La relazione sullo stato di giustizia

Intercettazioni, Nordio alle Camere: non essere “supini” con i pm

Le parole del ministro della Giustizia pronunciate in Aula hanno scatenato il dibattito tra le forze politiche. Piantedosi: “Nessuna modifica al sistema”

Intercettazioni, Nordio alle Camere: non essere “supini” con i pm

L’appello di Nordio alle Camere a non essere “supini” con i pm ha scatenato il dibattito su tutti i giornali mentre ieri, lunghi applausi della maggioranza e del Terzo Polo hanno accompagnato la fine della relazione del Guardasigilli sullo stato di giustizia. I maggiori brusii e malumori si sono registrati perà soprattutto quando Nordio è tornato sul tema delle intercettazioni attaccando i pm antimafia e invitando il Parlamento a non farsi dettare la linea da loro.

 

Nordio sulle intercettazioni

Nordio ricordando gli "errori giudiziari" di cui sono stati vittima due comandanti dei Ros, i generali Mori e Ganzer, il primo rovinato da un processo durato 17 anni da cui è stato assolto e il secondo anche lui  prosciolto dopo una condanna a 17 anni, ha rassicurato che non saranno toccate dalla riforma le intercettazioni di mafia e terrorismo ma anche quelle dei reati satelliti. Ma è sugli "abusi e gli errori delle intercettazioni" su cui bisogna intervenire "radicalmente". Altrimenti "cadremo veramente in una sorta di democrazia dimezzata", perché "la segretezza delle informazioni è l'altra faccia della nostra libertà". Nordio incolpa quindi le intercettazioni giudiziarie, che per i vari passaggi previsti dalla legge "finiscono per essere a conoscenza di decine di persone. L'abuso è in questo mare magnum", che fa finire sui giornali "notizie che diffamano e vulnerano l'onore di privati cittadini". Il ministro della Giustizia citando l'articolo 15 della nostra Costituzione, ricorda che "la segretezza delle comunicazioni è inviolabile e può essere eccezionalmente limitata". Una regola però ribaltata dalla prassi di "lasciare pubblicare tutto", anche attraverso i brogliacci della polizia giudiziaria, "molto spesso inaffidabili" anche se "non per cattiveria e malafede di chi li trascrive". 

Poi arriva il tanto discusso affondo ai pm, con l'invito al Parlamento a reagire: il ministro dice di non meravigliarsi delle posizioni "ferocemente negative" espresse dai procuratori ," perché ognuno di noi vede la realtà attraverso la lente dei propri pregiudizi". L'Italia però, avverte, "non è fatta di pubblici ministeri e questo Parlamento non deve essere supino e acquiescente a quelle che sono le associazioni dei pm". 

 

Le reazioni alle parole del Guardasigilli

Il ministro Matteo Piantedosi: "le intercettazioni sono importanti, sicuramente per i reati di terrorismo e di mafia e per tutto ciò che può portare ad indagini su reati importanti. Non credo che Nordio abbia mai messo in discussione questo principio, al di là poi di affermazioni che si prendono in contesti diversi. Porto la testimonianza presa in Consiglio dei Ministri: il governo non intende toccare il sistema delle intercettazioni o rivederlo depotenziando gli strumenti di indagine, men che meno su mafia e terrorismo, la discussione lanciata" da Nordio, "e credo che su questo siamo tutti d'accordo, è sull'abuso".

 

L'ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, ora deputato con M5s: "gravissima" la stretta sulle intercettazioni perchè finirà con il ripercuotersi negativamente sul contrasto ai clan. Nordio risponde a lui, ma anche al procuratore di Palermo, che ha parlato di "borghesia mafiosa", quando dice: "sentendo voi sembra che la mafia sia annidata nello Stato in tutte le sue articolazioni. Ma allora dov'era l'Antimafia, se siamo arrivati a questo risultato?".

 

Al Pd e ai 5s che hanno accusato il ministro di stendere il tappeto rosso ai colletti bianchi che delinquono, Nordio ha seccamente replicato ricordando la "processione" in via Arenula dei loro sindaci per "implorarlo" di cancellare il reato di abuso d'ufficio.

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