la guerra del gas

Gasdotto, alla ricerca degli attentatori: a chi giova l’incidente?

Le perdite di gas nei pressi dell’isola danese di Bornholm, nel Baltico, sono adesso ritenute gravi, almeno quanto le accuse di sabotaggio deliberato

Gasdotto, alla ricerca degli attentatori: a chi giova l’incidente?

Incidente o sabotaggio? All'iniziale cautela, col passare delle ore si è sostituita la pressoché certezza che quello nel Baltico non sia stato un danno imprevedibile, bensì un vero e proprio atto di sabotaggio. 

Ora i problemi sono due: capire l'entità dei danni, non tanto ai due gasdotti Nord Stream 1 e 2 (fermi, per motivi diversi), quando ambientali, che si stanno rilevando gravi; ma anche capire chi sia stato a causare le tre esplosioni registrate lunedì. 

 

Tre esplosioni 

In un primo momento si era pensato a un calo di pressione dovuto a cause "naturali", ma col tempo e dopo un'iniziale prudenza da parte delle autorità e delle istituzioni, si è capito che quelle bolle emerse in superficie, simili a geyser, altro non erano che il risultato di esplosioni, causate da manomissioni. 

Nelle tubature dei due gasdotti, infatti, c'è ancora metano fermo nelle tubature nonostante siano entrambe ferme (una per via di presunti lavori di manutenzione, come spiegato dal colosso russo Gazprom che lo gestisce, l'altro a causa della guerra in Ucraina, come forma di ritorsione contro Mosca). 

 

I danni

Al momento non è chiara né l'entità dei danni né quanto sarà possibile ripristinare la funzionalità delle linee offshore di Nord Stream, i due gasdotti che portano gas russo in Germania tramite il Mar Baltico. Si parla di conseguenze "senza precedenti", come dichiarato dall'operatore della rete Nord Streamag, riportato dall'agenzia Ria Novosti. 

 

Le accuse incrociate

Ora è anche il momento delle accuse incrociate e di capire a chi giova la manomissione della rete. Di sicuro il prezzo del gas è tornato a salire e dunque gli effetti per chi importa il gas, come molti Paesi europei, sono evidenti. Ma c'è anche chi accusa Mosca di aver causato le esplosioni per bloccare i gasdotti, in particolare il Nord Stream 1, in modo da non dover pagare le penali ai clienti a causa del fermo delle esportazioni, in quanto provocato apparentemente da "cause di forza maggiore". 

Le fughe di gas sono ritenute, però, "un attacco terroristico pianificato", dal consigliere presidenziale ucraino Mikhailo Podolyak, che individua nella Russia il colpevole di un "atto di aggressione contro l'Unione europea". 

Stessa posizione per la Danimarca e gli Usa, con il segretario di Stato americano, Antony Blinken, che spiega: "I primi report indicano che siano causate da un attacco". Se la Commissione Ue rassicura che "non c'è alcun impatto sulla sicurezza" del Vecchio Continente, la Russia attacca invece l'Ucraina e sottolinea che "Questa situazione è completamente senza precedenti e richiede un'indagine urgente", come chiarito dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. 

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