contro la Russia a metà settembre. Seguirà la procedura formale". In questo modo, dunque, l'Ue intende confermare la linea del rigore nei confronti di Mosca. 

Una linea verso la quale non erano mancate riserve, nei giorni scorsi, soprattutto da parte dell'Ungheria, che si rifornisce tuttora di gas dalla russa Gazprom. Proprio il paese chiedeva lo stralcio dalla black list per tre oligarchi russi, ossia Alisher Usmanov, Pyotr Aven e Viktor Rashnikov.

 

Il nodo del gas e il referendum per annettere i territori ucraini

"Stiamo superando le nostre divisioni", ha fatto sapere il Commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, che ha aggiunto: "Ora, finalmente, è possibile una azione per limitare il prezzo del petrolio e del gas russo, e trovare modi di intervenire sul mercato dell'energia per disaccoppiare i prezzi dell'elettricità e del gas". In questo modo si conferma la linea della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, di voler procedere al piano per l'approvazione di un price cap al gar russo. 

Intanto, la compagnia russa energetica Rosneft, che è controllata direttamente dal Cremlino, ha comunicato di aver raggiunto accordi con la Mongolia per realizzare un nuovo gasdotto che, passando dal paese, porterà gas russo alla Cina. A confermarlo è stato lo stesso presidente russo, Vladimir Putin, che nel frattempo ha anche confermato la volontà di procedere con un referendum per l'annessione dei territori ucraini, per il prossimo 4 novembre. 

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