Caro-gas

Price cap, Consiglio Energia si spacca sul testo della Commissione

Italia e Francia capofila della protesta. Quindici Paesi su 27 dicono ‘no’ alle condizioni impraticabili della proposta. Prossimo vertice il 13 dicembre

Price cap, Consiglio Energia si spacca sul testo della Commissione

Non c’è accordo. Quindici Paesi su 27 hanno contestato la proposta avanzata solo due giorni fa dalla Commissione europea sul price cap sul gas, che farebbe scattare il tetto a condizioni troppo improbabili. Il testo dell’organismo presieduto da Ursula Von der Leyen ha provocato una spaccatura nel corso del Consiglio straordinario dei ministri dell’Energia. La prossima riunione adesso è fissata per il 13 dicembre. Cosa potrà accadere fino ad allora è difficile a dirsi, ma sicuramente si cercherà di ricomporre le divisioni. Ottimista sembra il governo di Berlino, che pure con l’Olanda ha sempre fatto muro su un’ipotesi di tetto al prezzo del preziosissimo idrocarburo. “L’intesa sul price cap sarà possibile con alcune modifiche” secondo il segretario di Stato per l'Economia, Sven Giegold. Quello che chiede la maggior parte degli Stati membri è la previsione di condizioni meno difficili da realizzare e che le nuove disposizioni siano in grado di sostenere realmente i Paesi più in difficoltà sul caro-energia. “C’è la volontà da parte di tutti di raggiungere un accordo, ma su un provvedimento che abbia dei criteri tali da renderlo efficace”. Così il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica italiano, Gilberto Pichetto Fratin, a margine del vertice. “Sul price cap non è una questioni di numeri ma”, appunto, “di criteri”. 

 

Italia e Francia sono le capofila della protesta rispetto alle modalità con cui la Commissione vorrebbe affrontare il caro-gas. Lo strumento temporaneo di correzione del mercato (Market Correction Mechanism) approntato da Bruxelles, scatta quando il prezzo del gas sul Ttf, ovvero sul mercato di riferimento per lo scambio del gas naturale di Amsterdam, supera i 275 euro per megawattora per un periodo di due settimane, e quando i prezzi Ttf sono di 58 euro più alti rispetto al prezzo di riferimento del Gnl (Gas naturale liquefatto) per dieci giorni consecutivi di negoziazioni. Condizioni che non si sono mai realizzate, nemmeno quando ad agosto il gas ha raggiunto la cifra record di 300 euro a megawattora. 

 

La commissaria Ue all’Energia, Kadri Simson, ha tuttavia replicato alle critiche mosse dai Paesi contrari: “La proposta su un meccanismo correttivo non riguarda un numero solo, ma è un sistema complesso che ci permette di essere pronti quando ci sono picchi di prezzo e allo stesso tempo ci permette di far scattare salvaguardie”. Dunque, la Simson ha difeso l’orientamento della Commissione. Ma è evidente che se non si raggiungerà un compromesso il testo difficilmente passerà così com’è.  

 

Ma se sul price cap si è registrato un nulla di fatto, passi in avanti sono stati fatti sugli altri provvedimenti che fanno parte del pacchetto della Commissione. Ovvero sulle nuove norme sui permessi sulle rinnovabili e sulla piattaforma di acquisti comuni di gas. Anche della necessità di affrontare insieme tutte le misure si è discusso al summit di Bruxelles. “L’Italia ha chiesto espressamente che non ci fosse lo spacchettamento dei tre temi del dossier energia”, ha dichiarato Pichetto Fratin. “Le approvazioni arriveranno insieme. Rimane l’impegno di tutti a lavorare nei prossimi giorni per raggiungere un obiettivo di convergenza”.

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