Controlli e speculazioni

Prezzi dei carburanti alle stelle. Il Governo ora deve intervenire

Il prezzo medio della benzina aumenta a 1,965 euro, il diesel a 2,023. Oggi il generale della Finanza Zafarana a Palazzo Chigi da Meloni e Giorgetti

Prezzi dei carburanti alle stelle. Il Governo ora deve intervenire

L’impennata dei prezzi dei carburanti continua a provocare allarme tra i cittadini e le imprese. Ad incidere sugli aumenti sicuramente la decisione del governo Meloni di cancellare lo sconto di 18,3 centesimi al litro sulle accise, imposto dall'esecutivo Draghi dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Un sconto che da marzo è costato la bellezza di 1 miliardo di euro al mese.

Secondo gli esperti del settore, l'aumento dei prezzi sarebbe correlato anche ad altri motivi, uno tra tutti, il blocco delle importazioni di prodotti raffinati dalla Russia a partire dal 5 febbraio 2023, e che all'Europa farà mancare circa il 30% del suo gasolio.

Le associazioni dei consumatori invece puntano il dito sulle società energetiche e sui distributori che approfitterebbero degli aumenti dovuti alla fine dello sconto, per aggiungere altri aumenti mascherati. Un sospetto condiviso anche dal governo Meloni, che ha deciso di aumentare i controlli.

Proprio oggi il premier, e il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, incontreranno a Palazzo Chigi il Comandante Generale della Guardia di Finanza Giuseppe Zafarana, per fare il punto della situazione rincari e valutare ogni possibile ulteriore azione di contrasto alle speculazioni in atto sui prezzi dei carburanti, arrivati ormai alle stelle.

 

I prezzi del gasolio e della benzina

Secondo le elaborazioni di “Quotidiano energia” il prezzo medio della benzina servito è aumentato a 1,965 euro mentre quello del diesel sale a 2,023 euro al litro. A livello nazionale, il prezzo della benzina in modalità self è di 1,821 euro al litro, variabile tra 1,816 e 1,835 euro al litro (pompe bianche 1,819) per i diversi marchi.

Il prezzo medio praticato del diesel self è a 1,879 euro al litro.

Questi i prezzi che sarebbero stati i prezzi comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del made in Italy. Ed è proprio Adolfo Urso, titolare di questo dicastero, a promettere nuovi controlli a tappeto di Guardia di Finanza e il Garante per la sorveglianza dei prezzi.

Anche il Codacons ha fatto qualche elebarazione: "Il pieno di benzina costa 8,9 euro in più rispetto a quanto costava a fine dicembre", ovvero "214 euro ad automobilista" all'anno, in pratica si parla di un aumento di "9 euro e 15 centesimi per un pieno da 50 litri". 

 

I controlli sui prezzi

La Guardia di Finanza ieri ha reso noto che da marzo 2022 ha accertato nei distributori di carburante 2.809 violazioni alla disciplina dei prezzi, su 5.187 verifiche effettuate. E se da una parte continuano i controlli  della GdF con il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, dall'altra il ministro Adolfo Urso prosegue col monitoraggio di Mr Prezzi, per "evidenziare subito ogni anomalia e ogni tentativo di speculazione". "La prossima settimana - ha spiegato Urso in un'intervista al Corriere della Sera - riunirò le associazioni dei consumatori per confrontarci sugli strumenti più idonei".

 

Cosa dicono le Associazioni

Codacons: "I dati diffusi oggi da Quotidiano Energia  e Staffetta Quotidiana confermano in pieno le denunce del Codacons circa le anomalie dei listini dei carburanti". "E' evidente che qualcosa non torna sul fronte dei prezzi alla pompa". "Non si capisce poi come due pompe dello  stesso marchio, ma ubicate in zone diverse, possano vendere lo stesso  carburante con differenze di prezzo di anche 20 centesimi di euro".   

 

Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori: "Il ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso, rispetto al caro-carburante, ha dichiarato di aver coordinato una duplice azione per stroncare la speculazione (Guardia di Finanza e Mr Prezzi) e che la prossima settimana riunirà le associazioni dei consumatori per confrontarsi sugli strumenti più idonei. Bene la convocazione delle associazioni di consumatori. Il Governo, comunque, non accampi scuse! Non vorremmo, insomma, che le speculazioni diventassero un'arma di distrazione di massa". "Il primo responsabile di quanto sta accadendo, infatti, è il Governo stesso che ha deciso di aumentare le tasse agli italiani, prima alzando le accise di 10 cent a partire dal 1° dicembre e poi non rinnovando dal 1° gennaio lo sconto rimasto di 15 cent. Una stangata, solo quest'ultima, pari a 9 euro e 15 cent per un pieno da 50 litri". 

"Quanto alle speculazioni, è da marzo dello scorso anno che ancora attendiamo risposte, sia rispetto al nostro esposto alla Procura di Roma, che aveva aperto un fascicolo d'indagine il 14 marzo 2022, sia rispetto ai 3 esposti inviati all'Antitrust l'11 marzo 2022, il 24 marzo 2022 e l'8 aprile 2022. La Guardia di Finanza, poi, aveva finito con il multare alcuni distributori colpevoli di aver comunicato dati errati al ministero o che esponevano prezzi sbagliati. Insomma, se il Governo vuole fare davvero una battaglia contro le speculazioni accolga la settimana prossima la richiesta che facciamo da anni in occasione della legge annuale sulla concorrenza, ossia di dare più poteri alle istituzioni preposte ai controlli, ad esempio dando una definizione di prezzo anomalo, considerando pratica scorretta quella di chi, approfittando di eventi come scioperi dei trasporti, maltempo, pandemia, guerra in Ucraina, pratica ricarichi eccessivi, condizionando indebitamente i consumatori".

 

Confesercenti: la Faib-Confesercenti Piemonte, l'associazione dei gestori, ha inviato oggi una lettera ai parlamentari piemontesi di maggioranza e di opposizione, sollecitando "i parlamentari a farsi portatori presso il governo della necessità di fiscalizzare nuovamente gli aumenti dei carburanti, in modo da evitare una nuova stangata a danno dei cittadini e delle imprese. Ma chiediamo anche di essere tutelati come categoria rispetto al clima di colpevolizzazione che sta montando nei nostri confronti: clima che non ha ragione d'essere poiché, lo ribadiamo ancora una volta. il margine di circa 3,5 centesimi lordi al litro che spetta ai gestori rimane fisso e non varia all'aumentare del costo dei carburanti. Semmai, anche noi siamo danneggiati perché più aumenta il carburante, minori sono i consumi".

 

Juri Galvan, presidente CNA FITA Trentino-Alto Adige: "Le piccole aziende di trasporto merci sono costrette a rivedere i tariffari ogni settimana, quasi sempre al rialzo. E non sempre i committenti concedono i ritocchi necessari per coprire le spese. In queste condizioni, le piccole e medie imprese del settore devono assorbire i maggiori costi riducendo i margini di ricavo o lavorando sottocosto per alcuni periodi". Secondo CNA FITA Trentino-Alto Adige è indispensabile introdurre ad esempio il ripristino del recupero delle accise per il trasporto merci e sconti con durata annuale.

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