Troppi Inciampi

Ddl Bilancio, ancora caos ed errori. Voto di fiducia atteso stasera

Ragioneria chiede 44 correzioni, problemi su coperture. Meloni: solo “difficoltà di rodaggio”. Poi parla di Mes: “Non accederemo. Posso firmare col sangue”

Ddl Bilancio, ancora caos ed errori. Voto di fiducia atteso stasera

E’ stata un’altra giornata complicata alla Camera, dove è iniziata la discussione generale sul ddl Bilancio. Il voto finale dovrebbe slittare all’alba di domani, stasera atteso il voto di fiducia. Intanto il testo ha dovuto fare un ulteriore passaggio in commissione per mancanza di copertura di alcuni emendamenti, su cui la Ragioneria di Stato ha fatto i suoi rilievi. Sono ben 44 le correzioni richieste, anche su Carta giovani e smart working.

 

Il clima in Aula non è dei migliori. La confusione su alcune misure ha determinato diversi rinvii, i lavori sono andati avanti a singhiozzo. L’opposizione attacca duramente e parla di “approssimazione e superficialità”. Enrico Letta, segretario del Pd, via Twitter commenta così: “Siamo oltre ogni limite immaginabile. Nessun governo si è mai comportato in questo modo”. E Giuseppe Conte, leader dei Cinque Stelle: “Quello che sta accadendo in queste ore ha dell’incredibile”. Ma nonostante le gaffe e i pasticci di un iter parlamentare davvero travagliato la premier, Giorgia Meloni, difende manovra e maggioranza. La giustificazione è che ci sono “difficoltà di rodaggio” ma “si può migliorare”. 

 

Nelle dichiarazioni di giornata la presidente del Consiglio parla anche di Mes, di migranti e reddito cittadinanza. Lo fa nel corso della trasmissione Porta a Porta di Bruno Vespa, registrata nel pomeriggio. La riforma del Meccanismo di stabilità, dice, “non è un grande tema, ne discuterà il Parlamento” ma “finché io conto qualcosa, che l’Italia non acceda al Mes lo posso firmare con il sangue”. E ancora: “le condizionalità sono troppo stringenti” e il fondo salva-stati “è un creditore privilegiato. Vorrei capire se c’è un modo per cui il Mes sia un fondo utile e non rischi di metterci un cappio”. Sul reddito di cittadinanza la premier ci va giù duro sostenendo che lavori “dignitosi ci sono e si trovano”. Si vorrebbe creare “un mondo perfetto dove tutti trovano il lavoro dei loro sogni”.

 

A detta di Meloni “se ti rifiuti di lavorare perché accetti solo il lavoro dei tuoi sogni non puoi pretendere che ti mantenga lo Stato con le tasse pagate da chi ha accettato un lavoro che spesso non era quello desiderato”.  Anche sull’immigrazione l’inquilina di Palazzo Chigi dà la sua versione: “Spesso abbiamo penalizzato i più deboli. Quelli che accogliamo noi sono banalmente quelli che hanno i soldi da dare agli scafisti, gli altri no”. E aggiunge: “Non credo che sia un modo intelligente di gestire il problema dei profughi e dei migranti”.

 

Sul conflitto russo-ucraino Meloni annuncia un viaggio a Kiev probabilmente nei primi mesi dell’anno. In ogni caso sentirà nei prossimi giorni il presidente Zelensky. Ma parlare di guerra inevitabilmente significa portare il discorso anche su crisi energetica e forniture di materie prime. Davanti alle telecamere della trasmissione di Rai 1 la premier affronta il tema del tetto al prezzo dal gas, che l’Ue solo pochi giorni fa ha fissato a 180 euro in presenza di determinate condizioni. “E’ un’assicurazione che abbiamo contro le impennate della speculazione”. In più il fatto che l’Unione europea abbia detto che “non accetteremo eccessivi rialzi ha un effetto calmierante. Oggi il prezzo è sotto i 100 euro”.

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