I DATI ISTAT

L’inflazione in Italia sfiora il 12%, il balzo più forte dal 1954

Dal caro bollette al caro insalata (+25,1%), gli allarmi di Coldiretti e Codacons. Per Cgil è come se gli italiani non ricevessero la tredicesima

L’inflazione in Italia sfiora il 12%, il balzo più forte dal 1954

L'inflazione morde le tasche degli italiani e va al di là delle peggiori previsioni: i dati preliminari di ottobre diffusi dall'Istat sono uno shock inaspettato. L'indice dei prezzi al consumo è volato da +8,9% a 11,9% - il livello più alto dal marzo 1984 - con un aumento congiunturale su settembre del 3,5%. Un'impennata di tre punti percentuali sul tendenziale e addirittura di 3,5% nel congiunturale. Non era stato previsto da nessuna analisi. 

Si tratta del balzo più forte dal 1954, anno di inizio delle serie storiche di Istat: nessuna delle due crisi petrolifere dello scorso secolo, durante il quale il livello dell'inflazione è andato oltre il 20%, era riuscita a fare tanto. Lo scenario appare ancora più distonico di fronte al dato Istat sul livello delle retribuzioni: le buste paga dei dipendenti hanno beneficiato di un aumento pari a zero da settembre ad agosto e di un irrilevante +1,2% sul settembre 2021. Basterebbero questi due dati a esprimere il disagio sociale degli italiani, ma non è tutto.

 

Le cause dell’inflazione in Italia

La causa principale dell'aumento dell'inflazione in Italia è il prezzo dei beni energetici (passati da un +44,5% di settembre a un +73,2% di ottobre, con un balzo di quasi 29 punti). La prima vittima di questa situazione è il carrello della spesa, rincarato dal 10,9% al 12,7%. Gli energetici hanno impresso una forte accelerazione all'andamento dell'indice generale, mentre i beni alimentari hanno contribuito in misura molto minore. Fra gli energetici, è il prezzo dell'energia elettrica a dare l'impulso maggiore - osservano gli analisti di Intesa Sanpaolo - con bollette in crescita del 62,7% su settembre sul mercato libero e del 51,9% sul mercato tutelato. Quanto al gas (che oggi ha chiuso in rialzo a 112,24 euro al MWh), l'andamento del prezzo di quello di città e del gas naturale ha registrato sul mercato libero un aumento del 63,9%, mentre sul mercato tutelato si segnala ad ottobre una stagnazione dei prezzi dovuto al nuovo metodo introdotto dall'ARERA, per l'aggiornamento delle tariffe del gas mercato tutelato.

 

L’inflazione negli altri paesi europei

A ottobre l’inflazione morde anche negli altri paesi europei. In Germania ha toccato un +10,4%, (il livello più alto dalla Riunificazione delle due Germanie) e in Francia un +6,2% (il più alto dall'85), meglio ha fatto la Spagna che, riuscendo a contenere i prezzi dell'energia riesce ad abbattere l'inflazione passando da un +8,9% di settembre (che era lo stesso livello dell'Italia) a un +7,3% di ottobre. Mentre il Portogallo, preoccupato per un' inflazione a +10,2%, pensa di estendere la legge che tassa gli extraprofitti ai supermercati e alle grandi catene di distribuzione alimentare.

 

Gli appelli in Italia

Non si sono fatti attendere i commenti e gli appelli da parte delle associazioni di consumatori, imprese, sindacati. Per il Codacons, l'inflazione all'11,9% determina una stangata record per gli italiani, considerata la totalità dei consumi di una famiglia "tipo", pari a +3.655 euro annui. Solo per gli alimentari (+13,5% ad ottobre) un nucleo famigliare si ritrova a spendere in media 752 euro in più su base annua. Il Codacons, che lancia un allarme sui consumi di Natale, chiede al governo il taglio dell’iva sui consumi alimentari.

Fermo l'appello del segretario generale della Cisl Luigi Sbarra: ”Il governo intervenga con provvedimenti rapidi ed efficaci per fermare la corsa dei prezzi di energia e beni alimentari. Serve un grande accordo per una nuova politica dei redditi che salvaguardi salari e pensioni dall'impennata inflattiva. Questa è oggi la priorità". Anche per Gianna Fracassi, vicesegretaria generale della Cgil, servono “misure importanti e occorrono ora. È come se lavoratrici e lavoratori dipendenti non ricevessero la tredicesima. Una situazione ancor più grave per pensionati, precari, giovani autonomi, disoccupati”.

Per l’Ufficio Studi di Confcommercio “questa situazione non è, purtroppo, destinata a registrare modifiche sostanziali nel breve periodo” mentre “le famiglie hanno sempre maggiori difficoltà a mantenere l'attuale mix di consumi, essendo costrette a spostare una quota sempre più rilevante del proprio reddito, in riduzione in termini reali, verso le spese di base (energia, alimentazione, ecc).”

 

Il caro frutta e verdura nel carrello della spesa

Per Coldiretti gli aumenti della spesa alimentare vanno dal +6,5% per la frutta fino al +25,1% per le verdure, mentre è crisi profonda nei campi dove bisogna vendere 4 chili di mele per comperare un caffè: con l’inflazione record cresce la forbice dei prezzi tra produzione e consumo con aumenti da 3 o 5 volte dal campo alla tavola e gli italiani che sono costretti a tagliare gli acquisti mentre le aziende agricole non riescono neanche a coprire i costi. Per Coldiretti, gli italiani hanno già tagliato gli acquisti di frutta e verdura, crollati del 9% nel 2022 rispetto allo scorso anno, e ai minimi da inizio secolo, mentre più di una azienda agricola su 10 (11% del totale) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività e circa un terzo del totale nazionale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo, secondo il Crea. Il presidente Coldiretti Ettore Prandini chiama a “intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione i per salvare aziende e stalle” e a “lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni”.

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