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La sfida tra Francia e Marocco, al di là del campo: la posta in gioco

Il match va ben oltre la partita di calcio per la qualificazione alle finali. Le autorità si preparano a mettere in sicurezza le città, non solo a Parigi

La sfida tra Francia e Marocco, al di là del campo: la posta in gioco

Il fischio di inizio è previsto per le 20 di un mercoledì a cui potrebbero seguire ore di tensione e che è già stato caratterizzato da preparativi che non sono solo sportivi. In effetti la semifinale dei Mondiali Fifa 2022 in Qatar ha una valenza che va ben oltre la sfida calcistica.

Da un lato i Blues, dall’altra i Leoni dell'Atlas, ma a osservarli ci sono migliaia di tifosi che potrebbero scontrarsi a fine partita, a prescindere da chi ne uscirà vincitore.

Perché ad affrontarsi sono due Paesi che hanno intensi rapporti bilaterali, ma anche scontano i ricordi di un passato coloniale e un presente fatto di immigrazione.

A sottolineare la doppia valenza della partita è stata la stampa transalpina fin dai giorni scorsi, scrivendo di una "una storia come piacciono a noi, insomma, quando Pollicino, spinto da un intero continente, si confronta con l'orco della competizione".

 

Cosa scrive la stampa francese

La vigilia, dunque, è stata scandita da articoli non di solo taglio sportivo, nei quali più che parlare di schermi e giocatori, si è ricordato – come ha fatto per esempio il sito del Quai d'Orsay – che se oggi Francia e Marocco intrattengono "relazioni bilaterali tradizionalmente eccellenti, con una partnership d'eccezione tra i due Paesi", in passato non è sempre stato così, a causa del colonialismo di Parigi.

A pesare è soprattutto il ricordo della guerra civile di metà ‘800.

 

Il ricordo della guerra civile

Una delle date più importanti che sono ricordate da entrambe le parti è il 1840, quando il sostegno dei marocchini a Abd el-Kader nella sua lotta contro l'avanzata militare francese nella confinante Algeria portò a scontri violenti e spinse la Francia a costruire una fortezza a Maghnia, località considerata come territorio marocchino.

Poi ci fu il bombardamento francese su Tangeri, nell'agosto 1844, e la conquista da parte dei francesi di diverse località marocchine. Il tutto culminò con la firma del trattato di Tangeri e di Lalla Maghnia che portò le autorità marocchine a riconoscere la presenza francese in Algeria e a tracciare i confini tra il Marocco e i possedimenti dell’Eliseo nel Paese vicino.

Ma la storia dei rapporti tra i due Paesi non è finita lì. Nel 1912 ci fu la firma di un altro trattato (di Fès) con cui con cui il Marocco diventò un protettorato francese incluso nell'Africa francese del Nord (AFN) con l'Algeria francese (1830-1962) e il Protettorato francese di Tunisia (1881-1956), e più ampiamente dell'Impero coloniale francese in Africa.

In realtà poi i rapporti si sono intrecciati anche con la presenza spagnola, fino al 2 marzo 1956, in cui sia la Francia che la spagna hanno posto fine ai loro protettorati.

 

Francia e Marocco oggi

I rapporti da allora non si sono mai interrotti, tanto che ancora lo scorso giugno , in occasione dell’incontro tra i rispettivi ministri degli Esteri, Catherine Colonna e Nasser Bourita, si è parlato di "l'attaccamento della Francia alla partnership d'eccezione che lega i nostri due Paesi". Oggi la Francia ha sei consolati generali in Marocco e conta 53.900 francesi nel Paese, dei quali poco più della metà hanno doppia nazionalità. Parigi è il terzo Paese destinatario dell’export marocchino, dopo Spagna e Cina. Dal 2012 al 2019 le importazioni marocchine in Francia sono aumentate del 70,5% mentre l'export francese verso il Paese del Nord Africa è cresciuto del 18,3%, come ricorda l’Agi: “Il Marocco è la prima destinazione degli investimenti francesi sul continente africano e di finanziamenti dell'Agenzia francese di sviluppo (AFD), in particolare a sostegno dello sviluppo del capitale umano, delle riduzioni delle disuguaglianze territoriali e della transizione energetica ed ambientale”.

 

Una storia di migrazioni

Se il turismo francese in Marocco conta su un flusso molto importante, anche la presenza stabile di enti d’Oltralpe nel paese magrebino è notevole, con 42 scuole francesi omologate in Marocco, per un totale di oltre 42 mila studenti, dei quali il 69% è marocchino.

“Per giunta la Francia è il primo partner scientifico del Marocco, con una settantina di progetti in corso nell'ambito del programma Hubert Curien Toukbal. Fiore all'occhiello della cooperazione in questo settore è l'Istituto di ricerca per lo sviluppo (IRD) e l'Istituto Pasteur del Marocco (IPM), in prima linea ad esempio nei test per il Covid-19 in tutta l'Africa”, ricorda ancora l’Agi.

Viceversa, anche in Francia la comunità marocchina è molto nutrita, con oltre 700mila persone provenienti da Rabat e non solo. Ora, secondo gli esperti, proprio queste presenze possono essere fonte di tensione in occasione della partita di calcio alla luce della cosiddetta sindrome "Maghreb United", che riguarda sia il Marocco che l’Algeria, proprio alla luce del passato.

Il precedente degli scontri in Belgio impensierisce e non poco. Non resta che attende e confidare nello spirito sportivo.

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