In zona euro

Dalla Corte tedesca sì alla ratifica del Mes. E l’Italia ora che fa?

La linea attendista del governo non regge più. Con la decisone di Karlsruhe siamo l’unico Paese a non aver dato il via alla riforma del fondo salva-Stati

Dalla Corte tedesca sì alla ratifica del Mes. E l’Italia ora che fa?

Il governo italiano un mese fa ha congelato ogni decisione sulla ratifica delle modifiche al fondo-salva Stati, nella speranza che la Germania potesse fare da sponda all’orientamento della maggioranza di centrodestra. A fine novembre è stata, infatti, approvata una risoluzione in questa direzione. Ma oggi, con la decisone della Corte costituzionale tedesca di respingere il ricorso presentato dai liberali di Fdp contro la ratifica della riforma del Mes, già approvata dal Bundestag, Berlino non seguirà la strada sperata dal governo guidato da Giorgia Meloni. 

 

Il fondo, ovvero il Meccanismo europeo di Stabilità, è nato nel 2012 (nel pieno della crisi del debito che travolse la Grecia) come organizzazione internazionale con relativo fondo a disposizione dell’Unione economica e monetaria – infatti interessa i Paesi dell’Eurozona – per assistere finanziariamente gli Stati in difficoltà. Nel 2020 si è deciso di riformarlo, come poi è stato fatto. Ma la sua modifica deve essere ratificata dai 19 parlamenti nazionali interessati. Ora che anche in Germania la strada è spianata l’Italia è l’unico Paese che manca all’appello.

 

La notizia della bocciatura da parte della Corte di Karlsruhe del ricorso presentato dai deputati liberali contro la legge che introduce le modifiche al Mes lascia l’Italia di fatto più isolata. Da Roma qualcuno sperava di tenere la questione più a lungo a bagnomaria, ma la rapida decisione dei giudici costituzionali tedeschi imprime un’accelerazione per una presa di posizione da parte di Roma. La maggioranza si trova in una situazione complicata e politicamente il caso Mes rischia di esplodere. La questione è annosa. Dopo la decisone dell’Eurogruppo a fine 2020 di procedere alla riforma, i Cinquestelle imposero una frenata. Anche con Draghi a Palazzo Chigi si misero di traverso insieme alla Lega. Fratelli d’Italia, dall’opposizione, ha sempre protestato contro la linea dell’ex presidente del Consiglio di andare verso la ratifica. La stessa Giorgia Meloni tre anni fa partecipò a una manifestazione davanti alla sede del Consiglio Ue a Bruxelles contro le modifiche al trattato parlando di “resa incondizionata agli interessi tedeschi e di eurofollia”.

 

In realtà di Mes si è discusso molto nel periodo di pandemia, quando diverse forze politiche chiedevano di ricorrere ai prestiti del fondo per affrontare la drammatica emergenza sanitaria. L’Italia, come altri Paesi, non ha fatto ricorso a quei finanziamenti. Ma va anche ricordato che per la crisi dovuta al Covid l’Ue, con il Next Generation Eu, ha dato una grossa mano agli Stati più colpiti che, quindi, hanno potuto fare a meno degli aiuti del fondo salva-Stati. Fratelli d’Italia ancora pochi giorni fa faceva sapere, per voce della sottosegretaria all’Economia, Lucia Albano, che “le condizioni di accesso all’assistenza finanziaria” del Meccanismo europeo di Stabilità, “sono eccessivamente stringenti” e che servirebbe una riflessione “anche in considerazione delle mutate condizioni del quadro macroeconomico europeo”. 

 

Dall’opposizione, tra i primi a commentare la decisione della Corte costituzionale federale tedesca c’è stato il partito di Carlo Calenda, Azione, notoriamente favorevole al Mes. “Adesso non ci sono più alibi: la Germania ratificherà il trattato. Si avvii subito l’iter per la ratifica anche in Italia: dal Mes possono arrivare risorse fondamentali per il nostro Paese e per il sistema sanitario”, dichiara la vicesegretaria e portavoce, Mariastella Gelmini.

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