la crisi delle big-tech

La bolla del digitale è scoppiata. Anche Google costretta a licenziare

Monopolio Google-Alphabet minacciato dal generatore di contenuti ChatGPT, il più avanzato prodotto di intelligenza artificiale, in contatto con Microsoft

La bolla del digitale è scoppiata. Anche Google costretta a licenziare

Era nell’aria già da un paio d’anni ma il 2023 segnerà forse il drastico avvio ad un ridimensionamento del monopolio delle Big-Tech, fortemente cresciute negli ultimi dieci anni. Ma qualcosa si è rotto. La bolla del digitale è scoppiata e si è aperta la corsa ai licenziamenti di massa. Dalla crisi che ha coinvolto Meta, Twitter, Amazon e Facebook si unisce ora anche la società madre di GoogleAlphabet, che ha annunciato ai propri dipendenti via mail, il taglio di 12mila posti di lavoro.A renderlo noto l’agenzia Bloomberg, che ha confermato che l’amministratore delegato Sunbdar Pichai avrebbe inviato un messaggio di posta elettronica per avvisare il 6% del totale degli addetti del colosso tecnologico del licenziamento assumendosi "la piena responsabilità della decisione".

Ai licenziati spetterà una liquidazione di almeno 16 settimane e sei mesi di benefici sanitari negli Stati Uniti.

 

ChatGPT sarà la nuova Google?

Il colosso Google-Alphabet sta perdendo appeal e su richiesta del Ceo Pichai ha chiesto agli storici fondatori, Larry Page e Sergey Brin, di tornare in azienda per partecipare a una serie di riunioni d’emergenza e discutere delle nuove strategie del gruppo in un questo periodo di crisi di tutto il settore tecnologico, ma soprattutto in un momento in cui l’intelligenza artificiale sta mettendo in pericolo il suo principale business: il monopolio nei motori di ricerca.

 

Secondo le indiscrezioni di diversi siti e testate giornalistiche, non ultimo il New York Times, la minaccia vera per Google arriverebbe dal generatore di contenuti ChatGPT, il più avanzato prodotto di intelligenza artificiale della società di ricerca OpenAI. E’ di qualche giorno, infatti, fa la notizia che in molto scuole americane, gli studenti abbiano presentato compiti elaborati attraverso chatbot sulla base di semplici istruzioni.

 

Ma per Google il problema è diverso e di più ampia portata, perché ChatGPT, avrebbe la capacità di insidiare o sostituire la search di Google e fargli perdere il 90% del mercato mondiale che genera, attraverso la pubblicità, che rappresentano il 60% degli introiti del gruppo. L’allarme di Google è stato probabilmente amplificato dalle indiscrezioni secondo le quali Microsoft starebbe discutendo con OpenAI l’integrazione di ChatGPT in Bing.

 

Forse, e finalmente aggiungiamo noi, è arrivato il momento in cui una singola società smetta di decidere come veicolare l’informazione e dettare da sola le regole dei posizionamenti all’interno della ricerca online. 

 

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