il dibattito incendiario

Intercettazioni, il governo punta il dito sul ruolo dei giornali

Dopo le polemiche scaturite dalle parole di Nordio, l’esecutivo annuncia un decreto d’urgenza per la modifica alla riforma Cartabia sul processo penale

 Intercettazioni, il governo punta il dito sul ruolo dei giornali

Tra gli obiettivi cardine di Giorgia Meloni in questa legislatura, c’è sicuramente quello di voler semplificare la vita del governo instaurando un rapporto più equilibrato con tutti i gruppi parlamentari, anche di maggioranza. Ed è per questo che intende chiedere al Parlamento, di limitare i decreti d’urgenza che hanno caratterizzato finora il suo esecutivo.

Le intenzioni, anche se buone, si scontrano però con la realtà ed ecco che proprio adesso il governo ricorre ad un’altra "procedura d’urgenza" per un disegno di legge di modifica alla riforma Cartabia sul processo penale, al centro di un dibattito incendiario, non tanto per la norma che prevede la procedibilità d’ufficio per tutti i reati che hanno l’aggravante mafiosa, quanto il logorante tema delle intercettazioni.

 

Dopo le parole del ministro Carlo Nordio che hanno innescato pesanti critiche e attacchi personali anche al Guardasigilli, circa la volontà del titolare del dicastero di via Arenula di impedire l’uso delle intercettazioni per molte tipologie di reato. Anche la linea nella maggioranza sembra essere molto divisiva, ed è per questo che FdI ha annunciato che si agirà su un punto preciso, quello della pubblicazione delle intercettazioni.

 

Forza Italia e Terzo polo sono d’accordo con Nordio: «Ci sono degli abusi che purtroppo vengono registrati in questi anni ledendo i diritti di cittadini sbattuti in prima pagina per poi risultare completamente estranei alle vicende. Bisogna evitare queste storture, garantire la privacy e i diritti di tutti i cittadini», ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani. 

 

Intanto sia nella Lega e sia in Fratelli d’Italia si sta cercando di ridurre la portata della riforma sulle intercettazioni, mettendo sotto accusa il ruolo dei giornali: «Bisogna intervenire da una parte con l’Ispettorato generale per verificare che non vi siano fuoriuscite di notizie dalle Procure stesse, dall’altra parte con una norma più stringente. E poi lo dico onestamente, sì, anche sui giornali. Vedremo come», ha annunciato il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro.

Parole che destano preoccupazione nel presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia che comunque dice: «Aspettiamo di vedere quale sia la soluzione, ma ci sono in gioco interessi fondamentali, come il diritto all’informazione e la stampa libera». 

 

Anche l’opposizione risponde: «La legge che regolamenta la pubblicazione di intercettazioni c’è già, la facciano applicare, non la usino come scusa», dice Debora Serracchiani per il Pd, in linea con il M5S.

 

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