L’assoluzione

Assolto il gioielliere di Napoli: sparò per legittima difesa

Sotto la minaccia di una pistola finta, senza il tappo rosso di riconoscimento, sparò e uccise sul colpo i due malviventi che lo minacciavano per rapinarlo

Assolto il gioielliere di Napoli: sparò per legittima difesa

La prima sezione penale del Tribunale di Napoli (giudice Antonia Napolitano Tafuri) ha assolto - perché il fatto non costituisce reato - il gioielliere Giuseppe Castaldo che, il 7 ottobre 2015 a Ercolano (Napoli), armato di pistola legalmente detenuta, fece fuoco contro due componenti una banda di rapinatori, Luigi Tedeschi e Bruno Petrone, uccidendoli sul colpo. La Procura di Napoli (procuratore aggiunto Raffaello Falcone, sostituto procuratore Ernesto Sassano) aveva chiesto l'archiviazione e, durante il dibattimento, l'assoluzione di Castaldo.

 

L'udienza è iniziata alle ore 15:00 e ha visto la discussione dell'avvocato di parte civile Renato D'Antuono e dell'avvocato dell'imputato Maurizio Capozzo, che ha affermato che Castaldo ha agito per legittima difesa e chiesto l'assoluzione. Il gioielliere, quel giorno, aveva prelevato cinquemila euro in contanti da un istituto di credito che si trova nei pressi degli Scavi di Ercolano quando i due rapinatori, in sella a uno scooter e armati di una pistola finta che non aveva il tappo rosso di riconoscimento, gli ordinarono di consegnare il denaro. Mentre rimaneva sotto il tiro della psitola dei malviventi, che credeva essere vera, il gioielliere Castaldo estrasse la sua pistola e sparò, uccidendo sul colpo i due rapinatori. 

 

Le indagini furono condotte dai Carabinieri di Torre del Greco, coordinati dai sostituti procuratori Pierpaolo Filippelli e Raffaello Falcone (oggi procuratori aggiunti). Le indagini permisero di identificare i quattro complici di Tedeschi e Petrone, appartenenti a una banda di professionisti, che così furono arrestati: Salvatore Esposito, Antonio Corvo, Ernesto Labagnara e Addolorata Esposito. A distanza di un anno dai fatti il processo, con rito abbreviato, si concluse con la condanna a sei anni di reclusione per tutti i quattro imputati. 

L'episodio suscitò scandalo e polemiche, al punto tale che il segretario della Lega Matteo Salvini si schierò con il gioielliere Castaldo scrivendo sui social: "Io sto con il gioielliere". Al di là delle strumentalizzazioni politiche, molti furono i cittadini che fin dall'inizio solidarizzarono con il gioielliere, che non poteva sapere di essere minacciato da un'arma giocattolo e che quindi agì, come appurato oggi dal Tribunale di Napoli, per legittima difesa.

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